Capitolo XI: " Equilibrio"

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C'erano pensieri ricorrenti nella testa di Elena, alcuni erano ciclici e prendevano spesso lo stesso sapore ferroso del sangue che le usciva dalle gengive a causa delle cure massicce a cui il Dottor Testa la stava sottoponendo. Era un nuovo tipo di chemioterapia, una in pastiglie che le avrebbe dato l'agio di non dover stare ore intere chiusa in reparto, di potersene stare dentro casa sua ma che avevano gli stessi schifosi effetti collaterali. Si sentiva uno straccio ed i pensieri convulsi che le battevano tra le tempie le toglievano anche il poco sonno che era riuscita a strapparsi tra le ore universitarie, anche quelle stavano divenendo troppo pesanti ma non avrebbe mollato tutto, nonostante per lei l'obbligo di frequenza sarebbe stato, volendo, momentaneamente sospeso, visto le sue ovvie condizioni di salute, non voleva togliersi anche quel modo di uscire, di evadere dalla realtà<< Quindi niente più Sabati sera?>> chiese Lorenzo lasciando la pentola sul fornello e voltandosi verso l'amica che se ne stava seduta su una delle sedie poste nella piccola cucina dell'appartamento altrui. Era scappata da casa propria per non dover parlare di Riccardo, per non dover affrontare ancora l'argomento con Lola ma , a quanto pareva, le toccava affrontarlo, ancora, con Lorenzo. Non se ne lamentò, in fondo l'amico era sempre riuscito a darle un parere nuovo sulle cose , anche su cose che avevano affrontato diverse volte nel corso degli anni

<< A quanto pare no, prima di tutto non posso più bere con queste nuove medicine e poi insomma, gli ho fatto una mezza scenata, dubito che usciremo ancora >> confessò stringendosi appena nelle spalle e puntando gli occhi a terra, si sentiva stupida ad aver fatto la voce grossa con il medico, lui era stato sempre chiaro sin da subito circa il loro rapporto, cosa si aspettava facesse? Che le dichiarasse amore eterno, forse?

<< E ti dispiace ? >> era una domanda retorica quella dell'altro, Elena lo sapeva ma lasciò egualmente che la testa si muovesse mollemente in segno d'assenso, mentre le dita della mancina rigiravano gli anelli che portava sempre all'indice e al medio di entrambe le mani

<< Capisco ... >> si prese un momento Lorenzo, tappando la pentola e voltandosi di nuovo verso la ragazza rannicchiata e seduta scompostamente sulla sedia. Non l'aveva mai vista sedersi in modo appropriato e la cosa lo aveva sempre fatto sorridere, nonostante potesse sembrare maleducata alla maggior parte della gente ma la maggior parte della gente aveva avuto sempre la pretesa di comprendere Elena, lui no ed era forse per quello che poteva dirsi uno dei pochi a conoscerla per davvero 

<< Credo che se ti dispiace così tanto dovresti solo dirglielo, vi fate la vita così complicata voi... Insomma di quello che pensi Ele, non potrà andare peggio di com'è già >> semplificò ed in effetti Elena , in quell'affermazione, vi trovò, per assurdo, del vero, del concreto

<< Non voglio far incazzare Mattia, credo che gli stia davvero cominciando a pesare questa roba con Riccardo>>

<< Elena però, amore bello, anche tu, dovresti deciderti!>> sbottò Lorenzo sorridendole gentile 

<< Magari che ne dici di smetterla di preoccuparti di chi farai o non farai incazzare e cominci a chiederti che cosa vuoi tu? Perchè francamente non credo tu sia così sicura >> aggiunse poi

<< E' sbagliato essere insicuri Lò?>> chiese sinceramente preoccupata della propria insicurezza che rifletteva limpidamente dai suoi gesti 

<< Non è sbagliato ma lo è se non trovi un equilibrio, ti esploderà tutto in faccia ma questo già lo sai senza che te lo dica io>>

<< Forse ho bisogno che tu me lo dica>>

<< E allora te lo dirò all'infinito>>

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