Let her go

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Maca's pov

C'è un silenzio assordante vicino casa nostra.
Grazie a Zulema sono riuscita a prendere parecchio tempo alla polizia in modo tale che non mi seguissero fino a qui ed infatti non credo di essere osservata da nessuno o sotto tiro di qualche cecchino.

Parcheggio il furgone esattamente accanto alla roulotte, spengo il motore e mi appoggio di peso sul volante davanti a me, con il capo chino ed un mare di pensieri che mi frullano per la testa.

Sto respirando affannosamente, tremo come una foglia e ho la tachicardia.

Ho una bruttissima sensazione.

"Zulema..." sussurro infatti tra me e me "ma che cazzo..." sospiro ancora, quasi convinta che lei sia nei guai fino al collo, mentre io sono corsa via come una codarda.

Ho un milione di euro sul retro del furgone, ma mi sento così fottutamente vuota.

Che senso ha tutto questo se poi mi ritrovo sola, persa e con un peso sulla coscienza non indifferente?
Io non accetto che Zulema possa essersi sacrificata per salvare me, non fa parte della sua natura, lei non lo farebbe mai.

A maggior ragione se la persona da salvare sono io.

Se ha deciso di lasciarmi andare ed essere lei la preda di quegli uomini, sicuramente sotto sotto un piano di riserva lo aveva, nessun dubbio.

Deve essere così.

Però se ripenso a quello sguardo, l'ultimo che mi ha rivolto, una marea di dubbi iniziano ad assillarmi, come se nemmeno lei avesse alcuna idea di come cavarsela.

Sto impazzendo, Dio!

Basta, devo farmi forza, non devo perdere altro tempo e portare i soldi in un luogo sicuro fino a quando le acque non si saranno calmate.
Apro, quindi, lo sportello, scendo dal furgone e mi dirigo sul retro, per poi aprire le portiere e trovarmi davanti un sacco pieno zeppo di soldi.

"perfetto..." sussurro poi, ma mentre cerco di mettere in ordine il bottino, alle mie spalle il fruscio delle piante mi fa immediatamente spalancare gli occhi e mettermi sull'attenti.

Non c'è vento, non si muove niente.

Anzi, è tutto fin troppo calmo.

Non è possibile che le piante si siano mosse per cause naturali.
Ci deve essere sicuramente qualcuno che mi ha seguita e mi stia spiando.

Senza girarmi e fingendo di continuare a fare quello che sto facendo, con un movimento lento e discreto, mi porto una mano alla cinta, impugno la pistola e con un rapido movimento, mi giro di scatto e la punto contro chi sento stia dietro di me, pronto ad attaccarmi

"fai un altro fottutissimo passo e giuro che ti faccio saltare in aria il cervello!" urlo infatti in preda ad un attacco di ira, panico, ansia, paura, irrazionalità, illogicità, con le dita pronte a premere il grilletto ed uno sguardo spietato e arrabbiato.

"hey hey frena, tigre"

Questa voce.

È buio pesto, non riesco a distinguere i lineamenti della persona dinanzi a me, ma non appena si avvicina un po' di più, grazie alle luci dei fari del furgone, riesco a riconoscerla.

Zulema.

Ha una brutta ferita al labbro e le sanguina il naso, ma per il resto credo sia sana come un pesce.

La fisso per qualche minuto, come se fossi in trance totale; faccio poi cadere la pistola dalle mani e in un impeto di totale irrazionalità, corro da lei e le butto le braccia al collo, chiudendola in un abbraccio che dimostra, senza dubbi, quanto lei sia importante per me.

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