Ipertimesia

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Non ci posso credere.

Un anno che non sento la sua voce, eppure la riconoscerei tra mille.

«Fleur sei proprio tu? Sono mesi che ti cerco, come stai? Come va con i tuoi? E Silvia , sta bene anche lei?»

Non riesco a reagire. Ho sperato per mesi che arrivasse questo momento, ma adesso non so come comportarmi.

Non mi hanno contattata da quando sono a Nimega.

«Fleur?»

Mi schiarisco la voce. O almeno ci provo.

«Pronto?»

«Fleur, sono Lucas, come stai? Non so niente di te volevo sentirti. Manchi a tutti qui!»

Ma Alex?

«E Alex?» chiedo impetuosamente.

«Alex non è qui adesso. Ti farò richiamare dopo okay? Tanto ormai ho il tuo numero.
Ora parliamo d'altro , come va la scuola?»

«Lucas» intervengo interrompendolo.
Vorrei chiudergli in faccia per le pene che mi ha fatto passare in questo periodo, dirgli in faccia quante volte ho sperato che mi chiamasse, quante volte ho cercato il suo numero senza risultati.
Ma dall'altra parte, vorrei sbattergli in faccia la mia nuova vita che mi sono dovuta fare tagliando completamente i rapporti con i miei migliori amici, senza avere nessuno da cui cominciare, su cui contare.

«Dimmi?»

«Perché non mi hai chiamata in tutti questi mesi?»

Non ricevo una risposta.

«Non avevo il tuo numero»

«Non è vero » controbatto «Inizialmente avevo ancora il mio numero vecchio, non ti sei sprecato a scrivermi»
Lucas non mi convince per niente.

«Alex non voleva ti scrivessi, pensava lo facessi tu »

«L'HO FATTO LUCAS. L'HO FATTO»
Non ci sto capendo niente
«Lucas, ti prego.»

Il rumore di chiusura della chiamata risuona nel mio orecchio.

«Lucas? LUCAS?»

Avrò un'altra decina di chiamate lasciando messaggi nella segreteria ma nulla, neanche una risposta.

Ma adesso ho paura.

Mi prendo i capelli tra le mani e rivolgo lo sguardo al soffitto. Mi chiedo il perché , il senso di tutto ciò. Cosa ho fatto per stare così male.

Forse dovevo restare ad Apeldoorn, con la mia vita e i miei amici. Non avevo bisogno di questo cambiamento. Non avevo bisogno di Brianna, Jonas, i miei genitori, una nuova scuola, niente.
Stavo bene dov'ero.

Mi lancio nuovamente il telefono, ma va a finire sullo spigolo del comodino.

Sento qualcosa rompersi, come una bottiglia di birra spaccarsi.

È il vetrino.
Ci mancava solo che rompessi il telefono.

Rivolgo con un certo timore lo sguardo verso il pavimento. Sono sconcertata, ho davvero un lancio così forte?

Cerco di raccogliere i pezzi ma è inutile. L'ho fracassato.

Somiglia al il mio cuore in questo momento.
Come sono romantica.

Credevo che la mia vita fosse bellissima ma se ci scavi dentro è tutto il contrario.

Sto bene con Brianna ma soffro per Alex.

Mi convinco che Alex stia bene e poi arriva Brianna.

L'impossibile è successo e mi sono lasciata scappare l'occasione.

Mi alzo e mi guardo allo specchio , vedendo il mio viso rosso e sporco di nero. E stanco.

Mi alzo e apro la finestra per prendere aria. Non penso di farcela a stare in questa camera a gas per molto, ma non ho intenzione di uscire. I miei mi riempirebbero di domande e non ho voglia di rispondere.

Ne ho già molte per la testa. E ho 0 risposte.

Guardo al di sotto della finestra, idee mi passano per la testa. Pensieri. Salgo sul cornicione della finestra e guardo il cielo stellato. Sono le 2 di notte e nessuna macchina si azzarda a passare per strada.

Chiudo gli occhi, e respiro profondamente.

Mi sembra di volare. Volare su un cielo stellato, con il vento che ti rinfresca la fronte, ed è come se rinfrescasse le idee.

È come se facessi danza classica, un piede, un salto e ...oplà.

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