Chapitre -2-

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Come ogni mattina Veronica Tetzlaff, proprietaria della casa in cui Laura, Lyra e Camille alloggiavano da due anni a questa parte; si era svegliata presto per andare al suo lavoro ovvero, maestra delle scuole elementari.
Certe persone penseranno alla monotonia di stare circondati da marmocchi che urlano e che strillano o peggio ancora, che piangono; ma per Veronica era il lavoro più bello del mondo.
Fin da bambina ella aveva avuto un certo senso materno e quest'ultimo l'aveva portata a diventare molto dolce, molto gentile, saggia e paziente.
Tutti si sorprendevano di queste "doti", se così si possono chiamare, e lei ne andava molto fiera.
Quando mise in affitto l'appartamento e le si presentarono 3 ragazze, una più spaesata dell'altra, i suoi occhi brillarono di gioia.
Provò subito una certa simpatia per tutte quante e col tempo si affezionò a loro, tanto da comportarsi come una sorella maggiore (persona che nella vita delle tre non era mai subentrata) a volte anche come una mamma, ma cercava di evitare con delle diciottenni diventate da poco indipendenti.
Comunque, quando si svegliava, mezz'ora prima delle altre, si assicurava che si svegliassero in orario per evitare di incontrare il traffico caotico di Londra e che, ovviamente, non si cacciassero in guai seri.
Conoscendole meglio, sapeva tutto di loro e questa cosa la rendeva ancora più unita a tutte e tre.
In ugual misura.
Svegliandosi prima, era anche la prima che usciva di casa dove l'attendeva il suo "principe azzurro", ovvero John Deacon, pronto per accompagnarla al lavoro e passare un po' di tempo con lei.
Si erano conosciuti in una discoteca nella periferia di Londra, da quando aveva visto John in pista mentre si scatenava con dei suoi amici se ne era completamente innamorata.
Un colpo di fulmine, ricambiato dalla parte di John che, anche tra le luci psichedeliche, l'aveva notata con il suo sorriso vivace ed in un momento riuscì a dimenticarsi della sua timidezza e riuscirle a chiedere un piccolo ballo; ovviamente si fa per dire, ballarono fino al mattino dopo quando, finalmente, uscirono dalla discoteca e John l'accompagnò a casa.
Restarono a parlare sul portone di casa, poi mentre salivano le scale, mentre prendevano un tè finendo per arrivare a pomeriggio inoltrato ed avrebbero continuato fino a sera, se John non si fosse ricordato delle prove con la nuova band che doveva fare; così quando Veronica accompagnò John alla porta i due si scambiarono un tenero bacetto sulla guancia, che poi si spostò sulle labbra e poi sul collo.

John saltò quelle prove.

Così da allora i due cominciarono una bellissima e speciale relazione, in quanto i due si trattavano da fidanzati, ma anche da migliori amici e quindi tra di loro non avevano nessun segreto e questo rendeva la relazione più solida e più forte.

La risata cristallina di Lyra Coram riempiva la macchina, dopo che Laura e Camille ebbero finito di narrare la vicenda avvenuta non molte ore prima.
Come ogni mattina le tre coinquiline viaggiavano sedute sui sedili dell'auto di Lyra, che però, più di una volta era stata utilizzata anche dalle altre ragazze, senza troppi problemi.
Lyra era una delle ragazze più gentili e gioiose sulla faccia della terra; anche lei era originaria da Southend-on-Sea, trasferitasi a Londra per cominciare una nuova vita ed archiviare l'altra.
Ella in principio aveva dei lunghi capelli marroni e ricci ma poi, decisa a provare cose nuove, si tinse di biondo platino e se li tagliò fino alle spalle, notando che questa nuova immagine le donava molto di più, decise che sarebbe divenuto il suo nuovo stile.
I suoi occhi color nocciola non erano di media grandezza e ben proporzionati al suo viso, sua madre diceva sempre che era nata con degli occhi perfetti e che era una grandissima fortuna.
Era alta qualche centimetro in più delle altre due e il suo fisico era molto sportivo, infatti a Lyra piaceva andare a correre nei boschi o andare a fare lunghe passeggiate immersa nella natura e nella pace dei sensi.
«Dev'essere stato un bel tipetto questo Roger!» ridacchia Lyra fermandosi nel parcheggio della scuola di Laura
«Devo ammettere che tutto sommato era un ragazzo carino, anche se imbranato...» sospirò Camille causando la fragorosa risata delle altre due.
«Mi duole informarvi che la scuola mi chiama, fatemi gli auguri!» esclamò Laura aprendo la portiera e scendendo.
«Gli auguri? E per cosa?» chiese Lyra cercando di ricordarsi qualsiasi festività che corrispondesse con quella giornata.
«Oggi ho la riunione d'istituto e sono un po' agitata, ci son stati parecchi problemi a scuola e ne volevo parlare, solo che ho paura che non so... Magari non mi diano retta o che mi chiamino "mammina"»rispose agitata Laura torturandosi le mani.
«Bhe se fanno così non devi preoccuparti, tu hai solo espresso una tua opinione, non c'è nulla da temere. Loro faranno la figura degli stupidi tu no!» disse Camille sorridente «Tu parla senza paura e con molta sicurezza, vedrai che ti ascolteranno.» aggiunse facendole l'occhiolino.
«Concordo con lei!» si intromise Lyra sorridendole nella maniera più sgargiante che le riusciva.
«Va bene ragazze, farò come mi avete detto! Ci vediamo alle 16:00, buona giornata!» si congedò Laura percorrendo il vialetto di corsa ed entrando nell'istituto, tenendo stretti dei libri al petto, mentre nella sua mente incominciava a preparare il discorso.

Can Anybody Find Me Somebody To Love?Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora