Parte 23 NUOVA

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Tonks se ne era da poco andata, doveva tornare da suo figlio che aveva lasciato a casa a dormire un'ora prima, ed Hermione ora riposava da sola nel letto. Si era stesa su un fianco e guardava la finestra sulla sinistra da cui brillava un'innaturale luna piena. Oscurava tutte le stelle del cielo, attirava lo sguardo su di se e come una prima donna si faceva ammirare. In quella stanza regnava il silenzio come non aveva mai fatto in tutti quegli anni in cui l'aveva occupata. Ogni volta che con Gin dormivano insieme passavano la maggior parte della notte a parlare, lei di Ron e la rossa di Harry. Ore ed ore a prenderli in giro su come fossero disattenti ed ingenui senza sapere che le vere ingenue erano proprio loro. Quanto potevano essere lontani quei tempi adesso? E quanto poteva essere lontana Ginny?

Tonks le aveva consigliato di lasciar perdere l'imbroglio, di non prendersela e di non rischiare nulla quando aveva avuto una seconda possibilità, aveva riavuto la sua vita. Quella sera Hermione non era voluta uscire dalla sua camera e nessuno era venuto a cercarla, tanto meglio; non avrebbe voluto vedere nessuno di loro lo stesso. Si sentiva umiliata. Era stata merce di scambio e glie lo tenevano anche nascosto, probabilmente aspettando solo di perfezionare la storia da poterle raccontare. Ora aveva senso l'assenza di Ginevra ed anche tutto il tempo in cui l'avevano tenuta addormentata. Avevano dato a Lucius il tempo di far perdere le sue tracce e condannato lei a restare con loro, senza darle possibilità di scelta, come quella che aveva scelto di non dare a Draco quando aveva scoperto di essere incinta.

Hermione non aveva più lacrime da versare. Era stata messa all'angolo e non poteva far altro che continuare a fingere di non essere a conoscenza di niente, seguire il consiglio di Tonks. Avrebbe dovuto dimenticarsi di Draco, di Blaise, di quegli ultimi mesi e tornare con Ron, perchè avevano fatto questo proprio per lui, per ridargli la vita che Draco gli aveva tolto presentandosi da lei e strappandola da quella realtà che si era creata.

Di nuovo, stava accedendo di nuovo. Avrebbe dovuto dimenticarlo e tornare al suo mondo fittizio.

Rabbrividiva al pensiero di cosa i suoi amici fossero stati capaci di fare, una parte di se gridava che non era possibile, che non avrebbero mai venduto milioni di vite solo per ridare a Ron la possibilità di riaverla. Ma era una ragazza troppo razionale per dare credito a quella flebile vocina in se che voleva negare l'evidenza, eppure per un istante ci provò. Forse così avrebbe fatto meno male e di sicuro avrebbe reso l'agonia per Draco meno forte. Così non era.

Non riusciva a non pensare che l'ultimo loro incontro fosse stata una feroce litigata. L'ultima cosa che si erano detti a vicenda era che non erano adatti, c'erano stati pugno contro il puro e "ti odio" urlati ad un incantesimo silenziatore. Ma adesso che erano lontani ogni particella di Hermione sentiva la sua mancanza. Lo reclamava, come quando ti viene sottratto un qualcosa di tuo. Perchè Draco era qualcosa di suo e come l'aria Hermione non poteva starci più senza.

Ti prego trovami, pensò lei. Fallo prima che mi facciano dimenticare di te.

Nei giorni che seguirono lei non scese al piano inferiore, troppo debole per poter affrontare già da subito quella sceneggiata. Molly andava in camera per portarle cibo e Ron ed Harry entravano di tanto in tanto per farle a detta loro compagnia, anche se passavano la maggior parte del tempo a parlare tra di loro ed escluderla completamente. Hermione aveva dovuto insistere un po' prima di ricevere qualche risposta, ma dopo tre giorni si decisero a parlare. Avevano giustificato l'assenza di Ginny dicendo che aveva voluto scortare personalmente Narcissa e Piton, nascosti da qualche parte che per sicurezza non potevano dirle, e che sarebbe rimasta con loro finchè non si sarebbe assicurata che era un posto sicuro. Molly le aveva inoltre detto, con le lacrime agli occhi, che erano stati chiamati dal direttore per andare sulle Alpi perchè Draco l'aveva abbandonata e drogata per poter seguire suo padre, stanco di fare il doppio gioco ed intenzionato a schierarsi definitivamente dalla parte del genitore, come era sempre stato.

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