Chapitre -19-

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{Lunedì 18 novembre 1974}

Il profumo delle brioches con ripieno di crema pasticcera appena sfornate pervase le narici del piccolo naso all'insù di Camille.

Piano, piano anche tutti gli altri sensi si svegliarono dall'udito, dal gusto, dal tatto alla vista e quest'ultimo le permise di scoprire che si era addormentata nella camera negli ospiti.

Mentre tentava di mettersi seduta sul materasso si accorse che il dolore alla tempia permaneva ancora e che si era aggiunto anche il dolore al fianco provocato, con buone probabilità, dalle mani di Kevin che si erano avventate su di lei anche dopo che gli ospiti se ne erano andati.

Fece un sospiro dolorante mentre con lentezza si sdraiava di nuovo sul letto singolo.

Da sdraiata il fianco non le faceva più male, ma il dolore si spostava sulla parte lombare della schiena e diventava più intenso rispetto a prima, tanto da fare strizzare gli occhi alla mora per il troppo dolore.

Aveva lividi su tutto il corpo e questa vista si contrapponeva al profumo dolce delle brioches.

Ma anche la dolcezza delle brioches si contrapponeva all'amarezza di chi le aveva messe in forno.

Fece degli esercizi di respirazione per attenuare il dolore al punto da riuscirsi ad alzare per poter andare in bagno e medicarsi le varie ferite.

Ed invece più riempiva i suoi polmoni del profumo dolce delle brioches, più il dolore aumentava e più la sua mente vagava in luoghi lontani distaccandosi temporaneamente dalla realtà.

Grazie a ciò, si ricordò che nella sua famiglia lei non era l'unica ad aver subito violenza domestica, perché assieme a lei c'era anche sua nonna.

Solo che per lei era finito quasi subito dato che suo marito l'aveva abbandonata, ma per lei? Quanto sarebbe ancora durato questo inferno?

Sarebbe durato troppo e alla fine sarebbe stato troppo tardi per lei, perché le sembrava che ogni volta che Kevin alzava le mani contro di lei, la sua forza aumentava e se all'inizio c'era solo un livido, ora ce ne erano almeno 26 sparsi per tutto il corpo.

La porta si aprì e sulla soglia comparve Kevin, vestito elegante e con la colazione posizionata sopra un piccolo vassoio.

«Buongiorno, ti ho portato la colazione» disse mentre si avvicinava a lei così sorridente che quasi gli sembrava insopportabile quella vista.

Lui sapeva cosa aveva fatto, lui era lucido mentre la picchiava, lui le vedeva le sue lacrime e il suo dolore, eppure non si fermava.

Camille non rispose e spostò il suo sguardo dal lato opposto, per evitare di vederlo.

Sentì che si sedeva lentamente sul letto, per poi appoggiare la colazione sul comodino «Mi dispiace per ieri sera, però lo sai che sono nervoso in questi periodi e tu sembra che ti diverti a darmi fastidio ed a farmi irritare.» disse con un tono dispiaciuto «Lo sai che la fedina la devi mettere, no? E allora perché te la dimentichi... Dai Chamomile, guarda poi cosa mi costringi a fare.»

La mora chiuse gli occhi tentando di trattenere le lacrime «Non ti costringo a fare nulla, sei tu che ti diverti.»

«No, ti sbagli, io non mi diverto.» rispose il giovane avvocato mentre sospirava irritato «Ascoltami, ho avuto un'idea e stamattina l'ho realizzata.»

Camille si voltò con lentezza verso Kevin e lo fissò interrogativa «Quale idea?»

«Ci sposiamo il trenta e il primo dicembre partiamo per il viaggio di nozze» rispose Kevin contento «E quindi stavo pensando ad-»

Can Anybody Find Me Somebody To Love?Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora