15. Stai bene?

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Kuroo's pov.

"Tutti pronti?" Urla la mia migliore amica. Non si sopporta più, vi prego, staccatele la spina. Ovviamente le voglio molto bene, ma qualche volta esagera troppo. Gli altri rispondono senza il suo stesso entusiasmo e usciamo.

Non abbiamo una meta precisa, effettivamente non ne abbiamo discusso, però non importa, iniziamo a passeggiare dirigendoci al centro della città.

"Ragazzi, oggi nella piazza vicino alla fontana ci sono delle bancarelle, che ne dite di andare lì? Avevo intenzione di comprare dei libri." Kiyoko rompe il silenzio e tutti quanti annuiscono. Sono carine le bancarelle c'è sempre molta gente ed è colorato e pieno di luci, in più, puoi trovare qualsiasi cosa.

"Tu non leggi molto, come mai devi comprare dei libri?" Chiede l'amica bionda, almeno credo siano solo amiche, stanno sempre insieme non sarebbe strano dopotutto.

"Non sono per me." Le risponde l'altra sorridendole dolcemente. Yachi non risponde, diventando tutta rossa, simile ad un pomodoro.

Di sottofondo, c'è Mahiko, che rovina la scena, commentando su quanto siano carine e tenere. Il fratello la riprende dandole una gomitata e lei gli fa la linguaccia. È proprio infantile.

Continuamo a camminare, raggiungendo il centro, Kenma tiene per tutto il  percorso lo sguardo sui suoi piedi e continua a torturarsi le maniche della felpa, ovviamente gigante e nera. Mi avvicino di più a lui.

"Gattino." Lo chiamo "Tutto bene?"

"Si, si. Stai tranquillo." Finalmente alza lo sguardo e incontra i miei occhi, sorride e lo riabbassa subito.

"Rilassati, non c'è niente che non vada." Gli sussurro e afferro una delle sue piccole mani con la mia, cercando di diffondergli calore e tranquillità. Spero funzioni. Dopo questo mio gesto, non mi rivolge nemmeno uno sguardo, ma non stacca la sua mano. Stringo più forte e sorrido.

È così tenero, è perfetto.

Continuo a guardalo e, qualche volta, durante la camminata, lo avvicino ancora di più a me o gioco con le sue dita sottili. Non ha una vera e propria reazione ma, finché non mi fermerà sarò felice di continuare.

"Ehi, ragazzi." Mahiko richiama l'attenzione del gruppo. "Domani adiamo al luna park? Ho troppa voglia di andare. Vi prego. Domani danno i biglietti gratis per le macchinine a scontro. Andiamo?" Continua a chiedere e pregare finché tutti non acconsentono. Sappiamo che è meglio non rifiutare ad una sua proposta, vogliamo ancora vivere tutti felicemente. Lei inizia ad esultare, urlando, neanche avesse cinque anni.

Una decina di minuti dopo ci ritroviamo in piazza, piena di luci colorate, musica e, soprattutto, di persone, sia bambini con i genitori, sia della nostra età. Gli altri iniziano a confondersi in mezzo alla folla, cercando, sicuramente, qualcosa di loro piacimento. Mi giro e noto che il budino accanto a me non si è mosso di un passo, stringe più forte la presa sulla mia mano e non alza la testa neanche per cercare qualcosa di suo gradimento.

"Gattino." Lo chiamo "Gattino, stai bene?" Chiedo ma continua a non alzare lo sguardo. Lo chiamo nuovamente ma senza ricevere una risposta. Inizio seriamente a preoccuparmi. "Kenma." È la prima volta oggi che lo chiamo con il suo vero nome, non lo faccio da un po'. "Kenma dimmi che succede. Stai bene?" Inizia a scuotere la testa, negando e facendo muovere i suoi bellissimi capelli. Porto il suo volto davanti al mio, prendendolo per il mento con una mano. Porca puttana.

Ha il fiato corto, come se non riuscisse  a respirare, ha inziato a sudare e lo vedo tremare, tempo che passa, sempre di più. Lui, intanto, aumenta la stretta sulla mia mano.

"Che hai? Cosa è successo? Merda. Che devo fare?"

"La gente, ce ne è troppa, mi sento male." Risponde con un filo di voce. Lo abbraccio, cercando di calmarlo e lo porto il più lontano possibile dalle persone e i loro schiamazzi, le luci delle bancarelle sono soffuse, le uniche fonti d'illuminazione sono la Luna e qualche lampione che si può notare in giro.

"Come stai? Ora va meglio?" Chiedo nuovamente, ha smesso di tremare e noto che respira molto meglio rispetto a prima, ma la preoccupazione non è ancora sparita.

"Si, grazie e scusami, mi dispiace tanto." Lo guardo in viso e noto delle lacrime solcargli le guance. Sono poche, le asciugo con il pollice e lo abbraccio nuovamente.

"Non c'è bisogno che ti scusi, non hai fatto niente di sbagliato. Stai tranquillo." Sussuro nel suo orecchio continuando a stringerlo e, poco prima di staccare la presa, gli lascio un bacio trai capelli, profumano di cocco. Rimaniamo qualche secondo a fissarci, senza dire una parola.

"Soffro di ansia sociale." Se ne esce all'improvviso.
"Se ricordi, al mare, la settimana scorsa, Mahiko ci ha condotti in una spiaggia libera, lei ne è a conoscenza. Di solito non reagisco così, il massimo che succede è il non riuscire a parlare o il tremolio alle mani. Oggi, però, c'era troppa gente, non riuscivo, non volevo accadesse. Mi dispiace." Non rispondo, sorrido solamente, prendo una delle sue mani, accarazandone il dorso con il pollice e inizio a camminare trascinando lui insieme a me.

"Gattino, mentre ci dirigevamo in piazza, prima, ho notato un negozio, e sono sicuro del fatto che lo abbia notato anche tu. Andiamo là?" Chiedo e, quando capisce a cosa mi riferisco gli si illuminano gli occhi e sorride annuendo con entusiasmo, sicuramente cosa non da lui.

Beh, allora arriviamo negozio di videogiochi.

Ehi ragassuoli, come state?

Ceh ci rendiamo conto che manca solo un mese all'inizio della scuola e io ho ancora due debiti. Vi prego sparatemi. Latino e greco fanno schifo, se tra voi lettori c'è gente che ancora non ha finito le medie vi dico una cosa.

IL CLASSICO UCCIDE LA TUA VOGLIA DI VIVERE. (Come se comunque l'avessi avuta prima.)
Beh vi abbandono qui e non vi stresso con i miei pensieri, adios.

Sorry per il capitolino corto...👉🏻👈🏻

Amore In Vacanza~ KurokenDove le storie prendono vita. Scoprilo ora