Capitolo 12
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“… zucche vuote come voi. Ma d’altronde, che altro sarei potuto aspettarmi da dei Grifondoro? Lo avevo detto che …” Severus Piton continuava a rantolare quel venerdì, durante la lezione dei primini condivisa da Grifondoro e Serpeverde.
I sotterranei erano gelidi, come sempre, e i fumi di svariate tonalità di viola, blu e nero che fuoriuscivano dai calderoni non facevano che alimentare l’atmosfera tetra. Gli undicenni erano tutti, senza esclusione, terrorizzati.
Ma poi, come si faceva a non temere il Direttore della Casa delle Serpi? Solo uno sciocco non avrebbe compreso che non era una persona con la quale discutere e che, per rimanere nelle sue grazie, il minimo da fare fosse prestare attenzione ai suoi lunghi quanto boriosi discorsi sull’imbecillità del corpo studentesco. Nessuno avrebbe osato fare il contrario.
Per questo, tutti erano tesi come una corda di violino, intenti a non perdersi una sola parola proferita dal Maestro di Pozioni, mentre al contempo cercavano di preparare una pozione che non meritasse un voto al di sotto di una ‘T’.
Ma,naturalmente, le regole non valevano mai per Harry Potter, il quale, dopo aver finito la sua pozione, si era poggiato sul suo banco e aveva cominciato ad addormentarsi sotto l’influsso della voce monotona di Piton.
Quel mattino si era svegliato presto, molto presto, e aveva lasciato la Torre di Grifondoro per cominciare il suo ‘allenamento’. Era uscito sui terreni e fatto un paio di giri di corsa intorno al Lago Nero (l’intero Lago, lungo circa una quindicina di chilometri), per concludere poi con una ventina di addominali. Doveva mettersi in forma, soprattutto per compensare il fatto che non fosse ancora abituato, come diciassettenne, a vivere nel corpo di un primino. Specialmente se suddetto corpo era gracilino a causa dei precedenti mesi passati nello strepitoso sottoscala di casa Dursley senza cibo.
Inoltre, l’esercizio fisico avrebbe aiutato la sua resistenza in caso di battaglia, per non parlare dell’agilità e la forza. Doveva farne una routine. Aveva già provveduto a sbarazzarsi, la sua prima notte al castello, dei suoi occhiali, che anche durante le partite di Quidditch gli avevano procurato non pochi problemi.
Quando era uscito quella mattina, tuttavia, non aveva preso in considerazione quanto il suo corpicino non fosse abituato all’esercizio, e per questo, adesso doveva fare i conti con la stanchezza e l’acido lattico. Era così stanco, e la voce di Piton era così piatta …
Hermione tossì rumorosamente da dietro di lui, dando un calcio alla sua sedia scoccandogli un’occhiata d’ammonimento, come a dire ‘Non addormentarti, faresti solo imbestialire Piton ancora di più’. Come se fosse possibile. Il solitamente composto Maestro sembrava avere un diavolo per capello quel giorno, e non faceva che urlare addosso a tutti, terrorizzando a morte Neville, e sputacchiando saliva da tutte le parti.
Stranamente, la sua rabbia non si era ancora riversata sul giovane Potter. Anzi, il Professore non aveva neanche scoccato un’occhiata nella sua direzione dall’inizio della lezione. Neanche per sbaglio. Sembrava quasi che lo stesse evitando di proposito.
Harry però non si lamentava, perché, tutto sommato, doveva ammettere che l’uomo stesse digerendo le sconvolgenti rivelazioni che aveva rivelato sotto Veritaserum piuttosto bene.
Con Piton che volutamente non voleva prestargli attenzione e la fiacchezza dovuta alle poche ore di sonno e all’attività fisica di quella mattina, il banco non gli era mai sembrato più invitante e comodo. Appoggiò la testa sulla superficie liscia e fresca, accanto al calderone ormai vuoto, e chiuse gli occhi.
Hermione diede un altro calcio alla sua sedia, costringendolo a sedersi di scatto.
A già. E poi c’era Hermione.
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A New Choice
FanficE Se Harry durante il limbo a King's cross facesse una scelta diversa? Questa storia non è mia, io con il permesso del autrice l'ho trasposta su Wattpad, e la continuerò come meglio posso