Chapitre -17-

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{Sabato 3 agosto 1974}

Steso sul letto di ospedale, Brian si accorse che il 1974 non era stato assolutamente il suo anno.

A gennaio l'aborto, a febbraio Chrissie, poi la scomparsa di Camilla, poi l'epatite ed infine l'ulcera duodenale.

Forse era la sua punizione per essere stato cattivo con la sua oramai ex ragazza, o forse per aver scelto Chrissie al suo posto.

Forse era solo un caso, ma ogni notte sognava Camille, ma non riusciva più a sognarla mentre cantava delle canzoni francesi mezza nuda, no, la sognava nella villa di sua nonna a Marsiglia, appoggiata sullo stipite del portone, a piedi nudi e l'unica cosa che faceva era guardare fuori dalla finestra assorta in uno stato di trance, mentre con la mano sinistra si accarezzava il braccio destro con delicatezza.

In ogni sogno c'era il temporale e pioveva sempre a dirotto e molte volte l'acqua entrava in casa bagnando il pavimento dell'ingresso.

L'unico motivo per cui la sognava era perché sapeva che si trovava lì, forse non appoggiata allo stipite, ma era comunque a Marsiglia senza di lui.

Era senza di lui non a causa dell'ulcera, ma perché lui stesso aveva scelto Chrissie.

Lyra gli aveva dato il numero della casa a Marsiglia, ma Brian l'aveva buttato non appena sulla porta di casa si era presentata Chrissie con un sorriso di chi sa di aver vinto una battaglia inesistente.

Eppure per quanto le dicesse ti amo, per quanto la baciasse, per quanto ci andasse a letto assieme, quando convalescenza dell'epatite finì, la lasciò per incominciare a cercare di nuovo Camille, perché capì che con Chrissie tutto era troppo facile e non c'erano le sfide e la testardaggine che gli si presentavano ogni giorno quando era ancora il ragazzo della francesina.

Aveva deciso di prendere il primo volo, di abbracciarla, di farsi perdonare, di costruire con le macerie quel loro amore che li faceva tanto tremare e li lasciava stanchi, senza fiato, senza voglia di alzarsi da quel garbuglio di lenzuola che si annodava sui loro corpi.

Aveva deciso tutto, ma poi era tornato su un letto di ospedale ed era anche tornato a poterla vedere solo in sogno ma anche lì, lei se ne andava lontano da lui, lanciandogli uno sguardo malinconico.

Più volte si ritrovava a pensare alle sue decisioni, si chiedeva se stesse facendo la cosa giusta a sceglierla.

Certo, Chrissie era bella, doveva ammetterlo, ma Camille era un'altra storia, infatti quando l'aveva descritta per la prima volta ai suoi genitori le parole gli si erano fermate in gola perché sarebbe stato troppo poco dire "è bella, è educata, è solare", no lei era molto di più.

Lei era un essere unico, non c'era nessuno che le assomigliasse di carattere, che le assomigliasse quando lo guardava o che avesse lo stesso sguardo deciso di chi sa di poter vincere un litigio.

Nessuno era come lei.

Ricordava a meraviglia quando l'aveva vista la prima volta.

Si ricordava come sorrideva, come lo guardava negli occhi, anche come si era arrabbiata quando le era caduta la birra addosso.

Non l'aveva amata fin dal primo istante, perché nella sua vita c'era Chrissie, ma quando raggiunse Roger al Drive e riuscì a rivederla alla luce del sole allora sì che il suo amore cominciò a farsi sentire.

Continuò a farsi sentire anche quando il suo amico Bill gli disse che era una poco di buono, una che guardava solo dalla cinta in giù, che andava a letto con uno e il giorno dopo per lei non esisteva già più.

Ma lui ebbe la fortuna di esistere ancora, anche mesi e mesi dopo la loro prima volta.

Perché aveva buttato via quel numero? Perché inizialmente aveva scelto Chrissie? L'aveva scelta per la sola e pura paura di restare solo senza amore e forse perché sapeva che con Camille non sarebbe stato facile.

Can Anybody Find Me Somebody To Love?Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora