25.

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Il tuffo verso la palla, il rumore delle scarpe che scivolano, il suono sordo dell'impatto con il pavimento.
Era finita, due a uno. Niente nazionali.

La stessa sorte a cui era stata destinata anche la squadra maschile, fuori alla semifinale.

Agli occhi di (T/N), tutto era passato al rallentatore, come in televisione durante le partite quando mandano lo slow motion dell'azione.

La squadra femminile era andata al torneo nazionale per cinque volte consecutive, quella sarebbe dovuta essere la sesta, ma la sorte aveva deciso di favorire le avversarie. Una squadra come la loro, temuta e ammirata, aveva perso in semifinale.

"È colpa mia" disse la giovane a tutta la squadra. "L'alzatore deve essere il cervello della squadra, è lui che decide che attacco sia meglio fare, è lui che ha il secondo tocco, la partita è in mano a lui, la squadra dovrebbe contare su—"
"Hai finito?" le chiese Chiaki, stranita da questa versione della ragazza "Non è morto nessuno".
"Sì... ma i Nazionali... voi del terzo anno..." singhiozzò (T/N).
"Guardami negli occhi. Non mi importa nulla dei Nazionali, e tu hai giocato bene. Ormai il risultato è questo, ma non significa che non vinceremo più. Il compito di portare in alto la squadra spetta a te ora." l'attuale leader le prese le spalle. "Ho fiducia in te".
Quelle parole risuonavano continuamente nella testa della (C/C), sovrastando tutto il casino ancora presente nella palestra.

Maeri aveva seguito tutta la partita dagli spalti, anche se non avrebbe voluto essere lì. Sapeva che le avrebbe fatto male vedere la sua squadra contendersi qualcosa di così importante, soprattutto se lei non poteva giocare.
Onestamente, sentiva che era anche un po' colpa sua.
"Ti ho detto mille volte che non è colpa tua" sospirò Iwaizumi, seduto vicino a lei.
"Hai finito?" chiese scocciata la bionda, sull'orlo di una crisi di nervi.
"Non siete nemmeno una coppia ufficiale e già litigate come se foste sposati, che carini" rise Oikawa, per poi guadagnarsi una gomitata dal suo migliore amico.
"Devo tirare fuori l'argomento <<Al Grande Re piace (T/N) (T/C)?>>" domandò Hajime, per infastidirlo.
"No" rispose in tono secco l'amico.
Per quanto si fidasse di Iwaizumi, non se l'era sentita di raccontagli nei dettagli ciò che era successo il giorno prima. Poteva semplicemente far finta che non fosse accaduto nulla, ma quando si tenta di rimuovere qualcosa, si finisce sempre per pensare troppo spesso a quell'avvenimento.
"Piuttosto, dovresti andare a consolare la tua amata. Sembrava stesse piangendo" commentò poi il suo migliore amico.

Non se lo fece ripetere una seconda volta, era già in cerca della (C/C). Anche se si erano detti di no a vicenda, preoccuparsi per qualcuno andava oltre il rapporto romantico. Era una questione di amicizia.

"Chiaki mi ha detto che ho giocato bene... a me non sembra dato il risultato" sentì (T/N) parlare con qualcuno. Dalla voce tremolante si capiva che qualche lacrima l'aveva versata.
"È naturale che a volte le partite non finiscano come si vorrebbe, specialmente se non hai il tuo asso vicino" commentò una voce maschile.
"Ti stai riferendo a me quando ero uscito in gennaio senza cappotto e mi ero ammalato?" chiese una seconda voce.
"Minchia, proprio un rincoglionito" ridacchiò qualcun altro.
Cosa stava succedendo? Non si trattava di qualcuno dell'Aoba, nè del Karasuno o della Shiratorizawa. Erano voci totalmente nuove e sconosciute.
La voglia di sporgersi un po' di più dall'angolo in cui aveva trovato un "nascondiglio" era tanta, ma voleva sentire l'evoluzione del discorso.
"Comunque, si sono qualificati anche i primi due assi a livello liceale! Ti prego (T/C), vieni a vederli!" sentì la seconda voce ripetersi.
"Bokuto, non hai la certezza che giocheremo contro di loro" disse il primo ragazzo che aveva sentito.
Bokuto era il nome di uno dei cinque migliori assi del Paese, come facevano lui e (T/N) a conoscersi? Anche se odiava ammetterlo, un po' di gelosia stava iniziando a fare capolino.
"AKAAAAAAAASHI" piagnucolò il ragazzo citato poco prima.
Stavolta era deciso, si sporse da dietro il muro per avere una visione un po' più chiara della scena. I ragazzi non erano tre come pensava, ma quattro. Uno infatti, non aveva ancora aperto bocca.
Uno di essi era proprio Bokuto, e vicino a lui c'era l'alzatore della Fukurodani, Akaashi. Gli altri due erano Kuroo e Kenma del Nekoma, un'altra scuola di spicco della prefettura di Tokyo. Come faceva a conoscerli?
Era talmente assorto nei suoi pensieri che non badava più al chiacchiericcio del gruppo, osservava semplicemente, con tante domande in testa.

Non sapeva quanto tempo fosse passato da quando aveva iniziato a spiarli, ma quasi sul punto di andarsene, successe qualcosa di inaspettato. Kuroo, il capitano della squadra di pallavolo del Nekoma, si sporse un po', per poi abbracciare la (C/C).
Quel piccolo gesto bastò per rispondere a quasi tutte le domande che si era fatto. L'aveva dimenticato in un solo giorno? Si era già trovata un ripiego? Magari era meglio così, e avrebbe dovuto passarci sopra anche lui.
Non rimase lì un secondo di più. Faceva troppo male per restare a guardarli.

Mise le mani nelle tasche, camminando verso l'uscita principale. Tra due giorni avrebbe finalmente incontrato la ragazza in grado di fargli dimenticare di (T/N), anche se non era certo di volerlo fare. Lei era così diversa da lui, eppure gli interessava.
Doveva essere così sfortunato proprio quando sentiva di provare qualcosa di vero?

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Due capitoli.
Due fottuti capitoli.
Due fottutissimi capitoli e finisce Haikyuu.
Anche questo libro, ma non credo interessi più di tanto.

Alle 15 devo andare ad un matrimonio, e indovinate un po'? La mia solita fortuna ha voluto che oggi alle 15 iniziassero pure le qualifiche di Formula Uno.

Daniel Ricciardo owns my heart.

— Alice

SOULMATE TEST | oikawa tooru x readerDove le storie prendono vita. Scoprilo ora