"Kenma! Alzati! Muoviti e scendi di sotto, la prossima volta imposta la sveglia, non sono la tua schiava" sento qualcuno scuotermi la spalla non molto delicatamente e urlare nelle mie orecchie. Apro gli occhi e l'unica cosa che vedo è una matassa di capelli neri informi che esce dalla mia camera sbattendo la porta. Mahiko. Richiudo gli occhi e riappoggio la testa sul cuscino, altri cinque minuti, non di più.
Hai detto così anche il primo giorno di scuola e ti ricordo che hai fatto un'ora di ritardo. Quindi non ci crederei molto.
Non è vero. Nego alla mia coscienza e poi oggi non c'è neanche scuola, siamo in vacanza.
Volto lo sguardo verso il mio telefono, messo rigorosamente a caricare durante le mie poche ore di sonno. Guardo l'ora. Le sei, le sei?!
Per quale cavolo di motivo mia sorella mi ha svegliato a quest'ora? Non sono passate neanche due ore da quando ho chiuso gli occhi e mi sono addormentato questa notte. Sbuffo e affondo nuovamente la testa nel morbido cuscino, lasciando liberi i miei capelli che decidono di prendere una propria direzione. Osservo il soffitto, mi guardo intorno, Mahiko mi aveva detto di alzarmi? Non ricordo. Però voglio dormire, ma ho anche paura di lei, molta paura. Mi alzo controvoglia, con ancora il dubbio su ciò che devo fare.Esco dalla mia camera con ancora il pigiama, che piagiama non si può chiamare essendo una maglietta lunghissima, che arriva alle ginocchia grazie alla mia bassa statura, e dei pantaloncini. Mi strofino un'occhio con una mano, ancora assonnato quando vedo i capelli scuri di mia sorella svolazzare per tutto il soggiorno.
"Mi spieghi che diavolo fai alle sei di mattina e perché hai svegliato anche me?!" Chiedo appena nota la mia presenza, mi guarda con una faccia confusa. Dovrei essere io quello a non capire qua, non lei.
"Veramente non lo sai, fratellino?"
"Cosa non so?"
"Non lo sai. Mi spieghi dove vivi? No, perché sono giorni che parlo con mamma e papà di questo argomento e tu hai anche accettato!" Mi rimprovera incrociandole braccia al petto. Io seriamente non capisco...ma di cosa sta parlando?
"Quindi immagino non avrai neanche preparato la valigia visto che non ne sapevi nulla." Continua mia sorella con stanchezza.
"Valigia?" Ancora non capisco niente...
"Lascia perdere, tu prepara una valigia in fretta, porta dei costumi. Destinazione mare."
Salgo in camera mia, ancora confuso e infilo tutto ciò che ho nell'armadio dentro la mia unica valigia nera. Non è importante cosa io porti o no, i miei vestiti sono tutti uguali. Felpe giganti, magliette enormi, tute con tre taglie in più rispetto alla mia e pantaloni, quasi tutti neri, grigi o bianchi. Non adoro i vestiti colorati, sono troppo vivaci. Prendo anche uno zaino in cui infilo tutti i miei videogiochi e cianfrusaglie varie che sicuramente mi ritorneranno utili quando mi chiuderò in camera, da solo.
Scendo nuovamente le scale tornando in soggiorno, questa volta mia sorella, fortunatamente, non gira più per casa come un'esaurita.
"Quindi? Mi vuoi dare qualche spiegazione?" Chiedo con fare indifferente come al solito, non sono una persona che lascia esprimere facilmente le proprie emozioni.
Mahiko, come immaginavo, non mi degna di uno sguardo e continua a riempire borse con tutto ciò che c'è nella stanza. Continuo ad osservarla con fare scocciato per una buona mezz'ora finché non si gira verso di me.
"Prendi la tua valigia e caricala in macchina. Ora." Comanda, ha uno sguardo che mette i brividi. Meglio evitare di disubbidirle. Porto la mia valigia in giardino e cerco di caricarla nel portabagagli mentre mia sorella solleva altre borse caricandole in macchina. Finalmente portiamo tutto e mi ordina di salire. Sembra parecchio nervosa.
Mi siedo e osservo fuori dal finestrino, il cielo è così chiaro, così calmo, è tutto silenzioso, è rilassante. Mi sento davvero bene. Avvolto nel silenzio, finché qualcuno non lo interrompe.
Mahiko che ormai aveva iniziato a guidare da qualche minuto si volta verso di me attirando la mia attenzione.
"Quindi non ricordi seriamente niente di quello che avevamo detto?"
"No." Secco, seriamente non ricordo niente, perché mentire?
"Certo che l'uniche cose a cui presti attenzione sono i tuoi giochi, eh?" Sbuffa guardando nuovamente la strada.
"Comunque, avevo deciso di passare le vacanze a casa del mio migliore amico, ci saranno anche altri, quindi non ti preoccupare." Continua. Io ho seriamente accettato ciò? Non ci penso minimamente.
"Allora, uno, i nostri genitori hanno davvero accettato di lasciarti a casa di un ragazzo? Due, quando io, invece, ho accettato ciò? Ancora non ci credo non è cosa da me. Ero ubriaco? No, sicuramente mi avevi drogato. L'unica spiegazione." Rispondo giocando con una ciocca dei miei capelli tinti e contando i punti sulle dita della mano non occupata, continuando a guardare fuori dal finestrino, osservando il meraviglioso paesaggio.
"Uno, hanno accettato perché conoscono bene il ragazzo e sanno che è gay, quindi per loro non ci sono problemi. Due, non ne ho la più pallida idea neanche io di come abbia fatto a convincerti ad uscire da quel tuo buco di camera, un miracolo, unica spiegazione." Guardo mia sorella che ora ha un sorriso sul volto, immagino sia felice di rivedere questi suoi amici.
"In più non preoccuparti sono tutti molto simpatici, non avrai problemi." Dice voltandosi verso di me per rivolgermi uno sguardo rassicurante.
"Lo spero."
Spazio me :)
Allora...per prima cosa grazie anche per aver letto questo primo capitolo. This is l'inizio di questa nuova storia cringe come me.
Spero vi piaccia, dovrei saper scrivere...almeno spero.Mi scuso per aventuali errori di battitura ma vi giuro che non riesco mai a trovarli, mi si incrociano letteralmente gli occhi.
E niente.
Con l'affetto di un Hinata selvatico (non chiedete perché, non lo so neanche io) vi aspetto al nuovo capitolo.
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Amore In Vacanza~ Kuroken
Fanfiction-Fanfiction sulla kuroken. -Boy×boy -cringe Kenma Kozume, un ragazzo asociale, distaccato e freddo che non ama interagire e pensa solo ai suoi videogiochi, sarà costretto dalla sua amata sorella maggiore a trascorrere le vacanze nella casa dell'am...