Quando hai vent'anni come Agatha, non sai mai dove ti porterá il cuore.
Proprio come la pietra preziosa di cui porta il nome, Agatha è una ragazza forte, indistruttibile, che pur avendone passate tante continua a guardare la vita con ottimismo, cer...
"Felice chi è diverso Essendo egli diverso Ma guai a chi è diverso Essendo egli comune"
Credo che ormai sia diventato un clichè far cominciare una nuova storia con un trasloco, ma è esattamente così che inizierà anche la mia, perché fu proprio quello il momento esatto in cui tutto, nella mia vita, inizió a cambiare.
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Dopo anni passati a fantasticare sul momento in cui avrei finalmente lasciato queste mura mi aspettavo di provare più gioia, o impazienza, o qualsiasi altra cosa, ma non questo nulla che ora mi attanaglia lo stomaco, impedendomi di godermi appieno questo nuovo inizio. Dopotutto, credo che Kingstone mi mancherà, nonostante tutti i miei sforzi per lasciami alle spalle questa piccola cittá che non ho mai sentito mia.
Sto per andare a New York finalmente, e ce l'ho fatta solo grazie alle mie forze, vincendo una borsa di studio che mi permetterà di frequentare una delle università più costose e prestigiose del Paese, in maniera completamente gratuita. D'altronde mia madre mi aveva ripetuto come un mantra, durante gli anni delle superiori, che se volevo combinare qualcosa nella vita dovevo guadagnarmelo, compresa l'università, perché lei e papà, sebbene fossero disposti a fare qualsiasi cosa per vedermi felice, non potevano permettersi di mantenermi negli studi, visto che erano dei semplici operai e guadagnavano a malapena quanto bastava loro per vivere.
E cosí mi ero rimboccata le maniche e mi ero messa sotto a studiare, collezionando una sfilza di pagelle impeccabili, che mi erano valse come lasciapassare per il corso di scienze politiche alla New York University.
Per mia fortuna la genetica era stata dalla mia parte, e avevo ereditato da Richard Murphy un'acuta intelligenza e la tenacia giusta per raggiungere sempre i miei obiettivi, oltre che i miei tanto odiati capelli rossi, testimonianza delle sue origini irlandesi.
Odio la mia chioma, non solo perché è difficile da gestire, visto che non è nè liscia nè riccia, ma soprattutto perché non mi permette mai di passare inosservata, ovunque vada sono sempre "la rossa" e mai "Agatha Murphy".
Quando ero più piccola non gli davo troppo peso, a volte guardandomi allo specchio apprezzavo persino quella massa disordinata color rame, mi faceva sentire unica, mamma diceva che somigliava alla criniera di un leone.
Poi a rovinare tutto era arrivata l'adolescenza, e oltre a tutti gli altri problemi che aveva portato con sè avevo anche preso peso, arrivando ad odiare il mio corpo, così diverso da quello delle mie coetanee. I capelli rossi ben presto divennero un ostacolo, più cercavo di nascondermi dal mondo e più questo mi notava, a quindici anni alla fine, per disperazione, arrivai persino a tingerli di nero, nonostante il divieto categorico di mia madre.
Mi ritrovó in bagno un pomeriggio, con le lacrime agli occhi e la tinta sparsa metá sui miei capelli e metá sul pavimento, iniziando ad urlarmi contro quanto fossi testarda e disubbidiente, salvo poi notare che avevo la cute di un rosso acceso e non smettevo di grattarmi.