Capitolo XII: "Memories"

15 0 0
                                    

Filippo era intento a fissare, senza un vero motivo, lo schermo del pc di fronte a lui. Erano le sette del pomeriggio e ormai l'ufficio era deserto, solo lui e la donna delle pulizie che, con esasperante pigrizia, tentava di togliere la povere dalle scrivanie di fronte a lui, con uno spolverino ormai consunto. Sarebbe potuto tornare a casa; aveva finito tutto il lavoro da almeno un'ora, ma il solo pensiero di dover parlare a tavola, per l'ennesima volta, del radioso futuro di suo fratello, gli faceva venire il voltastomaco. Non era invidia la sua, era più una repulsione al riguardo. Aveva come una strana sensazione, un brivido che, partendo dal fondo gli attraversava tutta la schiena, facendolo rimanere quasi pietrificato. Gli era sempre successo:avere strani o spiacevoli presentimenti, sin da piccolo, non vi faceva alcun affidamento fino a qualche tempo prima ma, suo malgrado, le circostanze negli anni, gli avevano sempre dato la conferma che avrebbe fatto bene a fidarsi di quegli strani presagi. Da un mese a quella parte non faceva altro che pensarci, provando a chiarire un quadro che, seppur all'apparenza sembrava idilliaco : Mattia sposato con Elena e la nuova convivenza, secondo i suoi presentimenti non lo era affatto o era forse ad un passo dall'incubo.

Filippo, grazie alla sua breve ma intensa esperienza di vita, sapeva che, di certo, c'era solo una cosa: tutti gli eventi esageratamente belli correvano su un filo, una linea sottile che se scavalcata era capace di tramutare tutto in una serie di avvenimenti disastrosi e alla fine di quella folle corsa, come un treno che deragliava, impossibile da prevedere e fermare, rimaneva solo il ricordo, la carcassa di ciò che era in principio e le vittime erano sempre tante. Quegli eventi così gioiosi tramutatisi in eventi tragicomici sembravano emanare delle onde magnetiche, come delle super calamite, che attiravano solo altri guai e che colpivano chiunque in quel raggio. Scosse la testa, sperava di sbagliare, sperava che tutto per Mattia ed Elena sarebbe filato liscio ma non ci credeva affatto.

Dentro di sé non credeva affatto che Mattia fosse pronto a sposarsi  ma in fondo lo aveva stupito più di una volta nel corso degli anni, ma allora se non fosse stato Mattia a far prendere al tutto una brutta piega l'attenzione si spostava su Elena. Tempo prima lui stesso era giunto alla conclusione che sarebbe stata lei a far crollare tutto con quella strana storia del suo medico curante che, solo il Sabato sera, diventava il suo migliore amico ma, era quasi certo. che di fronte ad una scelta obbligata la bionda avrebbe  continuato a scegliere Mattia e allora dov'era il problema?Forse quella volta il suo presentimento era sbagliato, quella volta ,forse, sarebbe andato tutto per il verso giusto.

Spense finalmente il computer e la luce della scrivania, salutò rapidamente la donna delle pulizie, guardò brevemente, come di rito, una delle foto che aveva sul tavolo, una foto vecchissima che ritraeva lui, Elena e Mattia alle elementari,sorrise, quel terzetto nella foto era così allegro e pieno di vita... Poteva vedere, in quelle tre paia di occhi, traboccare la speranza e la fiducia in quel futuro tutto da costruire ancora, di quel futuro tutto da immaginare. Rise nuovamente mentre voltava le spalle alla cornice e entrava nell'ascensore, nessuno di loro si sarebbe mai immaginato che, il loro legame, nato per pura casualità, fosse destinato a rimanere intatto nel tempo. Lui di certo, di quei tempi, non avrebbe mai immaginato di diventare il cognato di quella piccola biondina timida che parlava tutto il tempo di oroscopi e segni zodiacali, ne che il suo fratellino minore che piangeva in classe se non lo vedeva, sarebbe poi diventato un marito.Una volta uscito dal palazzo si avviò verso casa, si strinse nel giacchetto nero,vide una coppietta felice scambiarsi effusioni, la ragazza tentava di convincere il compagno a passare quel week end con la sua famiglia, rabbrividì, altra cosa per lui inconcepibile quanto detestabile : l'amore. Era fuori da ogni sua comprensione, ogni fibra del suo essere lo rigettava come un'infezione, come un corpo estraneo, tante le donne che gli si erano avvicinate seppur avesse un fascino totalmente diverso da quello di suo fratello; tante le donne che si innamoravano di lui afflitte dalla comunissima " sindrome della crocerossina", convinte di poterlo sciogliere, di poter scaldare e toccare il suo cuore ma, tutte, fallivano miseramente trovandosi sull'uscio di casa la mattina successiva con il solito :" E' stato bello ma ora devo andare al lavoro". La sua regola era " mai più di tre volte con la stessa donna", e così era da anni ormai. L'unica donna che era riuscita, in qualche modo, a farsi voler bene da lui era Elena. Solo per lei, lui nutriva quello che la gente chiama affetto, per lei avrebbe smosso il mondo e fatto tremare le montagne; era come una sorella. Quasi temeva che, una donna simile a lei, potesse riuscire dove le altre avevano fallito ma scendeva a patti anche con questo, ricordando a se stesso che nessuna poteva esserci nel mondo simile alla sua futura cognata e imponendosi che, forse, la risposta a quel bene che voleva alla futura moglie di suo fratello era, semplicemente, un ripagarla per aver pazientato a lungo con Mattia; esserselo preso e alla fine, forse, tenerselo pure per tutta la vita, certo ancora la proposta non era stata accettata ma Tommaso pareva essere sicuro che avrebbe detto quel dannato "si".

" Prego inserire moneta"Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora