Capitolo 9-
Quella notte Harry non dormì.
Stranamente, non era stanco: da quando era tornato indietro nel tempo non aveva avuto bisogno di molto riposo. Un paio di ore di sonno erano abbastanza per rimetterlo in sesto e poteva trascorrere parecchie notti insonni.
Ma quella sera non riusciva proprio a dormire, nonostante ci stesse provando. Arrendendosi, Harry si portò a sedere sul suo letto e diede un’occhiata al suo orologio: erano le tre di notte. Aveva un po’ di tempo per organizzarsi.
Un dubbio si insinuò in lui. C’era una falla nel suo piano. Doveva disfarsene, o tutto sarebbe andato in rovina e Sirius avrebbe fatto una brutta fine.
No, non lo avrebbe permesso. Un altro piano altamente diabolico gli venne il mente. Ghignò maligno e fu grato del fatto che nessuno lo potesse vedere lì, al buio della sua stanza, o si sarebbero chiesti se Harry Potter fosse davvero il ragazzino assatanato che ghignava come un maniaco perverso.
Con questi pensieri, e con il suo Piano Altamente Diabolico in mente, Harry scrisse velocemente una lettera e si diresse verso la Guferia, facendo bene attenzione a non farsi beccare da Gazza o dai professori. Il suo piano era semplice, a dir il vero.
Avrebbe soltanto dovuto minacciare, ricattare e corrompere un po’ di gente. Infondo, se il Ministro giocava sporco, chi era l’uomo per dirgli di non fare altrettanto?
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Il sole stava sorgendo e Severus Piton era nel suo laboratorio privato, intento a preparare una pozione che gli sarebbe stata molto utile. Sapeva che ciò che aveva in mente di fare era illegale, ma aveva lui il coltello dalla parte del manico.
Harry Potter nascondeva qualcosa. Non sapeva cosa, con precisione, ma presto lo avrebbe scoperto. Doveva sapere perché il figlio di Lily aveva stretto un’alleanza con i Goblin, come faceva a parlare il Goblinese, in che modo se la intendeva con Raptor, e perché era così sfuggente.
C’era un che di sospetto nel modo in cui si aggirava. Anche quando era rilassato, c’era qualcosa nella sua postura che suggeriva che in caso di pericolo sarebbe stato pronto ad entrare in azione; era in perenne stato di allerta, di vigilanza costante. La cosa curiosa era che il ragazzo sembrava non accorgersene: era come istintivo.
Cosa aveva visto e vissuto che lo aveva cambiato in quel modo? Chi era lo sconosciuto che aveva visto in quel corridoio al secondo piano? Gli era sembrato uno che aveva visto l’inferno, non un ragazzino di undici anni appena arrivato a Hogwarts.
E poi doveva ammettere che il ragazzo era potente: era un prodigio in tutte le classi. Minerva e Filius gli avevano detto di averlo visto fare incantesimi non-verbali.
Spense il fuoco sotto il suo calderone. La pozione era pronta. Presto il mistero di Harry Potter sarebbe stato svelato.
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Erano circa le nove quando Harry si diresse a colazione con i suoi amici. Ron e Hermione continuavano a parlare della notte precedente, contenti di aver imparato qualcosa di utile. Prima di andare a letto avevano svuotato le loro menti come il moro aveva consigliato. Non c’erano stati progressi visibili, ma con il tempo ce l’avrebbero fatta.
Harry mangiò con i Grifondoro per i primi venti minuti, chiacchierando con Ron e Hermione.
“Ragazzi, oggi forse non mi vedrete. Ho degli impegni. I gemelli però mi stanno coprendo,” spiegò il moro rassicurante.
“Ma oggi non veniva l’amico di tuo padre?” Hermione aggrottò la fronte perplessa.
“Sì,” ammise Harry, “Ma avevo già degli altri impegni prima di ricevere la sua lettera. Lui questo però non lo deve sapere, ok?” i suoi amici annuirono, anche se sembrava che Ron fosse troppo preso dal suo mangiare per averci capito qualcosa, “In caso di complicazioni, copritemi, vi prego.”
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A New Choice
FanfictionE Se Harry durante il limbo a King's cross facesse una scelta diversa? Questa storia non è mia, io con il permesso del autrice l'ho trasposta su Wattpad, e la continuerò come meglio posso