Capitolo XIX:" Le dieci cose che amo di più"

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Uno: Il rumore delle pagine di un libro

" Filippo ora basta, è ora di dormire" gli aveva detto sua madre sorridendo, poggiata allo stipite della porta che dava sulla stanza di Mattia: un bambinetto di appena tre anni, che se ne stava raggomitolato sotto le coperte

" Ma mamma sto leggendo questo libro a Tia, ancora non abbiamo finito!" aveva protestato lui scendendo dalla sedia che aveva messo accanto al letto del fratello

" Mattia sta dormendo amore, sei stato bravo, guarda come dorme tranquillo ... Domani finirai di leggergliela" 

" Va bene " si era rassegnato muovendo pochi passi verso la porta per poi tornare indietro di scatto, prima che le dita sottili e dal tocco gentile di sua madre lo afferrassero per le spalle; era tornato indietro, posando un bacio umido sulla fronte del fratello minore e tornando nell'abbraccio di sua madre.

Due: Il colore degli occhi si suo padre

Faceva freddo, tanto freddo. Erano vicini a natale e aveva una strana sensazione addosso, come se , da lì , a poco, qualcosa di terribile dovesse accadere

" Papà non puoi restare qui e partire dopo natale?"

Suo padre aveva fissato i propri occhi in quelli del bambino, dal colore speculare

" Devo andare dallo zio, non sta molto bene ... E voglio che tu ti prenda cura di tuo fratello e di tua madre, intesi?" gli aveva detto gentile, inginocchiandosi per mettersi alla sua altezza e permettergli di allacciargli le braccia al collo

" Mi prenderò io cura di loro, te lo prometto papà"

Tre: Il profumo delle torte di sua nonna

" Quante volte ti ho detto che l'impasto crudo non si mangia?" aveva sgridato suo fratello con poca forza, la nonna non li sgridava mai per davvero e anche quando lo faceva, il suo sorriso le illuminava il volto ed era capace di farli sentire entrambi subito meglio

" Sono stato io, Tia non c'entra niente nonna" aveva confessato lui, anche se non era vero, solo per proteggere suo fratello

" Beh, dire la verità ti fa onore, per stavolta niente punizione"

  Quattro: La voce di Elena

Aveva stretto la piccola mano di suo fratello per tutta la funzione. Non ci era mai stato ad un funerale lui, se non fosse stato quello di suo padre se ne sarebbe volentieri tornato a casa ed invece se ne stava lì, a stringere la mano paffuta di Mattia. Il minore non aveva smesso di piangere neppure per un secondo mentre lui era rimasto di gesso per tutto il tempo

" Non piangere, lui c'è, è sempre qui ... E' come se fosse andato in un'altra stanza ma ti sente lo stesso " la voce della sua compagna di classe, Elena: una ragazzina con un caschetto liscio e biondo e due grandi occhi verde scuro, arrivò alle orecchie di suo fratello minore che smise di piangere, afferrandole la mano

" Grazie Ele, non ne potevo più di sentirlo piangere" 

" Parli come una persona grande"" Devo proteggere la mamma e anche Tia"

" Ricordati che sei un bambino anche tu però, ogni tanto " aveva sussurrato lei restando ferma di fronte alla lapide, insieme ai due Lombardi.

Cinque: Correre, inciampare, saltare.

" Scendi da quel maledetto albero Filippo!" l'aveva redarguito sua madre

" Ma da qui si vede tutto! Così posso proteggervi meglio" 

Un piede in fallo, era sceso si, ma cadendo, si era rotto la gamba quel giorno eppure era stato felice di sentire il vento sulla faccia, di vedere le persone così piccole da lì sopra.

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⏰ Ultimo aggiornamento: Jun 25, 2020 ⏰

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