Tears don't Fall

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This battered room I've seen before

The broken bones they heal no more, no more

With my last breath I'm choking

Will this ever end I'm hoping

My world is over one more time

Era ormai più di mezz'ora che Yanis beveva, aveva finito il whisky e il gin e ora era passato al rum. Non gli andava tanto il sapore di quest'ultimo ma aveva bisogno di distrarsi in quel momento. Quando guardò l'ora, si decise a tornare a casa, non voleva lasciare il ragazzo da solo per troppo tempo, se gli fosse successo qualcosa non se lo sarebbe mai perdonato. Pagò il barista e uscì, incamminandosi verso casa con i pensieri rivolti a Joe. Appena vide la sua casa a due piani, rallentò il passo, aprì il cancello richiudendolo dietro di sé e tirò fuori le chiavi, aprendo il portone di casa. Si tolse le scarpe e andò direttamente in camera sua, non aveva ancora voglia di parlare al ragazzo e non se la sentiva. Si chiuse la porta dietro di sé per poi sedersi sul bordo del suo letto, questa situazione stava mettendo a dura prova la sua pazienza e la sua capacità di gestire le sue emozioni. In quel momento una notifica arrivò dal suo orologio digitale, controllò e vide i 2 milioni arrivati nel suo conto. Ciò lo fece solo irritare ancora di più. Cercò di calmarsi stringendo forte i pugni. tirò un sospiro quando sentì qualcuno bussare alla porta

"Senti, scusami per prima, non volevo farti arrabbiare ma...non volevo nemmeno parlarne...io...scusami, ti lascio stare" lo sentì dire prima di udire i passi del ragazzo allontanarsi. Non era così che doveva andare, Yanis sapeva che non era colpa di Joe ma sua, era lui stesso che doveva tenersi quelle domande per sé. Si alzò di scatto e aprì la porta con la stessa velocità, afferrando poi il braccio di Joe prima che potesse raggiungere la stanza, facendolo girare

"Che c'è?" chiese probabilmente turbato. L'agente non sapeva il perché lo avesse trattenuto, non sapeva come rispondere quindi si limitò a guardare il ragazzo negli occhi, vedendo la sua stessa sagoma riflessa in quegli occhi viola. Un silenzio imbarazzante scese tra loro, entrambi guardandosi negli occhi, creando una miscela di viola dorato

"Che hai? Tutto bene?" chiese Joe all'improvviso, facendo risvegliare l'agente da quello stato di trance, che annuì poco dopo, mollando la presa al braccio. Cosa era appena successo? Per un attimo gli era sembrato che il tempo si fosse fermato, in quell'istante che si stavano guardando. Scosse la testa vedendo il ragazzo tornare nella stanza

"Usciamo" disse all'improvviso e il ragazzo si girò, senza dire niente come per aspettare qualcosa. Yanis si rese conto dopo di cosa aveva detto e sbuffò, passandosi una mano fra i capelli. L'aveva fatta, e ora? Cosa poteva dirgli? Di essersi sbagliato? Improvvisamente gli venne in mente quel giardino-serra

"T-ti va di...il giardino.....v-vieni?" gli disse, non trovando le parole giuste, non aveva mai invitato nessuno in vita sua, né a casa né altrove e ora, stava invitando un ragazzo conosciuto solo un giorno prima a uscire

"Esistono ancora dei giardini?" lo sentì chiedere con un tono e un'espressione sorpresa. L'agente annuì, portandosi una mano alla nuca, sentiva come un'agitazione dentro di sé, tanto che dovette distogliere lo sguardo per calmarsi anche solo un poco. Diede una piccola occhiata al più piccolo, vedendolo sorridente

"Certo! Andiamo" gli disse e Yanis si sentì come sciogliere. Non lo aveva mai visto sorridere così, era un sorriso sincero e puro, il dolore al petto aumentò a quella vista, era come se i suoi occhi si fossero illuminati di colpo, dandogli una luce propria e senza accorgersene, Yanis se ne sentiva attratto. Per paura che il ragazzo potesse notare il calore che gli saliva al viso, l'uomo si girò e scese le scale velocemente, prendendo la giacca di pelle e le chiavi dell'auto. Aprì la porta del garage, facendo passare prima Joe, che entrò in silenzio guardandosi attorno. L'agente chiuse la porta a chiave e aprì la macchina, che automaticamente sollevò le portiere, facendo entrare Joe, sempre silenzioso. Yanis non capiva questo silenzio, pensava gli facesse piacere uscire un po' ma ora non ne aveva più la certezza. L'uomo si mise al volante e allo stesso tempo, le porte si chiusero da sole. Yanis accese il motore, facendo partire il veicolo in direzione del giardino mentre con la coda dell'occhio vide il ragazzo affacciarsi al finestrino. L'agente non sapeva cosa stava facendo, oggi sarebbe potuto andare in ospedale a svolgere qualche operazione e invece ora si trovava in macchina con Joe a portarlo a un giardino nemmeno così particolare. Scosse la testa, ormai era fatta, era inutile rimuginarci sopra. Fece per girare quando un altro veicolo gli passò davanti senza preavviso, frenando di colpo e iniziando a imprecare contro l'autista

Intoxicated (Yanis POV)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora