Felix Felicis

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Era seduto sul letto, i piedi ben saldi sul pavimento e le mani chiuse in una muta preghiera di coraggio e codardia. 

Mancava qualche minuto all'ora stabilita per l'appuntamento e non riusciva a muoversi: non era pronto ad abbandonare quelle mura, ad abbandonare lei. Non era pronto a perderla davvero e forse non lo sarebbe mai stato. 

Guardò per l'ultima volta le tende rosse, i bauli sistemati accanto ai letti, la stufa di metallo, la sua sciarpa verde e argento e strinse i pugni. 

Aveva ripercorso ogni corridoio, guardato con attenzione ogni statua, ogni ritratto; era tornato nei sotterranei toccando gli enormi vetri dietro cui viveva un mondo che non avrebbe più rivisto, aveva risalito il sentiero della Foresta Proibita e si era seduto sulle rive del Lago Nero ad ammirare l'acqua illuminata dal sole, increspata da quella lieve brezza che sapeva quasi di estate. Aveva accarezzato le pietre, il legno, gli specchi ed era tornato nel bagno in cui aveva quasi rischiato di morire; si era fermato a lungo di fronte alla parete della Stanza delle Necessità, ricordando le ore spese a riparare l'armadio svanitore e quelle spese tra libri e scorci d'amore. 

Si era sentito sospeso nel fruscio leggero delle foglie, nei colori dei fiori, distratto dalle piccole cose che non aveva mai notato, dai sussurri del mondo che non aveva mai ascoltato, incantato dalle sensazioni che provavano le sue dita a contatto con l'esterno, mentre provavano a catturare anche un solo soffio d'aria, una goccia di notte illuminata dal giorno.

I capelli a coprire gli occhi lucidi, le mani nelle tasche, la bocca dritta e, come mai prima nella vita, Draco Malfoy si era sentito a casa.

Poi, si era vestito, guardandosi allo specchio, ripetendo a se stesso che quella, proprio quella, la più difficile, era l'unica strada da seguire.

La scelta giusta, quella che avrebbe rimediato ad ogni suo errore, anche il più banale: a tutte le volte che aveva finto di amare, nelle notti di piacere, all'unica volta che aveva amato davvero, mentre il nuovo si presentava al mondo, al suo mondo; alle volte aveva nascosto i suoi sentimenti con gli insulti, alle volte in cui avrebbe dovuto correre e invece era rimasto fermo; alla volta in cui si era fatto marchiare dal male, senza opporsi e a quella volta in cui Hermione gli aveva chiesto un motivo per restare e lui era rimasto in silenzio, muto, smarrito, sconfitto. 

E, soltanto dopo essersi seduto di fronte al Preside affiancato dal professor Piton, aveva capito di aver lasciato il proprio letto. 

-È stato un anno difficile. - cominciò in un sussurro. -Il più difficile, a dire il vero… 

-Conoscere sentimenti di un certo peso è difficile, signor Malfoy. 

-Sì, anche chiudere la mente alle invasioni altrui lo è, soprattutto se la lettura del pensiero è stata obbligata dal più grande mago di tutti i tempi. E, vi prego, chiamatemi Draco. 

-Sì, lo è. - rispose il Preside. 

Guardò i due uomini che aveva di fronte, gli occhi pieni di chi ha vissuto per troppo tempo nella solitudine dell'amore ed ebbe paura di poter scoprire i suoi e trovarli così. 

-Sono qui per firmare la fine del mio percorso a Hogwarts. 

-Ci sono tanti motivi per restare, Draco. 

-Ed uno solo per andare via. Quello vale più di tutti. 

La mano di Silente si posò sulla sua e quel calore sembrava avere il potere di rassicurarlo, sembrava allontanasse un po’ il freddo di quella tristezza che lo invadeva e gli camminava sotto la pelle. 

-Sei sicuro di quello che stai facendo? 

-Sì. 

-Allora spero che, almeno stasera, tu possa essere felice. 

Since I kissed you continued Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora