notte no.5: dipendere.

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La notte seguente, i due si dirigevano a passo lento verso la temporanea abitazione del rosso; aveva preparato una piccola sorpresa per l'enorme cotta di nome Shiota Nagisa, volendosi riscattare per la cena preparatagli in precedenza

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La notte seguente, i due si dirigevano a passo lento verso la temporanea abitazione del rosso; aveva preparato una piccola sorpresa per l'enorme cotta di nome Shiota Nagisa, volendosi riscattare per la cena preparatagli in precedenza. Non appena entrarono, Karma trascinò con sé il povero ragazzo nella propria stanza, ma prima di introdurvisi gli ordinò sarcasticamente di chiudere gli occhi, imitando le azioni compiute dall'azzurrino circa due sere prima. Quando gli permise di aprirli, con un gesto improvviso spalancò le tende che impedivano, seppur parzialmente, la visione del balcone: ciò che si nascondeva dietro quei leggeri tessuti, lasciò a bocca aperta l'invitato. Sulla grande terrazza, vi era un tavolino apposta per due sopra al quale si poggiavano delle delizie alla vista e all'olfatto che mandarono in estasi la mente del celeste; oltre all'enorme quantità di cibo a dir poco divino, la vista da quel luogo era mozzafiato: il mare si prospettava d'innanzi a loro, maestosamente immenso
e quella sera, le stelle graziose sembravano essergli ancor più vicine.
La cosa che più sorprendeva il gemello del limpido cielo, era il fatto che lo scarlatto non sembrava uno con delle grandi abilità in cucina; a quanto pare, si sbagliava.

-Karma, non hai l'aria da cuoco!-

Ridacchiò il celeste, mentre lo spilungone spostava gentilmente la sedia per permettere all'altro di sedersi; quest'ultimo si poggiò con delicatezza sulla sedia, sistemandosi con i suoi movimenti vezzosi, quasi femminili.

-Infatti sono un incapace, l'ho ordinato da un ristorante qui vicino...
quattro stelle? Non ne trovavo di cinque, ma credo che sia buono ugualmente.-

Spiegò il rosso, mettendosi seduto sua volta. Avendo notato l'espressione sul viso di Nagisa, scoppiò a ridere, non riuscendo a trattenersi: era letteralmente sconvolto, ma alla fine c'era da aspettarselo; si poteva concepire la sua situazione economica solo mettendo piede all'interno dell'appartamento. Dal canto dell'azzurrino, non riusciva a credere che avesse preso tutto ciò per lui, ragazzino dalle apparenze femminee, privo di pregi. Pensava che stesse vivendo un sogno, sperando però che quella fosse solamente la pura, magnifica realtà.

-Che c'è Nagisa, non hai fame?-

Chiese lo scarlatto divertito, poggiando il viso sul palmo della propria mano.
Shiota si risvegliò dal suo profondo stato di contemplazione, scuotendo violentemente la testa e gustandosi il cibo come fosse l'ultima cena della sua vita; solitamente non era un gran mangiatore, ma davanti a tutte quelle bontà, non aveva alcun potere.
Quando finirono anche la più piccola briciola restante, continuarono a parlare senza sosta e limiti, scoprendo sempre più cose l'uno sull'altro; fino a pochi minuti prima, non sapevano quasi nulla sul conto altrui e, mentre le parole lasciavano leggiadre le loro labbra saporite, la loro intesa cresceva e ardeva quanto i loro più puri sentimenti.
Presto, i due si trovarono affacciati alla ringhiera, godendosi l'orizzonte, mentre grigie nuvole di fumo si diffondevano nell'aria. Le loro mani, poggiate all'acciaio che gli impediva di cadere, si sfioravano allegre, mentre i loro corpi si avvicinavano lentamente alla scoperta del piacevole calore che provavano solo standosi accanto.
Quando la tipica aria fredda della notte prese il sopravvento anche sul piacevole tepore che si donavano l'un l'altro, dopo aver riordinato, si ritirarono nell'accogliente stanza del rosso, il quale si buttò a peso morto sul comodo letto, trascinandovici anche il dolce azzurrino. Allora, erano uno al fianco dell'altro: Nagisa si stringeva debolmente all'amato, mentre Karma accarezzava lentamente i lunghi, morbidi capelli altrui.

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