Capitolo 6

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Apollon sbadigliò per quella che forse era la terza volta. Era sdraiato sul bordo della grande fontana al centro del cortile e non sapeva davvero casa fare. Tecnicamente doveva allenarsi, ma gli era terribilmente passata la voglia e quindi non aveva altro da fare che annoiarsi.

Non riteneva minimamente giusto che fossero state scelte solo tre persone per quella missione, o meglio non riteneva giusto che lui fosse stato escluso dalla missione e quindi stava facendo tutto il possibile per far innervosire Zhoto.

-se continui così è probabile che a Zhoto venga in mente di sostituirsi- disse una voce alla sua sinistra e che Apollon riconobbe subito. Non aprì gli occhi ma sorrise.

-non può- disse alla persona che aveva parlato mentre quest'ultima sbuffava.

-potrebbe impedirti di andare a qualche altra missione. Ti stai facendo solo del male Apo- disse il ragazzo sedendosi vicino la testa del castano che aprì un occhio nero come ossidiana per scrutare il bel volto dell'altro.

-deve capire che ha sbagliato. Capisco Giulius, ma Valentine poteva pure rimanere qui visto che ha come potere la malia che funziona solo sulle ragazze- disse Apollon alzandosi per poi sedersi al fianco dell'altro ragazzo e poggiare la testa sulla sua spalla.

-ma sai perfettamente anche tu che Giulius e Valentine sono migliori amici è ovvio che non li avrebbe mai fatti andare separati. Un po' come non manda mai insieme noi due- disse Simon sbuffando mentre Apollon ridacchiava.

-quella è una brutta scelta- disse infatti il ragazzo mentre Simon scuoteva la testa ridendo a sua volta e facendo si che i lunghi capelli castani si muovessero insieme a lui.

-ti prego già non tieni le mani apposto durante l'allenamento, figurati cosa accadrebbe se fossimo da soli in missione-

-ehi! Ho tutto il diritto di mettere le mani addosso al mio ragazzo. E poi devo marcare il territorio- disse Apollon giocando con una delle ciocche blu che aveva fra i suoi capelli castani.

-lo sai che nessuno degli altri ci proverebbe con me!- disse Simon tirandogli una guancia.

-io lo faccio per la tua sicurezza- disse Apollon alzando lo sguardo per poi lasciare un bacio sulle labbra di Simon che sorrise.

Fu in quel momento che una luce accecò i due poveri ragazzi. Apollon maledisse chiunque si stava smaterializzando in quel momento. Non poteva avere un po' di pace con il suo ragazzo maledizione!

Quando la luce sparì i due castani si trovarono ad osservare Tasha, Giulius e Valentine che teneva una persona, da quanto potevano vedere sembrava una ragazza, in spalla.

-cosa ci fate qui? E la missione?- chiese Simon preoccupato.

-e soprattutto perché avete rapito una persona?- chiese Apollon che solo in quel momento si era accorto che la ragazza aveva le mani legate.

-è una Chaos ma non vuole parlare- disse Valentine mentre Tasha alzava gli occhi al cielo.

-ma perché portarla qui?- chiese Simon alzandosi dal bordo della fontana e avvicinandosi agli altri ragazzi.

-perché dobbiamo cavarle informazioni e lei non collabora- disse Valentine.

-Zhoto non ne sarà contento- disse Apollon sdraiandosi nuovamente sul bordo della fontana.

-da lei ricaveremo informazioni importanti quindi Zhoto non potrà avere niente da ridire Aquaman- disse Valentine.

-in realtà vorremo usare la fonte perché Val dice che è una Chaos, ma non ne siamo sicuri al cento per cento- spiegò Giulian.

-io non sbaglio mai- disse il biondo sbuffando.

-allora dobbiamo avvisare immediatamente Zhoto. Non potete entrare nella fonte senza il suo permesso- disse Simon deciso ad accompagnare i ragazzi.

-si, stiamo giusto andando. Dove sono?- chiese Tasha mentre i quattro si incamminarono, anche se dopo pochi minuti vennero raggiunti anche da Apollon che non voleva minimamente perdersi la sfuriata di Zhoto.

-in palestra ovviamente- disse lo stesso Apollon mentre scrutava la riccia in spalla a Valentine che sembrava essere svenuta visto che aveva gli occhi chiusi e non si muoveva. -ma è viva?- chiese infatti dopo un po' leggermente preoccupato.

-si, sarà svenuta per via dell'impatto del teletrasporto- disse Tasha accorgendosi in quel momento che la ragazza non si muoveva.

-Val tu non te ne eri accorto?- chiese Giulius guardando con un sopracciglio inarcato Valentine che teneva la ragazza in spalla.

-sinceramente è stata una liberazione non sentirla più lamentarsi- disse il biondo facendo alzare gli occhi al cielo a Tasha. Fu in quel momento che i ragazzi arrivarono in palestra dove un ragazzo moro e uno rosso se le stavano dando di santa ragione mentre un uomo sulla quarantina e dai capelli castani osservava attentamente i due.

-Zhoto- disse Simon facendo girare verso di se l'uomo che sgranò gli occhi vedendo gli altri ragazzi presenti.

-Levon, Baldev fermatevi- disse l'uomo fermando i due ragazzi per poi rivolgersi ai nuovi arrivati. -e voi di grazia cosa ci fate qui? Siete in missione maledizione. Non ditemi che siete stati scoperti?- disse l'uomo mettendosi le mani sui fianchi e guardando male Valentine, Giulius e Tasha.

-colpa di Val, dice che questa ragazza è una Chaos e l'ha rapita prima di parlarne con noi- disse Tasha ricevendo un'occhiataccia dal biondo.

Zhoto scrutò la ragazza in spalla a Valentine.

-ne sei sicuro?- chiese l'uomo leggermente scettico. Non sembrava minimamente una Chaos.

-certo che si! Solo che non parla, possiamo usare la fonte per farla parlare- disse il biondo che stava iniziano a sentire il peso della ragazza sulla sua povera spalla.

-la fonte è un luogo sacro, non possiamo usarla per un Chaos che non vuole parlare- disse il rosso mentre si massaggiava il mento.

-la fonte rivela la verità, così potremo appurare anche se è veramente un Chaos oppure no. La ragazza sembrava non sapere davvero niente- spiegò Tasha incrociando le braccia al petto.

-Levon ha ragione, non possiamo usarla ogni qual volta non siamo sicuri su qualcosa- disse Zhoto sospirando.

-ti prego Zhoto! Solo per questa volte- supplicò Giulius. L'uomo guardò il ragazzo per poi spostare lo sguardo sulla castana inerme sulla spalla di Valentine, non sembrava per niente una del Chaos.

-okay, ma che questa sia l'ultima volta- disse l'uomo arrendendosi.

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