Pensieri ossessivi

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Scesa dalla macchina mi ritrovo un ampio palazzo davanti,  nel bel mezzo di una campagna deserta.

Ricordo di aver sentito che la ZWEM LEVEN è tradizionale ma moderna come scuola, interamente fatta in pietra dalmata.

Appena entrata noto la vasca enorme con 6 corsie.

È così vuota, non c'è nessuno in vasca o via vai dagli spogliatoi. Sembra di essere in un posto incantato.

Mio padre mi prende la mano e mi fa distogliere lo sguardo da quella magnificenza e c'incamminiamo al corridoio interamente blu che porta alla segreteria.

Mio padre entra in segreteria e mi fa aspettare sull'uscio della porta.

Mi siedo sulla panchina appena sulla destra.

Inizio a pensare a tutto quello che è successo. Un po' come nella doccia quando inizi a riflettere sulla vita. E La mia vita sta avendo troppe svolte, tutto è così strano, come se fosse un sogno.

Dovevo chiamare assolutamente Alex.

Non ho trasferito i contatti sul telefono nuovo, ma penso di riuscire a ritrovare il suo numero.

Lucas poi, non mi ha fatto sapere niente, nonostante i miei numerosi messaggi sul numero vecchio.

Menomale che lui stesso ha detto che non mi avrebbe mai dimenticata. Evidentemente è una di quelle frasi scontate che si dicono prima che il tuo migliore amico parta.

Dovrei chiamarlo, forse.
Forse dopo.

È come se fosse arrivata un po' di ansia, fortunatamente riesco a gestirla.

Mi manca Alex. Mi manca Lucas, mi mancano le loro risate, i loro messaggi ogni mezz'ora, la certezza che sarei potuta andare da loro facendo un passo.

Mi sarebbe piaciuto rivedere per l'ultima volta Alex, in faccia, per dirgli ciò che non ho mai avuto il coraggio di fare in tanti anni. Mi sarebbe piaciuto abbracciarlo, sussurrargli che ci sarei sempre stata per lui.

«Ci vediamo domani mattina per la prova allora»

Ci pensa la segretaria ad interrompere i miei pensieri su Alex.

«Si, a mercoledì dottoressa»


16:57 Nimega - Scuola

Sto aspettando Brianna mentre mi sistemo la nuova giacca di pelle che mi regalato la mamma: sono agitata, non sono mai uscita con una ragazza come lei.

Chissà che faremo questo pomeriggio. Dai è abbastanza carina quando mi sorride.

Ma che cosa sto dicendo, il suo sorriso mi disgusta, ne sono certa. Speriamo che si mostri decente con me, e non mi tratti come una bambina.

Sono passati 47 minuti e indovinate : Brianna non si è fatta vedere.

L'avrò chiamata una ventina di volte ma niente.

Sono basita, ma dovevo aspettarmelo. Quanto sono ingenua, dovevo dar ascolto al mio istinto e non al suo sorriso falso come le sue Jordan.

Io non riesco a capire, era lei che mi andava dietro, NON IO.

Prendo il telefono per chiamare mia madre quando sento:

«Ehi Fleur!»

Speravo in un momento fosse Brianna, ma la voce non era la sua.

«Fleur sono Jonas, il ragazzo della tua classe» sorride appoggiandomi la mano sulla spalla, ha l'affanno, sembra abbia corso una maratona.

«Ehi, come mai da queste parti? » balbetto mentre cerco di sfoggiare un sorriso ed una risatina. Stavo per piangere quando ho realizzato che Brianna non sarebbe mai venuta.

«Aspetto una ragazza» dice guardandosi intorno

«Anche io. Brianna, penso tu la conosca»

«Che cosa?»

Mi guarda e mi squadra dalla testa ai piedi.

«Che c'è? Anche tu pensi sia troppo vestita male per uscire con lei?»

Sono esasperata, perché devono tutti pensare non sia all'altezza.

«Sto aspettando anche io Brianna» sospira ed alza gli occhi al cielo.

Forse Brianna voleva uscire con più persone ma non l'ho capito. Di solito quel tipo di persone escono in gruppo.

«Quindi aspettiamo gli altri?» mormoro

«Ma quali altri, ci ha organizzato un appuntamento»

Non ho capito.

«Ma di che stai parlando? Chi sarebbe così idiota da invitare due persone per farle uscire insieme?»

Un momento di silenzio.

«Brianna»

«Io non ho nessuna intenzione di uscire con te» esclama disprezzandomi con lo sguardo

«Perché pensi che io voglia? Non ti conosco nemmeno»

«Allora ci si vede » e si allontana infuriato. A quanto pare aveva una cotta per Brianna. O semplicemente la odia. Come la odio io.

Chiamo mamma e mi faccio riaccompagnare a casa senza esiti.

Idiota io, che ci speravo. Come posso essere stata così stupida?


Apro lo sportello e nello stesso istante mi arriva un messaggio :

''Scusa cara, non sono riuscita a venire in tempo, le mie amiche mi hanno costretto ad andare a quella festa, ma ho chiamato Jonas per te, potreste fare amicizia, almeno non passi il pomeriggio da sola no? A domani xx''

Fanculo Brianna.

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