Whatever it takes

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{ Questa é la mía prima Drarry, non sono un asso nella scrittura e cercherò di dare il meglio di me. Spero che la storia vi piaccia, anche se scorrerà un po' velocemente, dal momento che ho voluto adattarla come frammenti alle canzoni degli imagine! Buona lettura }

Always had a fear of being typical
Looking at my body feeling miserable
Always hanging on to the visual
I wanna be invisible

Era un normale Mercoledì di fine Agosto, i raggi del sole  erano così caldi che costrinsero Harry Potter a cercare dell' ombra sotto un ciliegio che si trovava nel retro del giardino dei Dursley. Il motivo per cui era lì, in quella casa che aveva sempre detestato fin da bambino era semplice, voleva scappare dal mondo magico, dalla fama che era aumentata dopo aver sconfitto il più grande mago oscuro e forse, anche se non lo avrebbe ancora ammesso a se stesso, voleva più di tutto non dover affrontare le cicatrici ancora aperte di una guerra che si era portata via fin troppe cose. Per tutto il periodo estivo, Harry  era riuscito a convincere se stesso che l'unica spiegazione per il quale adesso si trovava dai suoi zii,  una semplice famiglia Babbana che ancora una volta si rifiutava di dargli quell'amore che gli era stato strappato via in una tranquilla notte di fine Ottobre, dalla luce di un lampo verde, era il fatto di non voler stare sotto dei stupidi riflettori ed in parte era così! Lui aveva sempre odiato essere definito "il prescelto" figuriamoci adesso se aveva voglia di passare al livello successivo ed essere considerato da tutti "il salvatore del mondo magico"  lui voleva soltando sentirsi uno dei tanti, voleva soltando poter vivere in pace la sua vita senza ritrovarsi su uno stupido giornale, per che ne só? Aver mangiato un panino! Ed è anche per questo che ora si ritrovava sotto quell'albero con lo sguardo perso nel vuoto a prendere la decisione di ritornare o meno in quella scuola che aveva definito casa per gran parte  della sua infanzia. Harry prese un respiro profondo e spostò  gli occhi dal verde prato sotto di lui, alla lettera che stava rigirando da una manciata di minuti tra le sue mani. L'aria in torno a lui era calma, al contrario del suo cuore che batteva più forte, per via di tutte quelle emozioni che formavano un uragano di sentimenti contrastanti . "Voglio davvero tornare ad Hogwarts dove  sicuramente sarò sotto i riflettori di tutti?" Era questa la domanda che balenava nella sua mente ormai da giorni, ma allo stesso tempo, in quel normale pomeriggio dove egli non si teneva occupato con faccende domestiche o varie litigate con suo cugino, che ironicamente gli facevano per fino sentire la mancanza di Malfoy, per non pensare a nulla, quella domanda annegava tra i ricordi di un luogo che dopo tutto sentiva ancora casa, annegava tra i ricordi di ogni momento passato con Ron ed Hermione, i suoi migliori amici. Quest'ultimo pensiero  lo rattristò parecchio. Alla fine della  guerra aveva rifiutato la proposta di Ron di andare alla tana e aveva mollato tutto e tutti per poi nascondersi nel mondo babbano, ignorando i vari gufi che arrivavano dalle persone a lui care.  ' Forse la risposta alla mia domanda sta in questo' pensò subito dopo Harry e il solo pensiero di poter rimediare a gli errori commessi impulsivamente dopo una guerra e alla possibilità di poter spiegare a Ron ed Hermione il motivo per cui gli ha bellamente ignorati per un'intera estate, lo spinsero ad accettare questa " nuova avventura " ma allo stesso tempo lo portarono finalmente ad affrontare la domanda che rifiutava di porsi da troppo tempo : " Ho paura di tornare ad Hogwarts, perché questo implica affrontare i fantasmi di una guerra terminata da poco?"

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