E' tutta colpa mia

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Alex pov's: I giorni a casa di Giorgio passavano tranquillamente, tra risate, litigate, abbracci, ingordarci di cibo e tutto il resto. I WGF non sapevano come io conoscevo Giorgio e viceversa. Non ci è mai capitato di parlare di questo argomento ma forse...meglio così. Ripensando a quei giorni, soffrirei. Ma tornando a noi... Era il terzo giorno che stavo con Giorgio e decidemmo di fare la pizza in casa per rievocare il nostro primo incontro. Andò lui a fare la spesa, il supermercato non era lontano. Uscendo da casa sua c'erano le strisce pedonali per passare ed arrivare al posto destinato. Era appena uscito di casa e stavo iniziando a preparare tutto il necessario per cucinare.

Giorgio pov's: ero appena uscito di casa per andare a prendere ciò che serviva per fare la pizza. Quante volte percorrevo quella strada, quelle strisce pedonali. Ovviamente essendo su esse passai tranquillamente poichè le macchine si fermavano. Ma con una non fu così. Proprio mentre stavo a due metri dal marciapiede sentì un peso, qualcosa che mi spinse talmente forte che caddi a terra. Sentii male dappertutto ma per di più alla pancia. Non capivo cosa fosse successo. Ma quando toccai per terra, quando la mia testa poggiò sull'asfalto, tutto buio. Sentii un fortissimo dolore dietro di essa, dopodichè un casino. Nella mia testa rimbombavano voci. Sentivo urlare, piangere, gente che mi chiamava, gente che cercava di svegliarmi. Ma io non ci riuscivo. Era impossibile svegliarmi. Poi mi attraversò un pensiero. Alex. Mi cercavo di sforzare per sentire se c'era, per sentire se c'erano le sue mani calde e sicure. Ma niente. Non riuscivo a fare niente. Io sentivo tutto ma non potevo fare niente. E mi si spezzò il cuore quando mi fecero salire su quella maledetta ambulanza ma non sentivo la voce di Alex, la sua presenza. Nonostante ero in condizioni pietose, non riuscivo a non pensare a lui. Non volevo morire senza sentire la sua voce. Almeno un'ultima volta. Ma ormai persi le speranze. I miei genitori abitavano lontano e non erano in ambulanza con me. Ero io. SOLO. Arrivato là mi misero in una stanza senza nessuno. O almeno non sentivo nessuno. Solo i medici. In tipo due secondi mi fecero una tac e si scoprì che si era formato un ematoma in una parte vicino al cervello. Mi dovevano operare. Ero senza speranze, dicevano. Avevo il mio telefono ancora in tasca e sentii Alex chiamare mentre c'erano i dottori in camera. Io non potevo rispondere, ero in coma. Così risposero loro

A: Giorgio... stai ritardando dove sei?

Dottore (D): Salve...lei è?

A: h-ho sbagliato numero, mi dispiace

D: no no cercava il signorino Giorgio, giusto?

A: sì ma...lei chi è? Cos'è successo a Giorgio? Sta male? Gli hai fatto del male? Dov'è il mio Giorgio! Rispondi!

D: con calma signore. Lei è un parente di Giorgio?

A: sono il suo migliore amico

D: capisco. Venga all'ospedale della città, le spiegheremo tutto

A: cos'è succ-

*fine chiamata*

Alex pov's: Numerose goccioline salate iniziarono a percorrere il mio viso, senza fermarsi mai. Iniziai a correre verso l'ospedale. Ero disperato. Cos'era successo a Giorgio? Fortunatamente l'ospedale non era così lontano, e corsi così veloce da arrivare lì in due minuti, così che le domande potevano avere una risposta, al più presto.

A: Sono il signor Alex, il migliore amico di Giorgio

D: sì, ci siamo sentiti prima. Venga con me

Andammo a sederci su un divanetto a prendere un caffè

A: posso sapere dov'è il mio amico? E come sta?

D: allora...Giorgio ha avuto un incidente

A: c-c-c-cosa? *iniziai a singhiozzare*

Just friend...or maybe moreDove le storie prendono vita. Scoprilo ora