Violent Revolution

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I do not need a cause for my rage

I just despise the nature of the human race

When all I see is repulsion and hate

Violence becomes my only friend, my saving grace

When love is lost beyond your control

A pale shadow of lust can not enlight your soul

So keep your ice cold bitter illusions

I don't need your empty world my only solution

Is a violent revolution

Erano ancora le 5:30 del mattino quando Yanis si ritrovò a rigirarsi nel letto. Soffriva di insonnia, o dormiva tardi o si svegliava molto presto, aveva delle pillole da prendere per poter dormire ma odiava le pillole. Si alzò dal letto, deciso a uscire e prendere un po' d'aria, si vestì mettendo una tuta nera, scarpe da ginnastica bianche e attivò la sua playlist. Prima di uscire, lasciò un biglietto sul tavolo con su scritto che sarebbe tornato subito e prese le chiavi. Mentre correva pensava alla sera prima, a come si era comportato male verso il ragazzo e sospirò. L'agente non aveva mai avuto un amico in vita sua, era solo, senza nemmeno una figura materna o paterna quindi, crebbe nella freddezza della realtà e crudeltà degli esseri umani, tutto quello che sapeva fare bene era studiare, pulire e svolgere lavori. Nessuno gli aveva mai insegnato l'affetto di una famiglia, l'amore, l'amicizia, l'unica cosa che ha sempre avuto era sé stesso e nessun altro. Yanis lo sapeva bene che non era colpa sua se ora era freddo, distaccato e a volte maleducato e brusco. L'uomo fece una corsetta per la serra lì vicino e ricordava come una volta era un giardino all'aperto ma per colpa dello smog, avevano costruito una protezione attorno per evitare che l'inquinamento rovinasse anche quel piccolo paradiso. Nonostante ora ci stavano veicoli volanti, c'era molto altro che produceva fumo e radiazioni. Dopo circa un'oretta di corsa, tornò indietro, a casa, sperando di non ritrovarsi un Joe ancora arrabbiato per ieri sera o ancora peggio la casa vuota. Aprì la porta, sentendo un buon profumo di uova e bacon provenire dalla cucina. Attraversò la sala d'entrata togliendosi le scarpe e camminando scalzo sul freddo marmo. La cucina aveva anch'essa il pavimento bianco di marmo, con al centro un tavolo alto dalla superficie nera di pietra circondata da sedie alte da bar. Pensando fosse Ravis, entrò in cucina così com'era, rimanendo sorpreso nel vedere Joe ai fornelli

"Buongiorno" disse soltanto il ragazzo. Dal modo in cui si comportava, sembrava ancora arrabbiato

"Mh" rispose solo l'agente, avvicinandosi per vedere cosa stava cucinando nonostante lo sapesse già ma voleva vedere se aveva dormito la notte, non sapeva cosa fosse ma sperava che avesse dormito bene, Yanis si stava preoccupando senza saperlo. Lo vide ignorare la sua presenza come anche la sua risposta e senza accorgersene gli scappò uno sbuffo, probabilmente Joe lo interpretò come rabbia o fastidio da cosa disse dopo

"Se non ti va bene cucinati tu qualcosa, non conosco i tuoi gusti" mentre gli porgeva un piatto con uova e bacon. Yanis guardò il piatto e lo trovò molto invitante, prese la forchetta e iniziò a mangiare. Le uova erano semicotte come piaceva a lui e la pancetta leggermente croccante, incredibile come il ragazzo avesse preparato la colazione esattamente come la desiderava. Mentre mangiava si sentiva osservato, così alzò lo sguardo e vide Joe seduto davanti a lui a mangiare e guardarlo. Cos'era quello che sentiva l'agente? Sentiva come un calore dentro di sé che partiva dal petto e risaliva al viso. Non appena si incrociarono lo sguardo, vide Joe distoglierlo con un leggero rossore alle guance e senza accorgersene, l'uomo pensò che fosse carino. Rimase a guardarlo per un po' di tempo finché finì di mangiare, a quel punto si alzò dalla sedia, prese i piatti e li mise nel lavastoviglie che Ravis attivò poco dopo. Quando si rigirò verso il tavolo, vide Joe con la testa appoggiata sulla superficie fredda, i capelli ancora spettinati dal sonno. Notò che aveva ancora i vestiti del giorno prima e si rese conto di puzzare ancora di sudore lui stesso per la corsa. Iniziò a dirigersi verso l'uscita ma prima cercò le parole giuste per parlargli, essendo in casa sua, pensava di fargli fare la doccia ma non sapeva come dirlo

Intoxicated (Yanis POV)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora