13. Evidenziatore giallo

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Quando la mummia di merda se ne andò, trascinando con sé la marmocchia dai capelli neri, restammo nuovamente soli.

"Adesso che facciamo?" domandò Capelli di Merda ancora davanti alla porta aperta, storcendo il naso.

"E io cosa cazzo ne so."
Mi alzai in piedi e lo raggiunsi.
Mancava oramai poco alla cena ed io, grazie al lavoro sinergico di tutte le comparse di merda, ero riuscito a non aprire neanche mezzo libro per le lezioni del giorno dopo. Detestavo che la mia routine venisse stravolta, specialmente se da cazzate simili.

"Dobbiamo far parlare quei due tra di loro." dichiarò il rosso tutto d'un fiato.

Ci risiamo.

Mi domandai con quale cazzo di coraggio chiamasse me 'mulo ostinato'.

"Divertiti." bofonchiai approfittando della porta ancora aperta per uscire, dando le spalle al rosso. Di quella fottuta questione ne avevo le palle piene già da un bel po'.

"Tu vai a convincere Jirou, io vado a prendere Denki."

Per un attimo stentai a credere alla sua sfacciata e fottuta insistenza.

"Scusa?"

"Tu vai a prendere Jirou, mentre io vado da Denki. Così li facciamo incontrare. Capito, no?"

Sentii il sangue ribollire nelle vene.
Qualcosa nella mia testa mi sussurrò di restare calmo ma la rabbia iniziò ad annebbiarmi irreversibilmente la vista.

Mi voltai ostentando una pacatezza inesistente, cercando lo sguardo di quel decerebrato, il quale veramente pensava che sarei andato a parlare con la fottuta Orecchie di Buddha.

Lo fissai torvo.
Con le mani ruvide stava mimando il gesto di uno scontro, battendo i palmi gli uni sugli altri. Era emozionato, come se fosse stato a un passo dal raggiungere il proprio obiettivo.
Per un fugace momento, soltanto uno, pensai di piegarmi al suo volere. Mi ripresi però subito, forza di me stesso a resistere a quelle maledette iridi dilatate da eterno bambino. Le stesse che avevano osservato cariche di stupore le lucciole per la prima volta davanti al chiosco dei gelati.

"Non andrò da quella schizzata del cazzo, te lo scordi."

"Ma Baku-"

"No, Kirishima. Ho già perso un fottio di tempo dietro questo imbarazzantissimo circo di merda. Ho ben altro da fare che correre dietro ai lattanti che litigano."

Silenzio.
Messaggio finalmente arrivato a destinazione.

Sentii la porta del rosso chiudersi alle mie spalle. Per un momento pensai che Testa di Merda fosse rientrato, e che si fosse finalmente arreso.
Senza nemmeno salutare?

La mia teoria fu immediatamente smentita. Avvertii il suo familiare contatto, la mano delicata e allo stesso tempo vigorosa sulla mia spalla.

"Allora, tra venti minuti ci ritroviamo tutti e 4 nella palestra vicina al dormitorio, quella con i palloni da basket. Non impiegare un minuto di più a potare Jirou lì dentro, altrimenti tarderemo per la cena." dichiarò, battendomi una forte pacca sulla spalla e dileguandosi ancor prima che potessi reagire.

L'ultima cosa che riuscii a scorgere furono i denti bianchi appuntiti fare capolinea ai lati del sorriso beffardo.

"RAZZA DI DEFICIENTE, IO E TE PARLIAMO LA STESSA LINGUA SÌ O NO?!"

Ero su tutte le furie, piantato come un coglione nel bel mezzo del corridoio vuoto, oramai da solo.
Infatti non ricevetti risposta.

"È L'ULTIMA VOLTA CHE TI FACCIO UN FAVORE, KIRISHIMMERDA DEL CAZZO, HAI CAPITO BENE?!"

A voce bassa - Kiribaku/BakushimaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora