Lezioni di giapponese 日本語

Kanji (primi 20 kanji)

I kanji sono ideogrammi di origine cinese (letteralmente kanji vuol dire= caratteri han; Han era una stirpe cinese), che iniziarono a far parte della scrittura giapponese nel V secolo. E' ovviamente il sistema di scrittura più complicato, a causa dell'alto numero di ideogrammi presenti. Per arrivare ad un N1 bisogna saperne almeno 2000 (numero minimo per poter comprendere un libro o un giornale).

Vi sono 4 categorie di kanji:

1) i kanji della prima categoria rappresentano cose o elementi naturali, come il sole 日, l'albero 木, la bocca 口 (vedi sakuramagazine e la loro lezione sui kanji per scoprire altre informazioni sull'origine dei kanji). E' il caso dei primi kanji che corrispondevano al disegno di qualcosa. Il kanji dell'albero ricorda molto il disegno stilizzato dell'albero stesso, così come quello della montagna 山 e così via.

2) il secondo gruppo è composto da elementi più astratti, come il basso 下, l'alto 上 o in mezzo 中

3) combinando i kanji dei gruppi 1 e 2 possiamo formare altri kanji, come: bosco 林; sole + albero= est 東

4) tipologia di kanji formata da due parti: una che indica il campo semantico (chiamata ''bushu'' 部首), mentre l'altra ne indica il suono. Quindi la prima parte serve a determinare in che ambito si usa il sostantivo o radice e la seconda parte ne indica il suono.
Esempio: il carattere 語 a destra presenta il carattere che indica il campo semantico del linguaggio, infatti vuol dire: lingua o parola. Il carattere a sinistra, invece, rappresenta la lettura del carattere, che è "go".

Ogni kanji può avere più significati o pronunce: essendo i kanji di derivazione straniera, ci sono due pronunce da tenere in conto, quella cinese tradizionale (on, oppure on'yomi) e quella nuova giapponese (kun oppure kun'yomi). Un kanji creato in Giappone, quindi preso in prestito dalla Cina, non presenta la pronuncia on.

Altri kanji, invece, presentano più letture on perché il Giappone ha accolto le letture diverse di più epoche storiche della Cina.
In genere si usa la lettura on quando un kanji è combinato con un altro kanji, mentre si usa la lettura kun quando il kanji è da solo, in mezzo ad hiragana. (Ci sono eccezioni)

Una cosa che può aiutare la memorizzazione dei kanji è sapere che soltanto 214 ideogrammi combinati insieme servono a formare tutti gli altri kanji.

USO:
Si usano per scrivere sostantivi e radici di verbi e aggettivi, quindi le parti invariabili del discorso. Inoltre vengono usati anche per scrivere nomi di persone e luoghi.

I kanji si scrivono con un preciso ordine nei tratti, di solito la regola è: i tratti orizzontali vanno da sinistra verso destra, quelli verticali dall'alto verso il basso e i tratti curvi non vanno spezzettati. Il tratto che attraversa un kanji (verticale od orizzontale) va scritto per primo. Per maggiori dettagli consultare: sakuramagazine.com/giapponese-lezione-3-i-kanji-i-tratti-di-un-kanji/

I kanji sono fondamentali poiché in giapponese ci sono molte parole scritte allo stesso modo con più significati. Se si usassero solo gli hiragana e katakana, ci sarebbe molta confusione. In conclusione, non solo i kanji vengono usati perché radicati in una lunga tradizione, ma anche perché servono a distinguere il significato delle parole.
Usare tre alfabeti, inoltre, è fondamentale perché il giapponese non presenta spazi fra i simboli: in questo modo si capisce dove inizia e dove finisce una parola.

Il giapponese normalmente si scrive in verticale dall'alto verso il basso e da destra a sinistra, ma si trovano anche testi in cui i caratteri sono scritti come in italiano da sinistra verso destra.

PRIMI 20 KANJI:
Nota: per scegliere i kanji che metterò pian piano qua mi sono basata sul mio libro, sul blog di sakuramagazine e sull'esame dell'JLPT. I primi 100 kanji sono abbastanza per poter passare l'esame dell'N5
Nota 2: non saprei davvero come mostrarvi l'ordine dei tratti, se avete un'idea ditemi pure! Nel caso penso che per i kanji più famosi ci siano illustrazioni.