Inside the Fire

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24 Dicembre 3000, giorno come tanti, mattino come tanti, o almeno così era per l'agente Yanis Evrard. Il trentacinquenne era stanco della sua vita, ogni mattina si svegliava, parlava a Ravis, il "cuore" della sua casa, si faceva una doccia nel mentre che il computer preparava la sua colazione. L'acqua calda gli scorreva lungo il corpo muscoloso fino ai piedi, attraversava tanti tagli e ferite inferte da coloro che portava in prigione ma non gli diede fastidio. Solitamente non badava a nascondere le cicatrici ma quella volta decise di indossare una maglia a collo alto, coprendo così il taglio che partiva da una parte del collo, attraversava il pomo d'Adamo e arrivava dall'altra parte. Si legò i capelli viola in uno chignon alto con la corda blu così da mostrare i lati rasati e andò a fare colazione

"Ravis, che ore sono?" chiese al computer con la sua voce profonda, che di risposta mostrò l'orologio digitale sulla parete bianca

"Le 7:10...ricordami di uscire tra venti minuti" disse tornando a bere il suo tè. Non amava molto il caffè, lo trovava troppo amaro per i suoi gusti e non si fidava della caffeina che conteneva, nonostante fumasse. Erano le 7:20 quando finì di mangiare il suo piatto di uova e pancetta, tornò in bagno e si lavò i denti nel mentre che si sistemava meglio i capelli. Non era tanto entusiasta quel giorno, nonostante fosse la vigilia di Natale, o come lo chiama la gente, la vigilia della nascita di Cristo, sentiva il corpo pesante e i suoi occhi dorati rispecchiavano la monotona vita che stava vivendo. Andò in camera per chiudere il letto nel muro e trascinare il pezzo di marmo bianco per chiudere l'armadio, si avvicinò a un'altra parete digitando il codice facendo uscire così uno scaffale a più piani contenenti pistole, fucili, coltelli, pugnali e strumenti di chirurgia. Esatto, era un chirurgo oltre che un agente e questo gli faceva comodo visto che spesso durante le sparatorie qualcuno rimaneva sempre ferito, specialmente lui stesso. Prese la valigetta e la riempì di garze, pinze, bisturi e altro ma soprattutto tanto disinfettante e attrezzi per le cuciture. Una volta chiusa la valigetta, prese una pistola, la caricò e la mise nel porta-pistole alla cintura, ne prese un'altra gemella e la mise allo stivale sinistro mentre il suo pugnale nero come la pece veniva riposto nello stivale destro. Fece per prendere un altro coltello color lapislazzuli, girandoselo tra le dita dalle unghie laccate di nero quando la sveglia impostata poco fa suonò

"Spegnila" disse semplicemente e il suono fastidioso si spense, lasciandolo nel silenzio assoluto di nuovo. Sorrise dando un calcio allo scaffale, facendolo ritrarre nel muro nel mentre che prendeva la giacca di pelle e le chiavi della sua moto. Si mise gli occhiali da sole e uscì all'aria gelida d'inverno, poteva sentire l'odore della pioggia appena caduta a New York e i clacson delle macchine nel traffico. L'uomo sospirò e andò dalla sua adorata moto laccata di nero e viola, indossando il casco e mettendola in moto. Questa si alzò in aria e percorse a velocità la strada principale bloccata, schivando tutte le auto e facendo acrobazie in aria. Dopo circa un quarto d'ora, arrivò al parcheggio della centrale, lasciando che la macchina prendesse la sua moto, la alzasse e la mettesse in una specie di archivio di moto messe in verticale. Mentre il robot salvava il codice di Yanis, l'uomo si incamminò verso l'ascensore accendendosi una sigaretta. Se non fosse per il suo aspetto giovane, non avrebbe problemi a comprarsi sigarette e alcool ma tutte le volte lo fermavano e dovevano controllare che avesse davvero 35 anni e questo gli dava davvero fastidio. Mentre varcava la soglia della porta, venne fermato da una voce roca dietro di lui

"YANIS! HO UNA MISSIONE URGENTE PER TE!" lo sentì urlare. Yanis si girò verso l'uomo che dovrebbe essere il suo capo, sollevando gli occhiali da sole e poggiandoli sulla testa

"Che tipo di missione?" chiese con fare freddo

"Un ragazzo, si fa chiamare Joe ma nessuno sa il suo cognome, è stato riportato che prende tante pillole per la depressione, fuma e si droga, è un operaio, vive a Mortham in un appartamentino in un palazzo molto grande, a quanto pare ha difficoltà a vivere agiatamente" spiegò l'uomo, asciugandosi il sudore con il fazzoletto

Intoxicated (Yanis POV)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora