Capitolo 3

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La colazione ad Hogwarts era sicuramente il momento della giornata più silenzioso in assoluto, un po' perché la presenza degli alunni in Sala Grande era pressoché dimezzata, visto che molti preferivano saltare il primo pasto della giornata per guadagnare qualche minuto in più di riposo, altro motivo era che tutti erano troppo impegnati a cercare di non riaddormentarsi con la testa nel porridge per intavolare una qualche discussione con i loro commensali; di conseguenza spesso l'unico suono che si udiva era il rumore di stoviglie e lo sbattere delle ali dei gufi che sorvolavano i lunghi tavoli alla ricerca del destinatario della lettera che dovevano consegnare.Tutt'altra storia era invece il pranzo, surclassato in termini di caos solo dalla cena, ma quella era una vera è propria baraonda degna di una rivolta di goblin. Durante i momenti del pasto centrale, la Sala Grande si trasformava in un unico e frastornante miscuglio di voci, dove a malapena si riuscivano a distinguere discorsi sul Quidditch da commenti sulle ultime notizie sulla Gazzetta del Profeta, da lamentele su punti persi e ingiustizie subite da parte degli insegnanti durante le lezioni mattutine a sproloqui di ragazze che si scambiavano consigli di trucco e abbigliamento, fino a veri e propri attacchi di panico per interrogazioni o esami che ci sarebbero stati nel pomeriggio e che a malapena si conosceva la materia di appartenenza.Il tavolo di Serpeverde era sicuramente il più pulito e ordinato, ma non per questo meno rumoroso: qualche ragazzo dell'ultimo anno stava raccontando una barzelletta piuttosto spinta a un gruppetto di primini che li guardavano a bocca spalancata pendendo letteralmente dalle loro labbra, mentre Merula Snyde alzava gli occhi al soffitto disgustata dalla barzelletta spinta e annoiata per essere stata costretta ad ascoltarla per la centesima volta e infastidita per... beh... Merula era sempre infastidita, da tutto e tutti. Poco distante un'entusiasta Barnaby mostrava al prefetto Rosier l'asticello che gli aveva momentaneamente affidato il professor Kettleburn: «Come farò quando dovrò restituirlo? Se mi affeziono e non riesco più a separarmene?» chiedeva Lee, di fianco a lui Ismelda nascondeva un sorriso languido dietro i lunghi capelli neri.Elanor Blair spostò lo sguardo, come era solito fare, lungo tutta la Sala Grande: il tavolo dei Grifondoro era sicuramente il più caotico in assoluto, palline di molliche di pane, e forse anche di altro, volavano da un lato all'altro del lungo tavolo, le ragazze nel mezzo urlavano infastidite e spaventate che qualcosa finisse nei loro capelli, fra di loro c'era anche Ben, ma lui era solo spaventato, come sempre; allo stesso tavolo Charlie Weasley era intento a fregarsene di ciò che gli accadeva intorno mentre addentava una coscia di pollo, mentre suo fratello Bill, da buon prefetto, lanciava di tanto in tanto qualche sguardo ammonitore ai suoi compagni, ma piuttosto blandamente, dopotutto era vero che erano in una scuola ma erano comunque degli adolescenti e avevano diritto a divertirsi.Il tavolo Tassorosso era invece il più colorato, sembrava praticamente impossibile per loro indossare la divisa senza ornarla con qualche sciarpa o cianfrusaglia dai colori accesi, per di più era anche il tavolo con la presenza maggiore di animali da compagnia, non era raro infatti che qualcuno si trovasse un topo o un rospo a nuotare allegramente nella minestra; in quel momento il tavolo pareva diviso in due: i ragazzi erano intenti in un dibattito sui diritti delle creature magiche, le ragazze invece pendevano completamente dalle labbra di Penny Haywood che sicuramente le stava deliziando con un nuovo pettegolezzo.Al tavolo dei Corvonero le cose cambiavano radicalmente: l'atmosfera era sicuramente più tranquilla, tranne se spostavi lo sguardo sull'angolo sinistro del tavolo, dove era solita sedersi Tulip, che spesso era alle prese con qualche strano e sicuramente illegale esperimento, come in quel preciso istante, visto lo sguardo di concentrazione che aleggiava sul suo volto mentre trafficava con qualcosa sulla schiena della sua rana Denis, e doveva essere sicuramente qualcosa di altamente devastante se addirittura aveva scomodato la testolina rosa di Tonks, che dal tavolo Tassorosso aveva raggiunto la compagna di disavventure al tavolo dei corvi con un sorriso a trentadue denti. Elanor spostò lo sguardo, non voleva saperne nulla dei disastri che combinavano quelle sciagurate delle sue amiche, ma la sua attenzione fu nuovamente portata al tavolo Corvonero, quando una figura magra ed elegante entrò nella sala quasi di soppiatto e con lo sguardo basso, per andare a prendere posto per il pranzo, come al solito non aveva degnato nessuno di un solo sguardo e come al solito sedeva da solo, in disparte, quasi non volesse essere disturbato o non volesse disturbare nessuno con la sua sola presenza. Talbott Winger era per lei assolutamente irraggiungibile, era pur vero che in passato aveva a stento notato la sua esistenza, ma da quando si erano avvicinati per la prima volta i loro rapporti erano... nulli, niente di niente, lui era sempre schivo e lei non era riuscita neanche a dirgli un semplice "ciao". La cosa che preoccupava di più Elanor era l'incantesimo per diventare Animagus, Penny aveva ormai iniziato la pozione e in meno di trenta giorni avrebbe dovuto berla, ma senza quell'incantesimo nulla sarebbe servito e lei al momento non aveva neanche idea della eventuale difficoltà che avrebbe potuto incontrare nell'impararlo. Forse Penny si sbagliava, forse Talbott voleva diventare Animagus e si era offeso per non essere stato preso in considerazione, forse avrebbe dovuto affrontarlo direttamente, magari bloccarlo in un corridoio e parlargli faccia a faccia, occhi negli occhi, no... forse gli occhi era meglio lasciarli perdere. Un battito d'ali attirò la sua attenzione e per un momento Elanor osservando un gufo svolazzare sulla sua testa, si immaginò in forma Animagus a volare libera... fin quando il gufo in questione non atterrò dritto davanti a lei, quasi rovesciando il suo calice di succo di zucca, il pennuto le consegnò una piccola pergamena arrotolata e riprese il suo volo. La ragazza curiosa srotolò veloce il foglietto e lesse la missiva, era in una scrittura elegante e curata.

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