Cicatrici

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( Yoongi. )

Mi sentivo uno straccio, era come averlo abbandonato nella tana del lupo, abbandonato ad una fine certa.
Il ritorno fu per me silenzioso e pensieroso, mi chiesi se quella fosse la strada giusta. Guardavo la città scorrere fuori dal finestrino, tutto era come prima, il mondo non si fermava con te. Sentii una morsa al petto e non poteva solo essere preoccupazione. La mano calda di Hoseok sulla spalla mi fece sobbalzare. " Andrà tutto bene Yunki, dai. " Io annuii leggermente, volevo davvero crederci, quei sentimenti e quelle emozioni erano assolutamente normali, no? Mi passai una mano sul viso. Anche perché l'unica alternativa sarebbe stata una pallottola in testa e qui volevamo, in un certo senso, evitare di arrivare a tanto.

[Qualche ora più tardi. ]

Avevo detto ai ragazzi di restare, se la casa fosse diventata improvvisamente vuota e silenziosa avrei dato di matto, per la prima volta nella mia vita odiavo il silenzio, la quiete e la solitudine.
Quando sentii il cellulare squillare mi ci lanciai come un'aquila sulla preda. Un numero sconosciuto. Stava già chiamando? Dovevo preoccuparmi? Risposi.

📞 JM: Hyung...
      Yoongi: Hey...ciao.

Volevo urlare. Ma al tempo stesso la mia risposta mi sembrò così smorta e disinteressata.

📞 JM: Ascolta, c'è un problema.
      Yoongi: Quale? Sei da solo?
      JM: Si, non è questo il          problema, è sotto la doccia. Ascolta, ha nel cruscotto della sua macchina, una dannata pistola hyung. Dice che non è la sua. Ma del fratello.
Capite chi cazzo è suo fratello, credo sia importante.

Sapere che Jimin era in una casa con quello che aveva un'arma a portata di mano mi mandò nel panico.

📞Yoongi: Io ti vengo a prendere.
     JM: No. Dobbiamo andare avanti, sento che potrei trovare molto altro e fargliela pagare per sempre. Ora vado. Ti amo...
     Yoongi: aish...ti amo anche io, sta attento.

Chiuse la chiamata e guardai gli altri. Aveva chiamato subito per avvertirmi di quella pistola. Menomale. Sapevamo che ora aveva un'arma da fuoco con se. Se effettivamente fosse solo quella. Chi lo sa.
" Yoongi, devi calmarti, devi restare calmo e lucido, hai scordato che significa agire in certe cose con le emozioni di mezzo? " - " È il mio cazzo di fidanzato Namjoon. Che cosa dovrei fare? Festeggiare e bere con voi?! Non ho intenzione di nascondere la mia agitazione. " - " Non devi nasconderla, non a noi ne a te stesso, ma a lui. Per lui sarà importante sentirti tranquillo e convinto. Se ti sente così, inizierà a cedere e tutto potrebbe andare a fanculo ancora prima di cominciare. " Non aveva tutti i torti, chiusi gli occhi facendo un bel respiro. " Mi prendo da bere. " Dissi e basta andando in cucina. " Hyung, capiscilo, non deve essere facile. " Mormorò Jungkook e Nam annuì. " Nessuno ha detto che lo sarebbe stato. Lui lo sapeva a cosa andava incontro, gli ho solo dato un consiglio, lo capisco come sta. " - " Deve essere davvero cotto di questo Jimin se gli fa uscire fuori tutta questa emotività. Mai visto così. " Continuò Tae fumando una sigaretta vicino alla finestra. " Sei geloso? " Lo punzecchiò Jin ridendo. " Nah, mi è passata da un pezzo la cotta per lui. " Entrambi su beccarono un'occhiataccia da parte di Jungkook. " Oh ~ scherzavamo Kookie. " Disse subito Tae avendo notato lo sguardo arrabbiato del minore e lo raggiunse abbracciandolo da dietro e baciandolo, ebbi la sfortuna di beccarli proprio in quel momento. " E basta, voi due. " Tutti risero. " No, non è poi cambiato molto. "
Averli la, era davvero una fortuna.

[ 3 giorni dopo. ]

Da parte di Jimin non ricevetti più aggiornamenti, nulla. Ero così fottutamente agitato che nemmeno 5 bottiglie di soju riuscivano a placare la mia mente. Dov'era? Come stava? Cos'era successo? Poi il messaggio in cui diceva di raggiungerlo al suo ristorante la sera. Tirai un sospiro di sollievo e effettivamente contai ogni singolo minuto fino a quel momento e quando furono le 8 e aprii la porta di quel ristorante e lo vidi la, a lavorare, non mi fregò assolutamente che fossimo in pubblico. Lo abbracciai tenendolo così stretto a me che pensavo potesse spezzarsi fra le mie braccia. Lui ricambiò la stretta, era anche più piccolo di come me lo ricordavo o ero semplicemente io a dare di matto perché lui era la. " Hyung.." Lo sentii sussurrare e io gli alzai il viso baciandolo dolcemente. " Mi sei mancato. " Gli sussurrai sulle labbra, trattandolo come se poi sarebbe rimasto. " Non dirlo, mi sentirei solo più male a tornare indietro poi. " Disse sconsolato accarezzando però la mia guancia. Dai sediamoci. " E finii seduto accanto a lui. " Allora...come sta andando la convivenza? " Lui fece un mezzo sorriso. " Una gran cagata Hyung, non lo sopporto. Si comporta costantemente così dolcemente, fa il premuroso, il pentito. Sta mostrando un lato di lui che è talmente finto da darmi il vomito e vorrei prendergli la testa e sbattergliela al muro. " - " Felice di sapere che abbiamo le stesse voglie. " Gli misi una mano sulla sua e lui sospirò. " Avete scoperto qualcosa su chi è il fratello? " - " Non molto, non ha più social, non ha altro che quell'auto intestata a se e basta. C'è solo un articolo di 10 anni fa, in cui vinse la maratona di Seoul e donò tutto in beneficenza, nulla di più. Sei sicuro che quella...cosa appartenga a lui e non a Hyejun? " Fece spallucce. " Non lo so, lui ha solo detto che non era sua e di non toccarla. Dannazione. Hyung, io ho una strana sensazione addosso da giorni, come se qualcosa appunto ci stesse sfuggendo. Tutta la sua casa è pulita, in ordine, non nasconde niente da nessuna parte. Sono riuscito a frugare nelle sue cose in tutta la nostra stanza. " - " Nostra? " - " Dormiamo insieme..." Feci una smorfia. " Lo so, mi dispiace hyung, non posso evitare anche questo, evito quanti più baci possibili e di fare sesso. Me le sto inventando tutte. E mi fa schifo, schifo che la sua bocca da maiale sia sulla mia..." Lo vidi toccarsi le labbra e mi calmai, perché essere gelosi, quando lui stava facendo tutto questo per noi? Per se stesso? Per la giustizia? Sospirai e accarezzai il suo viso. " Finirà tutto presto Jimin, te lo prometto. Abbi pazienza un altro po'. Nam, ci sta perdendo il sonno per trovare delle cose al più presto. Tu continua a cercare, perché se in superficie tutto sembra ben fatto, non significa che lo sia anche sotto. " Lo vidi illuminarsi. " Aspetta...lui ha una mansarda. Non è esattamente sotto ma non ci sono mai stato la..." Mormorò come se avesse appena scoperto l'acqua calda. " Amore sei un genio. " Continuò e mi baciò nuovamente. E io sorrisi, avevo solo detto una stupida frase ma a quanto pare, era servita anche troppo. Lo baciai anche io, lasciando stare tutti gli altri pensieri, con la mano libera strinsi  la sua fino a quando non lo sentii singhiozzare. " Jimin? " - " Scusa, scusa...mi sembra di farti un torto a baciarti dopo che ho baciato lui e sono sempre super in allerta e teso che stare qui con te ora...mi ha fatto sciogliere. " Gli sorrisi comprensivo. " Poggiati a me, piangi quanto vuoi, usami per stare meglio. " Mormorai con una mano fra i suoi capelli mentre lui si accucciava contro di me. Io guardai davanti a me, verso la porta, le lacrime che si stavano accumulando nei miei occhi non mi facevano vedere bene, ma nemmeno una ne avrei versata, ricordai le parole di Nam. Dovevo essere forte per lui. Restammo così per minuti interi, in silenzio, l'uno poggiato all'altro, in quel tavolo, sotto una luce giallastra. Poi fuori scoppiò un temporale, i soliti temporali estivi improvvisi. Anche se non era ancora pienamente estate, ma vabbè. Jimin si mosse e prese il cellulare. " È lui, sta venendo a prendermi, vai. " Mi disse asciugandosi il viso. Lo guardai stringendo i denti. " Ti amo. Okay? Ti amo tanto e sei più forte di quanto lo sia mai stato io. " Gli sussurrai sulle labbra. " Stai attento. " - " Si...ci sentiamo o vediamo presto, spero. Vai ora, ho paura che sia più vicino di quello che dice. " Io annuii e mi alzai lasciandolo solo nel ristorante, me ne andai per strada, sotto la pioggia che scendeva come se non piovesse da decadi. " Fantastico, proprio fantastico. " La pioggia rappresentava esattamente il mio umore e non avevo nemmeno nulla con cui ripararmi. Sbuffando proseguii verso casa mia, allontanandomi sempre di più dalla gente e dalla strada affollata. Stavo per infilare le cuffie quando mi sentii coprire la bocca con una mano e trascinare via. Mi ritrovai nel semibuio di una strada, abbastanza isolata a quell'ora non c'era nessuno in giro, cenavano tutti. Cercai di vedere chi avessi di fronte ma non si vedeva molto bene e credo che il loro viso fosse coperto da una bandana. " Chi cazzo siete?! " Sbottai cercando di liberarmi della presa del tizio dietro di me. " Ssssh, sssh ascolta solo per un minuto, ok? Devi sparire dalla circolazione, levarti dalle palle, mi hai capito? Soprattutto devi smetterla di seguirlo, ti ha detto che è finita amico, perché continuare a fare lo  stalker?! Hm? " Che fosse Hyejun? No impossibile, quello era così codardo che sicuramente erano i suoi amichetti sfigati, figli di papà. " Hai intenzione di annoiarmi a morte con le tue parole? " Sibilai spostando la sua attenzione altrove, non doveva assolutamente ricevere alcuna risposta da me al riguardo, nemmeno una indiretta. Lo sentii ridere. " Non dovresti scherzare con chi è armato e ti tiene in pugno cosi, non credi? " Disse avvicinandosi a me, al mio viso con un coltellino. " È quella la tua arma? Ci tagli il burro con quello? " Il mio piano funzionava, erano così imbecilli che ci cascarono immediatamente, se quello doveva essere un interrogatorio, la loro missione stava fallendo miseramente. Lo avvertii ringhiare dalla frustrazione e quel coltello mi colpì sull'occhio, dal basso verso l'alto, più che un attaco premeditato mi parve un: ti colpisco qualcosa a caso tanto che importa. Io emisi un gemito ma nulla di più. " La prossima volta ti cucio la bocca. Sta alla larga da quel ragazzo. " Sibilò andandosene con i suoi amici, qualcosa doveva averli disturbati, perché se era solo quello l'avvertimento non avrebbero spaventato proprio nessuno. Mi portai una mano sul viso e il sangue caldo mi colava sulla mano, porca puttana. Me ne uscii da quella strada, guardandomi sempre alle spalle ora, fino a casa.
Gli altri mi stavano aspettando ma appena videro il sangue si allarmarono. Raccontai loro cosa fosse successo. " Fermati, non riesco a pulirla bene se ti muovi. " Mi rimproverò Jin mentre tamponava con il disinfettante la mia ferita. " È un miracolo che non ti abbia preso l'occhio in sé per se. " Aggiunse e io scossi il capo. " Ma quale miracolo, non sapeva come maneggiarlo un coltellino. " - " Penso che ti resterà una cicatrice bella e buona qua...ti servono dei punti e non sono così bravo con quelli. " - " No, non ne voglio, coprirla come puoi e amen, hyung. " Dissi scazzato. " Pensi che sappia che ti sei visto con lui stasera? " Disse Hoseok raggiungendoci e scossi il capo. " No, credo solo che pensa che io lo segua per farlo tornare con me o boh. Lo vedi che è stupido?! Dio, ho voglia di..." Mi zittii. Tutti avevano già capito che voglia avessi, non c'era motivo di dirlo ad alta voce. Tutta quella storia sarebbe finita presta. Molto presto.

𝗟'𝗔𝗥𝗥𝗜𝗩𝗢 𝗗𝗘𝗟𝗟𝗘 𝗥𝗢𝗡𝗗𝗜𝗡𝗜 ; Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora