Capitolo 18

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Allison

-ADRIANUCCIO! -esclamò la ragazza mentre saltava addosso ad Adrian, che, colto alla sprovvista, per poco non cadde per terra.
-Calliope? -chiese poi a fatica.
-Esatto! -rispose la ragazza. Aveva il classico modo di fare di quelle ragazze che urlano appena vedono un bel ragazzo e che nel cervello non hanno nient'altro che cotone. Odiavo quelle stupide.
Vedendo che quell'oca strillante non lasciava andare Adrian, mi schiarii la voce, gelosa. Solo a quel punto lui si tolse le braccia di lei dal collo.
-Adrian, ti spiacerebbe... -dissi.
-Giusto ehm... Allison, lei è Calliope. Calliope, questa è Allison. -ci presentò Adrian.
-Piacere! -fece Calliope rivolta a me, poi porse la mano, che strinsi controvoglia. -Adrianuccio mi ha parlato tanto di te.
-Ah sì? Quindi ti avrà detto che stiamo insieme. -lanciai un'occhiata irritata ad Adrian.
-Allison... -tentò lui.
-Beh, io vi lascio. Ho visto dei pasticcini al buffet che sembravano chiamarmi. -tagliai corto. Senza nemmeno aspettare una loro risposta, mi allontanai verso i tavoli dove un attimo prima erano andati Percy e Annabeth. La presenza di Calliope mi aveva provocato una sensazione strana che attribuii alla gelosia. Adrian era pur sempre il mio ragazzo, no?
Mi guardai alle spalle: non mi aveva seguita. Beh, se miss urlo-come-una-scema era di suo gradimento non potevo farci niente. Feci finta di sembrare interessata al buffet, ma mi era salita la nausea e tutto ciò che vedevo mi sembrava cemento.
-Allison? -mi chiamò Annabeth. Era proprio di fianco a me.
-Oh, ciao. -dissi. -Non ti avevo vista.
-Che succede?
-Nulla. Adrian è in dolce compagnia, perciò ho deciso di non disturbare. -cercai di non far trasparire emozioni e di mantenere un tono piatto, così che Annabeth non capisse il mio stato d'animo.
-E chi è questa ragazza? -domandò lei.
-Non ho voluto stare a sentire i suoi schiamazzi, quindi sono venuta via senza nemmeno chiedere. So solo che si chiama Calliope.
-Schiamazzi? -fece Annabeth, confusa e divertita. La sua espressione era così divertente che riuscì a farmi ridere.
-E Percy? -chiesi.
-È al bagno. Spero solo che i suoi poteri non ritornino improvvisamente e non faccia saltare in aria le tubature.
E ridemmo.
-Oh eccoti. Vieni con me. -Adrian spuntò alla mia destra e mi prese per il braccio. -Dobbiamo parlare.
-Ma... -prima che potessi protestare, lui mi portò lontano da Annabeth e dal tavolo del buffet.
Immaginai che volesse un po' di privacy, perché uscimmo dalla libreria e ci allontanammo di qualche passo dai buttafuori per non disturbarli.
Quando non fummo più a portata d'orecchio, Adrian si fermò e si voltò a guardarmi, lasciandomi il braccio.
-Mettiamo le cose in chiaro una volta per tutte. -disse incrociando le braccia.
-Prima dimmi chi è quella Calliope.
-La conosco da quando ero piccolo. Mio padre sperava che mi mettessi con lei, una volta raggiunta l'età giusta.
-Oh, un matrimonio combinato! Che bello! -commentai, sarcastica.
-Lei non mi piace. È un'amica.
-Non sembrava importarti quando lo dicevo di Leo e Jason.
Adrian si passò una mano sul viso: -Hai intenzione di rinfacciarmi ciò che è successo domenica per sempre?
-COSA DOVREI FARE? DARTI UN PREMIO? -urlai spazientita. -Non lo capisci, vero? Non capisci come mi hai fatto sentire?
-Dai la colpa a me adesso?
-Se ti fossi limitato a dirmi che ti dava fastidio vedermi abbracciare i ragazzi, ora non saremmo qui a parlarne. -gli feci notare stringendo i pugni. -Saremmo dentro, con Percy e Annabeth, a cercare Rick Riordan come da programma. Oppure solo io sarei lì con loro mentre tu saresti con la tua mogliettina?
-Allison...
-Non pensavo fossi il tipo che apprezza quel genere di ragazza. A scuola mi dici spesso che quelle così non le porteresti nemmeno a...
-MI VUOI ASCOLTARE? -mi interruppe lui. -Va bene, sei arrabbiata con me. Ma forse ora hai capito cosa ho provato io.
Gli occhi iniziarono a pizzicare e mi morsi il labbro. No, non dovevo piangere. Non dovevo piangere...
Vedendo che non rispondevo, Adrian si passò una mano nei capelli. Era nervoso: faceva sempre quel movimento quando aveva i nervi a fior di pelle.
-Ascolta. -disse. -Tutto questo è partito da quando ci siamo baciati a casa mia e tu mi hai respinto. D'accordo, non ho tenuto conto che tu non sei pronta a ciò che io vorrei fare con te. Ma dimmi almeno... perché? Perché non ti fidi di me?
-Adrian, io mi fido di te. Ci conosciamo da quando eravamo all'asilo!
-Allora dimostramelo. Dimostrami che questi cinque mesi della mia vita che ho deciso di passare con te non sono stati una perdita di tempo. -sembrava disperato. C'era qualcosa nella sua voce che non avevo mai sentito. In quell'ultima frase mi aveva praticamente pregato.
-Io ci sto provando. -dissi stringendomi nelle spalle. -Te lo giuro. Ma se tu non mostri un minimo di pazienza nei miei confronti... io non so...
-Ho aspettato cinque mesi, Allison. -era strano sentirmi chiamare da lui con quel tono. -Cinque lunghi mesi. Cos'hai intenzione di fare adesso?
Cosa volevo fare? Beh, mi stavo trattenendo dal piangere. Come negli ultimi giorni.
Adrian si passò una mano sul viso, sospirando: -Non vorrei arrivare a tanto, ma non mi piace litigare con te. -disse dopo qualche secondo di silenzio. Mi guardò negli occhi e sentii il cuore battere più forte.
-Adrian...
-Io credo che sia meglio prendersi una pausa... per capire cosa vogliamo davvero.
-Co-Cosa? -domandai sicura di aver capito male. -Ci stiamo... ci stiamo lasciando?
-Beh, se non hai di meglio da proporre...
Singhiozzai, ma cercai di soffocare il singhiozzo. Era come se il cuore mi si fosse spezzato. Non poteva essere vero.
Il ragazzo sospirò: -Sono stati cinque mesi bellissimi, ma a questo punto io...
-Perché? No! Io... io... -gli presi le mani, lasciando che finalmente le lacrime mi scendessero sulle guance. -P-Parliamone almeno. Vuoi che ti dica che ti amo? Te lo dirò. Vuoi che stia lontana da Leo e Jason? D'accordo, io ci proverò...
-Allison...
-Ma ti prego, non arriviamo a tanto...
-Allison...
-Io... io...
-Ascolta. È solo per capire cosa...
Ma non volevo sentire nient'altro. Così corsi via, lontano da lui.
Non volevo crederci. Erano passati appena cinque mesi e ci eravamo già... mi rifiutavo di dirlo.
Arrivai al parcheggio dove avevamo lasciato la macchina poco più di un'ora prima e presi il telefono dalla borsa. Cercai il numero con mani tremanti.
-A-Adam? -balbettai.
-Che succede, Ally? Tutto bene? -chiese mio fratello preoccupato.
-Io sto bene, ma mi potresti venire a prendere?
-Certo, sorellina. -rispose con tono dolce. -Arrivo subito.

Adrian

Allison corse via e non riuscii a finire la frase. Sospirai e mi passai una mano tra i capelli. Dovevo seguirla? Fare attenzione che non si cacciasse nei guai, essendo sera tardi?
-Ehi, ragazzo. -mi chiamò uno dei due bodyguard prima che potessi prendere una decisione. Alzai lo sguardo su di loro e notai che mi stavano fissando entrambi.
-Sì? -chiesi.
-Va tutto bene? -domandò quello sulla sinistra.
-Non esattamente, ma le cose si sistemeranno. -tagliai corto. Poi entrai nella libreria e mi misi a cercare Percy e Annabeth, cercando di non pensare a quello che era appena successo.
Calliope mi raggiunse appena misi piede nel negozio, ma la allontanai dicendole che ero stanco e che me ne stavo andando... cosa che era vera. Rick Riordan non si era fatto vedere, forse era meglio togliere il disturbo.
Trovai Percy e Annabeth mentre parlavano con due uomini. Non avevo idea di chi fossero questi ultimi, ma, appena mi videro, i due semidei si scusarono e si avvicinarono a me.
-Ehi, dov'è Allison? -chiese Percy.
-È andata a casa. -risposi. -E dovremmo andarcene anche noi. Qui siamo solo d'intralcio.
-È andata a casa? -ripeté Annabeth, sorpresa. -Da sola?
-Avrà chiamato uno dei suoi fratelli. -dissi, sbrigativo.
-Adrian, cos'è successo? -fece Percy notando il mio stato d'animo.
-È una lunga storia. Ora venite. -feci segno verso la porta. -Andiamocene. Questa "missione" è stata un fallimento.
Dopo un attimo di esitazione, i due semidei mi seguirono. Era tardi ormai, la gente aveva smesso di arrivare da un po' di tempo. Se il signor Riordan non era ancora lì, allora non sarebbe mai venuto.
Mentre uscivamo dalla libreria, mi misi a giocare con le chiavi della macchina. E così ora non ero più il ragazzo di Allison. Anni e anni per farmi notare da lei, per farle capire che per me era più che un'amica d'infanzia... tutto sprecato.
Sospirai e alzai gli occhi al cielo. Era una serata limpida, senza nemmeno una nuvola. L'estate si stava avvicinando e c'era un leggero venticello fresco. Ma non riuscivo a godermelo come volevo.




*angolo meh*
FINALMENTE SONO RIUSCITA A SCRIVERE QUESTO BENEDETTO CAPITOLO. Giuro che era da giorni che cercavo di scrivere, ma tra scuola e una cosa che mi è successa in casa questi giorni sono stati difficili e avevo un blocco dello scrittore assurdo.
So che mi odierete per questo capitolo... ma ci vuole. Mi spiace💔

Nei prossimi avremo un nuovo pov. Non vi dico chi però 😏

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