~Capitolo 2 ~

137 50 38
                                    

"Passano i giorni
e sogno un colore per ogni stagione
Questa tristezza è solo l'essenza
Di arte incompiuta che chiamano amore
Riflesso di luce come un girasole
Eco di vita, parole lontane
Vedo lontano mille sfumature
Che rendono l'attimo quasi immortale"

"Passano i giorni e sogno un colore per ogni stagioneQuesta tristezza è solo l'essenzaDi arte incompiuta che chiamano amoreRiflesso di luce come un girasoleEco di vita, parole lontaneVedo lontano mille sfumatureChe rendono l'attimo quasi immortale"

Oops! Questa immagine non segue le nostre linee guida sui contenuti. Per continuare la pubblicazione, provare a rimuoverlo o caricare un altro.

Dal finestrino della macchina di papà osservo casa mia farsi sempre più piccola, sempre più lontana, sfocata a causa delle gocce di pioggia che cadono incessantemente sul vetro.
Una canzone triste sta passando alla radio, dando voce ai nostri stati d'animo, mamma la canticchia sottovoce, non conosce le parole, ma tenta di seguirne la melodia, papà stringe le mani sul volante, probabilmente per trattenersi dal cambiare stazione, cerca di farlo per me penso, per non tingere di nero il ricordo di questa giornata, ma so quanto gli costi sopportare "quella lagna", come la chiama lui.

Vedo tutto e non vedo niente, lascio che le case, le strade, scivolino via, mi lascio alle spalle tutto questo, l'unica cosa che osservo con attenzione quando ci passiamo accanto è la casa di Daniel, immaginandolo ancora sotto le coperte, con quell'espressione buffa che ha quando dorme.

Sará un lungo viaggio e mi sono svegliata quasi all'alba stamattina, con mamma che mi urlava di muovermi come al solito.
Quella donna è una specie di maniaca della puntualità, mentre io sono una ritardataria cronica.
Nessuno direbbe che Marta ed io siamo mamma e figlia, perché io sono la copia di papà e da lei non ho ripreso quasi nulla a livello fisico, dei tratti mediterranei sul mio volto non c'è neanche l'ombra.
A livello psicologico invece ci assomigliamo tanto, la considero più come una migliore amica che come una madre, abbiamo un rapporto davvero meraviglioso, le ho sempre confidato tutto e lei mi ha sempre ascoltata, regalandomi i suoi preziosi consigli quando più ne avevo bisogno.

Mentre papà imbocca l'autostrada decido di concedermi qualche minuto di riposo, cullata dal rumore della pioggia e dalla musica che riempie l'abitacolo.
Il sonno arriva quasi subito, sogno persino qualcosa, ma non ne ricordo i dettagli al risveglio.
Credevo di aver chiuso gli occhi solo pochi minuti, invece ora guardandomi attorno mi accorgo che ormai non manca molto, in lontananza riconosco il profilo di New York, il suo famoso skyline, e rimango a bocca aperta ad osservare la città che presto diventerà la mia nuova casa.
Ci sono già stata in primavera, per il test d'ammissione, ma oggi la guardo con occhi completamente diversi, con sensazioni nuove nello stomaco, ne studio ogni dettaglio, affamata, cercando di imprimermelo nella mente per tentare di farla 'mia', ma è un'impresa ardua e papà va troppo veloce perché possa coglierne tutti i dettagli.

«Amore sei sveglia? Siamo quasi arrivati» mi chiede mamma, sporgendosi dal suo sedile per guardarmi.

«Si ma' mi sono appena svegliata » mi limito a risponderle, accompagnando la frase con un sorriso per non risultare troppo brusca, mi sorride anche lei, poi torna a fissare la strada davanti a noi per assicurarsi che stiamo andando nella direzione giusta.

AGATHADove le storie prendono vita. Scoprilo ora