Cinque anni fa

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Pagina di diario                                     Anno 87
   
Con un sorriso amaro mammina mi porge una scatola grande come il mio palmo.  È grigia e ha una cordicella rosa.  Mammina non mi regala mai niente di così piccolo.  “Siamo poveri? Marlene ci ha rovinati? “ mi chiedo ma senza pronunciare una parola  . Marlene sta con la testa appoggiata alla spalla di Terry e pensa a qualcosa.  No , non può portarci al fallimento perché anche se si accarezza la pancia,  pensa al lavoro.
<<È appartenuta a tuo padre.>>  mi sussurra  . Te la regalo ma non voglio che tu mi chieda più di lui. Bene?>>
Non sono d’accordo ma voglio così tanto avere questa cosa. Incrocio due dita dietro la schiena e annuisco.
<<Amélie Helon, so che hai incrociato le dita. >> mi stuzzica.
Metto le mani sul tavolo e dico ferma. <<Prometto. >>
Mammina apre la scatola. Dentro c’è una collana d’argento con  un’uccello senza un'ala e l’altra appesa con un’anellino invisibile. Provo a toccarla ma mi tiro subito la mano.  È così bella.  Punto un dito verso la collana e la avvicino piano.  No, non ci riesco.  Chiudo la scatola,  la prendo nelle mani e rivolgendomi a tutti dico.
<<Vado a metterla nella mia camera,  lì sarà al sicuro. >>
Prendo il corridoio che va nelle camere da letto ma giro verso la cucina ed esco usando la porta da dietro la casa tenendo  gli occhi sulla scatola.
Ogni tanto guardo indietro per assicurarmi che non viene nessuno e cammino più veloce.  Ho 15 minuti a disposizione finché arriverà mammina e mi ricorderà dell’etichetta.
Apro il cancello della signora  Mevery ed entro. Ha un antifurto molto buono ma io riesco a entrare anche se tutte le volte lei sa che io vengo.
Di solito sta nel giardino seduta su una sedia. Vestita di tanti cappotti,  si mette il cappotto anche d’estate. Sta nell’unico punto del giardino dove l’enorme villa non copre il sole. Parla con gli uccelli che cinguettano tra le sue piante. La signora Malcolm ha I piu belli fiori della zona e gli zhuri passano tanto tempo nel giardino ma oggi è da sola.
La vedo da dietro come alza un bastone contro un ghigno nero. Le scintille che escono colpiscono il ghigno e questo vola nel nostro giardino.  Alza il bastone contro un’altro ghigno ma si ferma con il bastone puntato verso il ghigno.
<<Di nuovo tu!>> dice con voce rauca girandosi con fatica verso di me.
Cosa dicevo io?
<<Buongiorno,  signora Mevery.>> mi avvicino vergognata dal modo in cui mi aveva parlato . <<Non voglio disturbarvi ma voglio soltanto chiedere se vostro figlio giocava a Canon?>>
<<Neanche mi aspettavo a un’altra domanda. >> borbotta la vecchia. <<Ti avevo già detto di non venire qui.>>
Anche se me lo dice sempre, mi permette lo stesso di passare la barriera.
<<Oggi è il mio  compleanno,  ditemi , per favore. >> provo di farle la pena avvicinandomi.
Il suo sguardo si cambia dal ghigno a me . Si addolcisce. <<Ah, sì.  Avevo dimenticato che sei nata nel giorno in quale è morto mio figlio.  La nostra casa era piena di dolore ma la casa Monobeda festeggiava.  Tua mamma neanche è venuta al funerale. Andiamo in casa.>>
Dal bastone di signora Mevery esce una scintilla che colpisce un'altro ghigno. Si alza con fatica appoggiandosi nel bastone.  Sale le scale con la stessa fatica,  provando di mantenersi l’equilibrio.
La casa è deserta e gli zhuri che girano per casa non si vedono.
<<Meetor non c’è. >> mi spiega osservando come I miei occhi guardano attorno  con melanconia .
<<Siediti lì.>> mi indica una poltrona vecchia,  davanti a un tavolino da tè coperto da fotografie.
Mi siedo facendo la brava e guardo le foto del figlio della signora Mevery.  Da una foto mi sorride un ragazzino biondo con una mazza in mano. Il suo sorriso fa oscurare la sua tuta blu.
<<Sì, giocava a Canon.>> mi conferma la voce della vecchia da una stanza vicina.  <<Tutti giocavano a quei tempi e mio marito ha rovinato la sua infanzia con questo gioco.>>
Prendo la foto e guardo il giovane da vicino. 
<<Malcolm sognava di diventare un marinaio e voleva andare in gita sul mare.>>
La signora Mevery viene con un piatto grande con sopra due tazze,  una teiera e un piatto di muffin riempiti con la panna, come piace a me. Sposta da un lato le foto e poggia il piatto .
I miei occhi si fermano su una foto  coperta di tante altre foto.  Dalla foto mi sorride una persona che conosco.  Allontano tutte le foto per vedere I dettagli della foto.  Per assicurarmi che vedo bene, la prendo in mano. Malcolm Mevery offre un mazzo di fiori da campo alla donna più bella che io abbia mai visto. Mia mammina sorride timida guardando I fiori. È incinta e ha la pancia quasi come quella di Marlene, molto visibile anche se porta un cappotto molto largo.
<<Qui è lui, un paio di giorni prima dell’incidente.  Siamo usciti per celebrare l’ultima corsa di Malcolm ed è stata davvero l’ultima…>> la signora Mevery guarda con dolore le foto in quale il figlio si   etala la bellezza.
<<E perché mammina è uscita con voi?>> chiedo con la speranza che la vecchia mi darà la risposta molto aspettata.
<<Ma come poteva non uscire? Malcolm ha insistito perché voleva averla vicino anche in quel giorno. >> neanche mi guarda mentre parla, sembra scontenta di vedere mia mammina in quella foto .
Metto la foto sul tavolino e mi metto a scavare per trovare un’altra  foto dove Malcolm soffia le candeline su una torta guardando mia mamma.  Bella come sempre,  al suo collo luccica la collana che mi ha regalata oggi.
<<Quando è il compleanno del signor Malcolm?>> chiedo e lei salta spaventata,  probabilmente si era addormentata.
<<Eh,  nell’ultimo giorno dell’anno.  Questo è stato il suo ultimo compleanno  . Vieni qui. >> mi indica il divano sul quale è seduta.
Mi siedo vicino a lei dimenticando la scatola sulla poltrona.
<<Che cosa hai lì?>>la sua voce irritata suona nel vuoto del salotto.
<<È il regalo di mammina.>> rispondo è mi affretto per prenderlo.  Apro la scatola e le mostro l’uccello.  Il mio cuore batte all’impazzata,  la vecchietta vuole toccare la mia collana. Tira la catenina e molto piano toglie la collana dalla scatola. Resto con la bocca aperta finché vedo che la collana esce intera. L'ala che pende fa un tintinnio al toccandosi con il corpicino.
La mascella della donna si irrigidisce. <<Ci sono delle iniziali lì…>>
Senza tenere conto delle maniere prendo la collana dalle mani piene di rughe della donna e la guardo. Trovo soltanto le mie iniziali . <<È stata mammina a farle,  niente di speciale. >> sussurro delusa.
La signora Mevery mi indica la tazza di tè . Si vede che è annoiata. Bevo un sorso di tè stringendo la collana in pugno.  Adesso se guardo meglio vedo un’altra foto dove la signora Mevery sta con un’espressione scontenta dietro a mammina e Malcolm.
<<Non guardare quella foto.  Non mi sentivo bene quel giorno.  Tieni questa, c’è  tua mamma e Malcolm.
In una foto vecchia una bambina con I capelli che le cadono sulle spalle tiene in braccio una gatta nera e il ragazzo prova ad attirarle l’attenzione  destreggiando. Non sapevo che fossero amici,  pensavo che la famiglia Mevery ci odiasse.
<<Viene tua mamma. >> mi informa.
Salto dal divano e metto la collana nella scatola.  Do ancora un’occhiata alla foto dove Malcolm soffia le candeline. Vorrei così tanto sapere chi è mio padre ma la signora Mevery non mi racconterà.
<<Puoi prenderla, presto non mi servira più.>>
Metto la foto nella tasca dei pantaloni…
<<Rosie, sono contenta di vederti. >> esclama la vecchia.
<<Buongiorno,  signora Mevery. >> dalla sua voce capisco che questa volta ho oltrepassato I limiti.
Il suo vestito fruscia sul tappeto morbido.
<<Amélie,  quante volte ti avevo detto di non uscire da sola e di non disturbare la signora Mevery?>>
Si inginocchia sul tappeto davanti a me. Non so cosa succede ma il salotto della signora Mevery sparisce e mi ritrovo su una spiaggia.  Vedo in uno specchio una bella Bellatrisa Helon in costume da bagno. I suoi capelli castani le cadono sulle spalle, sembrano rossi alla luce del sole. Non è truccata,  sulla faccia nuda distinguo un paio di lentiggini. È molto più bella, molto più bella che nelle foto, molto più bella che nei quadri fatti dai più  famosi pittori e molto più bella che in realtà  . Ha un bel sorriso,  un sorriso vero e virale,  il sorriso di  una donna felice,  così come non l’ho mai vista. È davvero felice e penso che è per l’uomo che ha davanti a lei. Abbasso lo specchio e vedo un uomo alto, vestito non da spiaggia.  Veste di pantaloni neri e camicia bianca a maniche lunghe.  Ma I suoi vestiti m’interessano poco adesso perché l’uomo ha al collo la mia collana. È troppo alto è non riesco a vederlo per i ragi del sole.  Ha I capelli che gli ondeggiano nell’aria . Mi avvicino per guardarlo ma… Mammina mi allontana e tutto svanisce.  Mi guarda spaventata,  penso che anche lei abbia visto quello che ho visto io.
<<Andiamo acasa. >> dice senza voce.  <<Signora Mevery,  chiedo scusa del disturbo. >>
<<Stai tranquilla Rosie, una vecchietta come me ha bisogno di un po’ di compagnia della gioventù e poi Amélie è una meraviglia. >>
Neanche questo volta mi ha sgridata.  I nostri ospiti hanno mangiato la torta in silenzio e poi hanno incominciato ad andare uno alla volta.  È rimasto solo lo zio per parlare con mamma.  Più  tardi sono tornati Marlene e Terry  per farmi da babysitter  finché mammina è andata con la signora Mevery  al cimitero. 
Adesso provo ad abbracciarla sempre ma non succede niente.  Alcune volte vedo soltanto una esplosione di colori ma so che un giorno scopriro la verità.

Finché l'ignoto ci separa Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora