Capitolo 10

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7 mesi dopo



«Sei pronto?»

Henry si fece attendere ancora un paio di minuti, poi spuntò dalla sua camera con la faccia dipinta da scheletro. Regina gli sorrise sistemandogli la cravatta.

«Non ho voglia di andare alla festa.»

Gli diede un buffetto sulla guancia.

«Ti divertirai. Ti fa bene passare un po' di tempo con ragazzi della tua età invece che stare sempre con noi anziani.»

Gli diede un bacio sulla guancia e lo spinse verso le scale, seguendolo fino alla porta. Lì il ragazzo si fermò e si voltò di nuovo verso di lei, le spalle curve.

«Mamma, davvero, non mi va per niente

Lei gli prese il mento tra le dita.

«È solo una festa, Henry.» La sua espressione cambiò mentre metteva via la maschera allegra e donava a suo figlio tutta la sincerità che poteva dargli. «Ti aiuterà a non pensare. Lei vorrebbe che ti divertissi.»

Henry abbassò lo sguardo, e seppe che stava trattenendo le lacrime, proprio come lei. Si schiarirono entrambi la voce. Il ragazzo raddrizzò le spalle e mise su un sorriso. Regina ricambiò.

«Bravo il mio piccolo principe» mormorò. Gli diede un altro bacio, stavolta sulla fronte, e lo spinse fuori di casa. «Muoviti o farai tardi. Incolperanno me, diranno che hai preso da me e non ho voglia di sentirli lamentarsi come al solito.»

Lui ridacchiò brevemente. Non aveva più riso davvero da quando... Be', neanche lei, d'altronde.

«Sicura che non vuoi venire anche tu?»

Regina inarcò un sopracciglio.

«Alla festa della scuola, piena di adolescenti e bambini? E da cosa dovrei vestirmi, da Regina Cattiva e far prendere un infarto a tua nonna?»

Si sorrisero.

«Ti porterò qualche dolcetto. Buon Halloween, mamma.»

«Buon Halloween, tesoro. E ora vai!»

Lui le lanciò un ultimo sguardo e poi prese la via che portava al Granny's.

Regina lo guardò camminare finché poté, poi rientrò in casa, ma solo per il tempo necessario a prendere il soprabito. Un gesto, e scomparve da casa per riapparire nella cripta in mezzo al suo vorticante fumo violaceo.

Senza esitare prese ciò che le serviva, poi uscì con il libro, le candele, le pietre e le rune in mano e si posizionò tra gli alberi, su una piccola radura pianeggiante.

Accese la candela nera, e con la cera sciolta tracciò un simbolo circolare a terra, con linee intricate nel mezzo. Spense la candela e ne accese una bianca, ponendola al centro. Poi prese le pietre, un quarzo ialino grosso quanto il suo pugno, un rubino ben più piccolo, un frammento di ametista e uno di acquamarina, e li mise a croce a sfiorare la circonferenza di cera nera tracciata sul terreno. Scelse due rune e le posizionò tra le pietre. Un gesto, e nella sua mano apparve la coperta che aveva tenuto al caldo Emma quand'era una neonata. La posò con cura tra gli altri oggetti. Poi aprì il libro alla pagina già segnata e recitò l'incantesimo che preparava da sette mesi in attesa della notte di Samhain.

Per qualche istante non accadde nulla.



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