Di male in peggio

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<<Allontanatevi!>> una voce mielosa interrompe I miei pensieri.  Adesso sono così spaventata che non sono capace di riconoscerla.
Le esclamazioni si sono trasformate in un ronzio, sento solo gli ordini  <<Allontanatevi!>>
Due braccia mi afferrano le spalle e mi tirano indietro..
<<Loki…>> è tutto quello che le forze rimaste mi permettono di dire.
Anche se è alto quanto me è troppo magro per potermi trascinare. Mi lascia e per un pelo riesco ad avanzare ma sento  un braccio forte attorno alla vita . Non riesco a parlare,  mi sforzo ma  le parole non vogliono  uscire. Loki mi guarda tranquillo,  gli altri sembrano non accorgersene.  Il signor Hildebert vede quello che sta accadendo ma aspetta ancora un paio di secondi poi ripete: <<Allontanatevi!>>
La signora Kerstin corre verso l’uscita,  mi da un’occhiata ma sembra non essere in grado di vedere nulla. Tutti corrono, piangono, è un’affollamento caotico. Una porta viene aperta con il piede,  riconosco i pantaloni di cotone grigio chiaro. Mi rilasso e mi lascio tirare dentro.
<<Sono io.>> la sua mi voce suona così familiare anche se oggi l’ho sentita per la prima volta. In un posto pieno di gente estranea tutto quello che ricorda un legame con la mia zona di conforto sembra infinitamente prezioso.  Mi asciuga la faccia con un fazzoletto.
<<Perché non mi hai lasciata?>> chiedo tra i singhiozzi.
<<Hai visto cosa aveva sul dito?>>
Lo guardo confusa.
<<L’anello di Cinag … >>
<<Hey, c’è qualcuno lì?>> chiede  un’uomo  da dietro la porta.
<<Se mi prometti di non piangere più ti prometto di raccontarti dell’anello.>>
Annuisco. Mi asciuga di nuovo le lacrime. Apre la finestra , salta giù e sparisce per un’attimo. Mi aiuta a scendere poi a salire su un’altra finestra dall’altro lato della scuola in un’aula vuota. Appena mi siedo entra la guardia.
<<Ha preso un voto basso proprio nel primo giorno.  >> dice Odium indicando me.
<<Ah, voi non sapete ancora.>>  dice la guardia.  <<Venite,  primo anno aula numero uno e lei signor Frank aula numero quattro.>> 

Trovo Loki e Vanity seduti alla stessa scrivania. Vanity fa segno a Loki di avvicinarsi a lei per lasciarmi sedere vicino. Sono pochi I compagni rimasti ma tutti quelli del primo anno sono lì perciò dobbiamo stare stretti.
<<Questa sì che è una cosa orrenda…>> incomincia a commentare Vanity per tutti.
<<Come stai?>> sussurra Loki .
<<Non tanto…>>  non posso continuare perché mi vergogno le lacrime e le parole svaniscono.
Non so quanto tempo sono stata in quell’aula,  sembrava un sogno con tanta gente straniera che sussurrava e borbottava.
<<Amélie>> dal fondo di un tunnel sento l’unica voce che  desidero sentire in questo mondo.
Vestita di pantaloni neri di cotone, camicia bianca,  truccata eccessivamente e con gli occhi rossi.
<<Troppo trucco…>>è  tutto quello che la mia bocca riesce a pronunciare.
<<Cosa?>> la solita voce da bambina viziata di mia mamma suona come uno strillo di colibrì.
La professoressa Kerstin appare davanti alla porta <<Bellatrisa,  sono contenta che sei venuta.>> sembra invecchiata di  20 anni << Victor parlerà con  te, lui è …. lui è il curatore di Amélie…>>
<<Perché?>> interviene mammina guardandola  intensamente.
Sembra che la professoressa non è con noi, i suoi occhi senza vita guardano in un punto lontano.<< Cosa dicevo?>> dice ritornando. << Ah, sì. Tu prendi Amélie ma io devo occuparmi dei bambini…>>
Abbiamo lasciato la scuola più in fretta possibile, mammina non ha voluto parlare con il mio custode e neanch’io avevo tanta voglia di vederlo. Acasa mi ha detto le stesse cose di sempre <<Quando tornerai a scuola comportati normalmente. Non parlare con nessuno di quello che è successo e del fatto che lo conoscevi. La signora Bors sarà il direttore, dovrai rispettarla e fare come dice lei.>>
Quel giorno non torno al lavoro. Siamo stati tutti e tre nel salone bevendo tè e aspettando notizie.
Non riuscivamo a  fare una conversazione perciò mammina incomincio a raccontare i suoi ricordi con lo zio. Io avevo messo la testa sulle sue gambe, il fruscio del suo vestito mi ricordava che ero al sicuro. Kevin mi ha coperto con la mia copertina e si è seduto di fronte sulla poltrona.
<<Quando sei nata tu, lo zio Al è venuto a vederti.  Era così felicissimo che ha accettato di bere un po’ di quelle  bevande fatte da tuo nonno. Kevin gli ha trovati nell’ufficio cantando >> mammina  incomincia a canticchiare  la canzone di nonno Hector.
“Con il vento alle spalle ,
Con lo sguardo in avanti…
Me ne andrò al mare
E gli uccelli canteranno
I padroni del mondo sono tornati…”
Kevin annuisce sorridendo amaramente. <<Almeno per qualche ora quei due sono diventati amici.>>  conferma lui.
<<Mammina,  perché ti sei tolta l’anello?>>  chiedo metà addormenta.
<<Uno dei frigni della signora Frank mi ha versato il te sulla mano.>> mi risponde pensierosa.
<<Ma era il tuo preferito…>>
<<Purtroppo il diamante si è spaccato e dovrò portarlo in una gioielleria.>>
<<Kevin, raccontami come hai incontrato lo zio Al.>>
Kevin che stava per addormentarsi apre gli occhi e incomincia a raccontare <<È stato così tanti anni fa che neanche mi ricordo l'anno ma un giorno d’estate quando ho aperto la porta avevo visto lui. Era già anziano ma sembrava che gli anni non avessero toccato I suoi capelli e la barba. Portava I soliti vestiti strani e volevo chiudere la porta come mi diceva signor Helon di fare con I senzatetto ma lui disse :
„Buongiorno,  signore.”
Non sono riuscito a chiudere la porta ma ho chiamato il padrone di casa come mi aveva chiesto lui. ...>>
Non so quando mi sono addormentata ma adesso quando mi sono svegliata sono da sola nel salotto ed è buio. L’unica fonte di luce è una candelina sul tavolino da tè. La voce della mamma  si sente da fuori, è arrabbiata. Aveva detto tante volte a  Terry di non dare a Alan i documenti per giocare ma lui comunque dimentica.
Mi alzo e mi dirigo verso la porta.
<<Signorina,  non può andare fuori.>> Kevin appare alle mie spalle <<La signorina Rosie ha chiesto di non essere disturbata.>>
<<Di nuovo problemi con quella compagnia?>>
<<Non so di cosa si trata ma so che è qualcosa di serio. Ho preparato una torta al limone,  hai voglia di raccontarmi della scuola? Sai quanto mi sarebbe piaciuto andare....>> Kevin si gira piano e va in cucina.

Finché l'ignoto ci separa Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora