2 Maggio 1998Il cielo era sereno e pieno di stelle quella notte, ma tempesta più grande in arrivo non poteva esserci. Il silenzio era cosi assordante da spaccarti la testa e mozzarti il respiro, tutto sembrava essersi fermato, ogni cosa sembrava in attesa, trepidante. Hogwarts si ergeva in tutta la sua magnificenza, fiera, austera e... magica... come sempre... Merlino! Sarebbe sopravvissuta a quella notte? E loro... loro sarebbero sopravvissuti a quella che si prospettava la battaglia più cruenta del mondo magico?
Il castello sembrava immerso nella solita quiete e immobilità, ma la magia di cui era impregnato, era in allerta, poteva sentirla in ogni fibra del suo essere, come avvertiva chiaramente la tensione, la voglia di sopravvivere e combattere per la propria libertà di ogni mago e strega presente. Erano tutti immobili, come statue, Auror, insegnanti, alunni... ragazzini pronti a combattere quella che poteva essere la loro prima e ultima battaglia, l'ultima notte... prima del sorgere dell'alba, il mondo sarebbe stato finalmente libero o tra le mani del mago più oscuro di tutti i tempi. Loro potevano solo combattere, dovevano solo resistere, il destino dell'intera umanità era tra le mani di un ragazzo di appena diciassette anni, ma non uno qualunque, Harry Potter, il bambino sopravvissuto; era lui che secondo la profezia poteva distruggere e fermare per sempre Lord Voldemort, dopotutto lo aveva già fatto una volta, e se quella lontana notte di Halloween ad aiutarlo era stato l'amore di sua madre, nella lunga notte che si prospettava davanti a loro, lo avrebbe aiutato l'intero mondo magico, lei stessa era li per quello, lo aveva promesso a Silente, lo aveva promesso a Piton...
Guardò ancora una volta quella che era stata la sua scuola per sette lunghi anni e sorrise mestamente, quanto aveva amato quel posto! Ricordava ancora distintamente la prima volta che aveva varcato l'immenso portone della Sala Grande e si era ritrovata con il naso all'insù insieme ad altre decine di testoline, per osservare la magnificenza e l'incanto di quel cielo stellato che li sovrastava: un complesso incantesimo, impossibile da riprodurre, che incantava anche chi alla magia ci era abituato da sempre. Ricordava bene la tensione, la paura e l'adrenalina che l'avevano assalita quando la McGranitt aveva chiamato il suo nome e lei titubante era andata a sedersi sullo sgabello di legno; la osservavano tutti, in attesa... la voce beffarda del Cappello Parlante aveva risuonato nella sua testa, l'esito di quell'intimo colloquio avrebbe condizionato tutta la sua vita, probabilmente, anche quando avrebbe terminato gli studi, aveva sentito spesso dire che l'appartenenza e l'orgoglio verso la tua casa ti restava dentro anche lontano da Hogwarts. Poi il Cappello aveva dato la sua sentenza e lei aveva sentito una morsa al petto e la testa subito leggera, mentre la voce proveniente dal pezzo di stoffa rimbombava per tutta la sala: «SERPEVERDE!». Non era riuscita a trattenere un sorriso, mentre un po' titubante si avvicinava al tavolo di quella che sarebbe stata la sua casa per sette anni. Rimase in silenzio, mentre il Cappello continuava a smistare nuovi studenti nelle diverse case, fra i ragazzi che si aggiunsero ai Serpeverde ci fu anche Rowan Khanna, una ragazza timida e amante dei libri che aveva conosciuto qualche settimana prima a Digon Alley, le era stata da subito simpatica, quei legami che non sai come o perché ti entrano dentro come se fossero parte integrante del tuo destino. Rowan si sedette accanto a lei, sorridente e un po' confusa, forse non si aspettava di finire in quella casa, forse si sentiva spaesata almeno quanto lei, in quell'ambiente nuovo, circondate da eredi e discendenti di antiche e ricche dinastie magiche, ma se il Cappello Parlante le aveva assegnate alla casata verde/argento un motivo c'era e loro avrebbero fatto di Serpeverde la loro casa e l'avrebbero amata... Oh! Se l'avrebbero fatto!
Una presenza alle sue spalle la distolse da quei ricordi ormai lontani e la catapultarono nuovamente nel presente, come sempre sapeva fare la sua persona. I suoi passi sull'asfalto non avevano fatto il minimo rumore, eppure lei avvertiva la sua presenza, ogni cellula del suo corpo si ergeva e attivava istantaneamente quando lui era vicino, il suo profumo lo avrebbe riconosciuto fra mille, il calore della sua pelle lo avrebbe sentito anche a miglia di distanza, anche nella frescura di una notte come quella. Sentì il tocco leggero delle nocche della mano di lui che sfioravano la sua, si voltò a guardare quegli occhi che l'avevano fatta innamorare, ora ne era sicura, dal primo momento che li aveva incrociati fra quelle stesse mura che avrebbero difeso ad ogni costo, quando erano poco più che bambini e non sapevano ancora distinguere le emozioni, quando non sapevano ancora dare un nome a sentimenti importanti.
Non aveva paura di morire, aveva paura di vivere senza di lui, senza il suo odore ad inebriarle i sensi, senza il suo tocco a farle battere il cuore, senza il calore del suo corpo a scaldarla, senza il suo respiro che le sfiorava delicatamente le labbra prima di appropriarsi della sua bocca, delicato e prepotente allo stesso tempo, come solo lui sapeva essere. Gli sorrise e lo vide increspare leggermente le labbra per poi aprirsi in un sorriso appena accennato ma che gli illuminava sempre tutto il viso; gli aveva dato ogni cosa, anima, cuore e corpo e lo avrebbe rifatto altre mille volte. Merlino quanto lo amava! Eppure non riuscì a dirglielo, forse per paura che potesse essere l'ultima, forse per tenersi quelle parole per festeggiare la vittoria, forse perché fra loro le parole non erano ma servite a molto. La prima volta che avevano confessato i loro reciproci sentimenti lo avevano scordato, tutta colpa di Gilderoy Allock e la sua magia maldestra, ma neanche un Oblivion era bastato a farli dimenticare il loro amore e non sarebbero bastati neanche Voldemort e i suoi Mangiamorte.
Delle scintille rosse s'innalzarono numerose in cielo, per poi ricadere e infrangersi contro la barriera protettiva che come una cupola opalescente era stata innalzata per proteggere Hogwarts. Altre ne seguirono e dopo poco una piccola crepa si disegnò nel vuoto sopra le loro teste; sentì dita delicate che si intrecciavano alle sue, se ne era accorto anche lui. Come un fulmine nella notte, la crepa si diramò lungo la cupola invisibile.
La barriera stava cedendo.
Era iniziata.
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Hogwarts Mystery
FanfictionStoria liberamente tratta dal mobile game omonimo Hogwarts Mystery, segue la storia principale, comprese alcune missioni secondarie, quindi attenzione agli spoiler, ovviamente il tutto modificato e ampliato a mio gusto e piacere. Nel 1984 la nostra...