Si incontrarono per la prima volta, in una libreria.
Non si erano mai visti prima, non si erano mai incrociati per le strade della città, non si erano mai imbattuti l'uno nell'altra, da quel che lui si ricordava.
Eppure eccoli, due emeriti sconosciuti.
Eccoli, in quella libreria, dove tutto sarebbe cominciato senza sospetto del futuro.
Federico, si chiamava lui, era alla ricerca di uno di quei libri che il cuore te lo strappano dal petto.
Aveva paura, si sentiva solo, e si vergognava di quello che i suo amici avrebbero potuto pensare, vedendolo chino tra gli scaffali, intento a trovare un amico che non lo avrebbe deriso, ma gli avrebbe dato tutto ciò di cui aveva bisogno.
Comprensione.
Affetto.
E si, amore.
Federico, concentrato sulle pagine di un libro che sembrava essere quello giusto, non si accorse della ragazza che gli era appena passata accanto.
Quella si era fermata, alle sue spalle, voltata verso lo scaffale opposto, dopo aver dato un'occhiata a quel ragazzo così bello, ma così strano, seduto per terra circondato da una pila di volumi.
Si era fermata, non sapeva bene perché, convinta che li ci fosse il libro di cui aveva bisogno, per curare le ferite, per ritrovare la forza di vivere il presente senza più pensare al dolore.
Camilla si volto', allora, proprio nel momento esatto in cui Federico si alzava, sbilanciato all'indietro, per poi franarle addosso vertiginosamente.
'Attento, dannazione...!'
Al suono di quelle parole, Federico alzò gli occhi, e incontró quelli di lei.
E forse, si.
Vi lesse la sua stessa disperazione.
E forse, fu solo un luccichio, quello che vide.
Di certo, capì di aver trovato quello che cercava.
Non vi so spiegare il perché, nè il come, nè il quando Federico scelse che la sua ricerca era finita, quel giorno, in quella libreria di un quartiere sperduto dove nessuno andava mai.
Però, sapete, a volte la vita è strana.
A volte fa in modo che, senza saperlo, andiamo incontro a quello che pensavamo non avremmo mai trovato, e che avevamo comunque sempre continuato a cercare.
'Scusami, non volevo'
Fu l'unica cosa intelligente che uscì dalla sua bocca, mentre guardava quella di Camilla, aprirsi in un dolce sorriso.
'Doveva essere interessante, il libro che stavi leggendo.'
'Oh, beh.. Si.' Lei sorrise di nuovo, arrossendo un po'.
'Posso vederlo?'
Federico, deglutì e disse semplicemente 'Certo', come se fosse la cosa più semplice del mondo, sebbene entrambi sapessero che non lo era.
Non ci fu più bisogno, da quell'istante, di fingere, o di parole, con cui colmare i silenzi.
Si sedettero a terra, schiena contro schiena, Camilla e Federico, con le spalle addossate allo scaffale, e un libro nel mezzo.
Man mano che le pagine venivano sfogliate, le loro mani si toccavano impercettibilmente, facendoli arrossire ogni volta sempre meno. Quello di cui non erano consapevoli, o meglio, non ancora sicuri, era però il fatto che le loro anime di fossero già toccate, studiate, guardate in fondo e lette, non come un libro qualunque, di quelli che si lasciano da parte a fine lettura perché non ti hanno dato niente, in cambio del tuo tempo.
Le loro anime erano state lette reciprocamente dall'altro, come se fossero state il loro libro preferito.
Lentamente, pian piano, e allo stesso tempo con foga di sapere come sarebbe andata a finire, a fine lettura, dopo che le pagine non avessero avuto più parole, ma solo un lattiginoso bianco.
Camilla e Federico.
È scesa la sera, anche li, nella libreria fuori dal tempo e dal mondo.
Eppure stanno ancora seduti, a terra, a ridere per le battute di un certo Bukowski, scrittore malato e geniale, folle e temuto, e un po' alternativo.
Stanno ancora li, e non vogliono andarsene, perché sanno di aver vissuto in un tempo strano e diverso, come parallelo, e hanno paura che tutto sia solo un sogno.
Federico teme che si sveglierà, e Camilla non ci sarà più.
Camilla teme che si sveglierà, e che Federico non ci sarà più.
Entrambi hanno aspettato per troppo tempo, che le cose andassero meglio, e si sa, che quando arriva qualcosa di bello, la vita non lo fa durare.
Così, non vogliono alzarsi, Federico e Camilla, ma devono farlo.
Sulla porta della libreria, si guardano esitanti, come se da un momento all'altro, calcata quella soglia, potessero scomparire.
Federico le porge il libro che hanno appena letto assieme, le dice che è un regalo e che non può non accettarlo.
Camilla lo guarda, e lo afferra esitante con le sue mani piccole, con un timido grazie.
Camilla e Federico.
Un bacio sulla guancia, un abbraccio, e ognuno per la sua strada.
Non si voltano, non tornano indietro, non si cercheranno più.
Eppure, chi lo sa, magari un giorno si incroceranno in un bar, oppure per la strada, oppure, se non dovesse accadere, si ricorderanno l'uno dell'altra quando entreranno in una libreria, quando sfoglieranno le pagine di un libro, nel momento in cui saranno tristi e vorranno avere un conforto.
Federico si ricorderà di quella ragazza, che aveva speso un pomeriggio intero con lui, scomodamente seduta sul pavimento gelido tra scaffali e anni di storia.
Quella ragazza con gli occhi scuri e sempre troppo bassi, che si ricorderà di lui, Federico, il ragazzo strano e bello, con tanti amici e nessuno con cui parlare.
Perché nella vita, troppo spesso incrociamo persone che poi non vedremo più, ma ricorderemo per sempre.
Persone che ci marchiano, che arrivano al momento giusto, per poi tornare ad essere sfuocati ricordi.
Camilla e Federico.
Due emeriti sconosciuti, due ragazzi qualunque.
Qualcosa in più, per lo meno, lo sono stati per una notte.