L'ultimo mese era stato così frenetico che essere arrivata a San Valentino viva per Hermione si sarebbe potuto ritenere un traguardo. Nel tragitto verso casa aveva tenuto la mano ben saldata sul suo polso, ad assicurarsi di non perdere il bracciale che aveva. Ron, assonnato, le aveva tenuto tutto il tempo un braccio sulle spalle, come se non fosse affaticata già di suo aveva dovuto portare addosso anche il suo peso.
Blaise quando passeggiavano la sorreggeva, Ron l'affossava.
Tornata a casa aveva chiesto di poter fare un riposino da sola in camera ed era corsa via senza neanche aspettare il consenso. Aveva iniziato a chiedere il permesso per poter fare molte cose, compresa quella di poter tornare in camera sua. Non era per niente come a casa di Blaise. Chiedeva a Molly cose come se potesse farsi un the, a Ron se potesse andare in altre parti della camera e persino di andare a dormire. E quando le era stato detto di no, lei era rimasta zitta e buona lì dov'era, senza the e senza poter tornare in camera.
Hermione fissava da lontano il bracciale che aveva sfilato ed appoggiato sul letto. Se si fosse sbagliata, in casa ci sarebbe stato uno dei rettili più velenosi dell'intera terra e non il suo amico disperso. Gli puntò contro la bacchetta recitando a memoria l'incantesimo Animaleus Nobodyx ed attese qualche interminabile secondo prima di vedere il bracciale prendere forma umana. La ragazza tirò un respiro di sollievo, poco dopo le lacrime le arrivarono agli occhi, in preda ad un'altra delle mille emozioni amplificate che la gravidanza le concedeva.
Davanti ai suoi occhi c'era davvero Blaise Zabini come aveva immaginato, ma era diverso dal ragazzo che ricordava. I suoi vestiti erano sporchi di terra e stracciati in alcuni punti, non aveva le scarpe e il suo volto risultava scavato e stanco. I suoi occhi blu non brillavano come al solito ma erano velati da un'ombra scura, cupa e triste. Lui, riprese le sue sembianze, si guardò le mani e si toccò il petto con queste per essere sicuro di essere ancora tutto intero, e tutto umano.
-Blaise..-
Il ragazzo fece scorrere il suo sguardo sull'amica, riconoscendola. La rivedeva dopo quasi due mesi, raggiante e magnifica. Viva. -Hermione dobbiamo andare.-
Si era avvicinata a lui e lo aveva visto di riflesso scattare all'indietro. Chissà da quanto tempo era sotto sembianze di quel serpente, ci sarebbe voluto un po' di tempo per riuscire a farsi passare quei riflessi difensivi. -Sei un Animagus non registrato.-
-Quasi nessun Animagus è registrato, ci userebbero. Chiedilo alla vecchia gattara se non è così.- le rispose lui, sedendosi sul letto ed apprezzando la morbidezza di quel materasso. Da quanto non si stendeva su uno di questi? Hermione era in completa balia delle sue emozioni, quasi le passò di mente tutto il casino in cui era, troppo presa dal vedere il suo ex compagno bearsi del suo letto e della comodità che gli era mancata.
-Sei vivo.- gli disse lei, non avvicinandosi per paura che si scostasse di nuovo. -dove sei stato e cosa diamine è successo?-
Lui si alzò di nuovo in modo fulmineo , ricordandosi del perchè era da lei. -Dobbiamo andare cazzo.-
-Io non mi muovo da qui finchè non avrò delle spiegazioni. E' incredibile, sono l'unica donna che si è fatta una gravidanza sballottata a destra e sinistra senza capirci neanche una volta una mazza.-. Ed era seria. Per quanto volesse prendere l'offerta al volo e scappare da quel manicomio di pazzi non poteva seguire Blaise finchè non avrebbe saputo la verità di quel giorno sulle Alpi, e anche di come si era ridotto in quelle condizioni. Avrebbe chiesto di Draco ma il timore di una conferma della sua morte le stringeva troppo il cuore.
-Se non rotoli fuori da questa casa potremmo uscirci non vivi già da domani- le disse lui, fissandola intensamente e pregando in se che si sbrigasse. -Ti spiegherò tutto ma dobbiamo andare via.-
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L'Arazzo
Fanfic-Draco dobbiamo parlare..- -Non ora madre, Blaise mi sta aspettando. Conoscete bene Zabini e sapete che non è esattamente un tipo paziente..- Draco iniziò una risata, smorzata dal tono contrariato di sua madre. -C'è una macchia sull'arazzo di famigl...