7.♡

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Il sole batteva prepotente sull'unica finestra che c'era in quella stanza, riflettendo negli occhi di Eddie che si svegliò mugolando, infastidito.

Si guardò attorno confuso, notando di essersi addormentato contro la finestra, così come Richie.

Ridacchiò per la posizione di quest'ultimo: la testa era tesa all'indietro e la guancia schiacciata contro il vetro della finestra.
Gli picchiettò leggermente sulla spalla, facendolo svegliare.

"Non vai a lezione?"Chiese Eddie, guardandolo, ricevendo soltanto un mugolio in risposta.

"okay okay, ho capito, ma ieri ho vinto io al gioco delle goccioline!"Urlò Eddie dal bagno, preparandosi per le lezioni.

Il più grande sobbalzò, svegliandosi subito a quell'affermazione.
"Assolutamente no!"

Eddie scoppiò a ridere, uscendo dal bagno con i suoi pantaloncini rosa pastello e una camicia bianca.
Non si era mai curato dei vestiti che portasse, ma quel giorno voleva sentirsi più carino, con sé stesso, ovviamente, non lo avrebbe mai fatto per qualcun altro.

"Sigaretta prima che vai?"Chiese Richie, accendendola, vedendo Eddie sedersi di fronte a lui.

Condividevano sempre la stessa, era uno spreco in meno.
Questa era la giustificazione.

-
Eddie camminava felice tra i corridoi, non sapeva perché lo fosse, ma quella giornata stava davvero bene.

Stava diventando amico di Richie, o almeno così gli sembrava, e il sole era davvero splendente.

Aveva sempre amato il sole, gli metteva allegria e pace. Una giornata di sole doveva essere sicuramente perfetta.

In più l'interrogazione era andata bene anche se non aveva aperto neanche un libro.

Mentre camminava per andare a mensa qualcuno gli si affiancò, guardandolo.
"amo il tuo outfit"Eddie si girò verso lo sconosciuto, sorridendo ampiamente.

"davvero?"

"davvero"Lo sconosciuto gli sorrise "ti va di sederti accanto a me e ai miei amici in mensa?"

I due si sedettero presto ad un tavolo con altri tre ragazzi
mentre Eddie si guardava attorno leggermente imbarazzato, ma anche intimorito.
Sembravano molto più grandi di lui.

"loro sono Patrick, Victor e Belch"Disse il ragazzo sorridendo, prima di accorgersi di non essersi presentato lui stesso.
"Oh giusto, io sono Henry"

"Eddie"disse sorridendo il più piccolo, stringendo la mano a tutti in quel tavolo.

Chi l'avrebbe mai detto che sarebbe diventato amico di qualcun'altro, doveva davvero dirlo a Stan, magari si sarebbe unito a loro.

Ben presto coloro che Eddie conosceva come Patrick e Victor portarono il pranzo per tutti dal bancone. Eddie aveva risposto che poteva anche procurarselo da solo, ma avevano insistito.

"ti piace? possiamo anche prendere altro se non va bene"Disse Henry, mentre guardava Eddie e poi i propri amici.

"No grazie, va davvero bene"sorrise questo di rimando, cominciando a mangiare.
Non aveva mai avuto l'abitudine di guardare qualcuno mentre mangiava, lo metteva davvero a disagio.

Diede un primo morso al suo panino quando sentì una mano poggiarsi sul proprio ginocchio. Alzò lentamente lo sguardo ad Henry, che era accanto a lui, notando che fosse la sua.

Il più grande gli sorrise confortevole, rassicurandolo con quel sorriso ed Eddie non gli diede troppo peso, continuando a mangiare.

Il suo cuore iniziò a battere velocemente contro la cassa toracica quando la presa salì sulla coscia e fu più salda, tanto che sapeva che dopo gli avrebbe lasciato il segno.
Eddie sobbalzò, muovendo leggermente la gamba per fargli capire che quel gesto non gli andava affatto bene.

Questo messaggio non sembrava però essere arrivato.

La mano del più grande scese fino all'interno coscia del più piccolo, sfiorando le sue parti intime con le dita.
Eddie non abbassò lo sguardo neanche una volta, continuò a fissare il vassoio senza avere il coraggio di dire qualcosa.

Sapeva che i suoi amici li stavano guardando e che avevano già capito le sue intenzioni, ma non dissero o fecero nulla per fermarlo.

Il coraggio arrivò però quando la mano di Henry gli sbottonò i pantaloncini, facendolo spostare di scatto, scottato.

"Cosa c'è? qualche problema?"Chiese Henry, avvicinandosi di nuovo a lui.

Le lacrime di Eddie erano ormai salite fino ai suoi occhi. Erano lacrime di vergogna, di paura.

"Non toccarmi"sussurrò Eddie con voce spezzata.

"Come no?I tuoi vestiti gridavano altro"Henry sogghignò, poggiando entrambe le mani sulle cosce di Eddie, tirandole verso di sè.

"Se vuoi soldi posso darteli, ma dipende da cosa farai"Sussurrò Henry prima che Eddie spostò le gambe con forza, per poi alzarsi e correre via.

Le sue guance erano rigate dalle salate lacrime mentre correva tra i corridoi, andando a sbattere contro qualcuno, ma non se ne curò.

Sentiva vergogna, imbarazzo, come se fosse sporco e la colpa fosse sua, quando in realtà sapeva che non avesse fatto niente.

Era colpa sua perché si era vestito in quel modo?
Doveva aspettarselo?
Se l'era meritato?

Entrò in stanza, trovando Richie che mangiava il pranzo della mensa seduto sul letto a gambe incrociate.

Quest'ultimo, sentendo la porta chiudersi, alzò di scatto lo sguardo verso Eddie e balzò in piedi, avvicinandosi a lui.

Il più grande poggiò una mano sulla guancia di Eddie per asciugargli le lacrime che non smettevano di scorrere, ma quest'ultimo si spostò spaventato, lasciando la mano di Richie a mezz'aria.

Richie lo guardò negli occhi per qualche secondo non mettendoci troppo tempo a capire cosa fosse successo, ma dopo qualche minuto di silenzio nella rabbia di Richie che aumentava e nelle lacrime del più piccolo, Eddie si buttò tra le sue braccia.

In quel momento aveva bisogno di qualcuno.

Richie ricambiò l'abbraccio, attento a non stringerlo fino a fargli male.

"Ti preparo un bagno caldo"

✧⋆𝐈'𝐥𝐥 𝐟𝐢𝐧𝐝 𝐨𝐮𝐭⋆✧ 𝐑𝐞𝐝𝐝𝐢𝐞Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora