XI

308 26 2
                                    

«Davvero?» chiese Midoriya sorpreso.

«Sicuro. Dubiti di me?» rispose Shigaraki, in tono scherzoso.

«Certo che no» rispose il ragazzo, scuotendo la testa.

I due si trovavano nella camera di Shigaraki, questo era sdraiato sul letto, le mani dietro la testa, mentre l'altro era seduto a gambe incrociate vicino alle ginocchia dell'uomo.

Stavano chiacchierando tranquillamente del più e del meno, come potrebbero fare due buoni amici.

E infatti tra i due vi era un'intesa particolare, abbastanza curiosa.

Passavano molto tempo insieme e sembravano capirsi al volo.

Deku era riuscito a costruire un nuovo carattere, ispirandosi proprio al capo della lega.

Gli altri lo rispettavano e un po' lo temevano, forse per la vicinanza con Tomura Shigaraki, ma non era nato rancore di nessun tipo. Lo accettavano, la convivenza era pacifica e a Deku andava bene così.

«Tomura?» chiese Deku, sdraiandosi sul letto, stiracchiandosi. Portò indietro le braccia, facendole cadere penzoloni giù dal letto.

«Si?» rispose lui, piegando un poco il collo, per poterlo vedere.

«Come attaccheremo Endeavor?» chiese tranquillamente, come se gli avesse chiesto di passargli un bicchiere d'acqua.

Shigaraki mostrò un piccolo sorriso e si tirò su a sedere.

«Sono felice che tu me lo abbia chiesto» tirò le ginocchia al petto, poggiandoci il mento ed abbracciandosi le gambe.

Deku rimase sdraiato, guardando il soffitto, ma lo ascoltava attentamente.

«È qui che entrerai in gioco tu» gli rivelò l'uomo.

«Io?» chiese il ragazzo, aggrottando le sopracciglia. Si tirò sui gomiti, per poterlo guardare, restando comunque mezzo steso.

«Esatto» nel pronunciare queste parole sembrava veramente emozionato, ansioso di mettere il tutto in atto «Abbiamo studiato il percorso che Shoto Todoroki compie tornando a casa da scuola...»

«Aspetta... tornare a casa? Ed il dormitorio?» lo interruppe Deku confuso.

«Le regole sono cambiate, la YUEI non è più come un tempo» spiegò Shigaraki «Molti genitori, vedendo minacciata l'incolumità dei propri figli, hanno preferito annullare l'iscrizione. Per quelli che sono rimasti non è più previsto il pernottamento»

Deku immagazzinò l'informazione, ci avrebbe rimuginato più tardi.

«Ho capito, continua» disse a Shigaraki, il quale riprese:

«Abbiamo studiato il percorso che compie tornando a casa e sembra che la fortuna sia dalla nostra: c'è un particolare vicolo che è costretto ad attraversare, un postaccio se posso permettermi. Non c'è anima viva, non sarà difficile agire»

«Cosa dovrò fare io?» chiese il ragazzo, curioso. Non vedeva l'ora di mettersi all'opera, anche se agire contro un vecchio compagno di classe gli lasciava una strana sensazione.

«Dovrai solamente fingerti morto o in fin di vita. Dovrai attirare la sua attenzione, perché abbassi la guardia. Non si fermerà a chiamare aiuto, non avrà nessuno intorno. Chiamare la polizia sarebbe l'azione più razionale e giusta...» Shigaraki fissava Deku negli occhi. Un barlume della solita follia si poteva intravedere in quello sguardo carico di emozione «...ma quando trovi un vecchio amico coperto di sangue, con il piede nella fossa non fai questo tipo di ragionamento. Ti getti verso di lui per soccorrerlo. Dopodiché interverremo noi»

Il ragazzino rimase pensieroso, analizzando quella prospettiva.

«Siamo sicuri che non passerà proprio nessuno?» domandò, preoccupato.

«Se ne occuperà Toga»

Deku cercò di trattenere una risatina.

«Siamo a cavallo...»

Shigaraki lo guardò divertito.

«La terremo d'occhio» lasciò andare anche lui una breve risatina.

«Di cosa confabulate?» qualcuno fece capolino nella camera.

Shigaraki mutò immediatamente la propria espressione divertita.

«Non si usa più bussare, Dabi?» lo ammonì con un'occhiata severa.

Il ragazzo alzò le mani pigramente, in segno di resa.

«Hey, sono venuto solo a chiamarvi per la cena...» si passò una mano tra i capelli, sospirando «Che modi...»

«Vai, ora vi raggiungiamo» disse Deku. Anche lui aveva cambiato totalmente atteggiamento, tornando ad essere il ragazzino freddo e ingrato di prima.

Del piano ne avrebbero riparlato in seguito, ora sarebbe stato meglio andare a tavola.

Punto di non ritornoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora