POV. ANNABETH
Dopo che uscimmo, finalmente aggiungerei, da quel dannato fiume, ci incontrammo con Atlanta per discutere una strategia per salvare Micheal.
Brancolavamo nel buio, non avevamo idea di dove l'avessero portato, in quanti l'avessero preso, in che condizioni fosse e, soprattutto, se fosse ancora vivo o meno.
Dal canto mio ero ancora preoccupata per l'ultima chiamata ricevuta da quella gentildonna della mia matrigna. La durezza delle sue parole, non posso nasconderlo, mi aveva abbastanza turbata. Non volevo ancora parlarne con Percy, anche se si era accorto che effettivamente c'era qualcosa che non andava, però lui sapeva benissimo che se non ne avessi voluto parlare non avrei parlato.
Astrid, invece, sembrava prendere la situazione con un certo distacco, nonostante non credo che fosse veramente così. Era troppo indifferente e tutti avevamo capito che si sentiva troppo responsabile per non esserne toccata per nulla.
Il fatto che stesse reprimendo le sue stesse emozioni, però, mi preoccupava anche se capivo perfettamente perché lo stesse facendo.Ero immersa nei miei pensieri, quando sentii delle braccia calde avvolgermi la vita e delle labbra familiari si posarono sulla mia clavicola, continuando a salire in un percorso immaginario fino ad arrivare all'angolo della mia bocca. Mentre Percy stava per darmi un vero bacio, io mi scostai, ignorando il suo mugolio di protesta.
-Cosa c'è?-
E io credetti di sciogliermi, perché quelle semplici due parole ebbero un effetto devastante. Lui aveva un effetto devastante. E il fatto che le avesse sussurrate in modo così dolce, tenendo le sue braccia ancorate alla mia vita, mentre la sua testa era appoggiata sul mio collo, ora cosparso di brividi grazie a lui, non aiutò. Per niente.
-Stai tranquillo, non è niente.-
-Ragazza Saggia, io accetto che tu non me ne voglia parlare, perché capisco che tu non ti senta pronta. Però non mi dire stronzate, perché so che c'è qualcosa e ti conosco da troppo anni perché tu mi possa convincere del contrario.-
Rimasi in silenzio, stringendomi di più a lui, che in risposta mi baciò sulla tempia. Rimanemmo in quella posizione per non so quanto tempo, potevano essere passati secondi, minuti, ore intere, ma comunque non me ne sarebbe importato niente.
Dopo quel lungo silenzio, Percy poggiò il mento sulla mia testa e parlò.-Sai, dopo tutto il casino dell'impresa, come andrà a finire con i tuoi fratelli?- poi specificò -Bobby e Matthew, intendo.-
Senza volerlo aveva toccato quell'argomento, quello che mi premeva da quando eravamo partiti. Mi irrigidii visibilmente e lui ovviamente lo notò.
-Okay Sapientona, ora sputa il rospo. Che cosa c'entrano Bobb e Matthew in questa faccenda?-
Feci un respiro profondo, non sapendo bene come spiegargli quell'orribile chiamata ricevuta dalla mia adorabile matrigna.
2 giorni prima
"Non avrai più niente nè da me nè dalla mia famiglia, ti abbiamo mantenuta abbastanza, visto che non era neanche compito nostro."
Quella viscida...
"Adesso che tuo padre è morto, per colpa tua peraltro, non azzardarti a cercare di contattare nè me nè nessun altro della famiglia. Quella normale, senza tutte le tue stranezze intendo."
Sentii qualcosa incrinarsi dentro di me, e non permisi a nessuna delle lacrime ,che premevano così tanto per emergere, di uscire. Però trattenni una risata al pensiero di Magnus, zia Natalie e zio Randolph, e di quanto fossero "normali".
-Tu... non hai il diritto nè l'autorità di dirmi quello che posso o non posso fare. Ti vuoi tenere i suoi soldi? Tieniteli! Ti vuoi tenere la sua casa? Va benissimo! Ma non puoi, non puoi, impedirmi di vedere i miei parenti, lurida empusa che non sei altro! Inoltre, che ti piaccia o no, io ci sarò al suo funerale perché lui, prima di essere tuo marito e padre dei tuoi figli, era il mio fottutissimo padre! Quando io sono nata lui neanche era a conoscenza della tua miserabile esistenza e, in quanto figlia, ho più diritti rispetto a te!-
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The Princess Of Sea
FanfictionSe Percy avesse una sorella? E se questa sorella fosse una fangirl? Lo scoprirai solo leggendo.