I - Raffaele Tricarico ✓

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Registrazione del 14 Maggio 2020
Ore 08
Presentazione

Ciao a tutti. Mi chiamo Raffaele Tricarico, ho quaranta anni e sono il direttore del C.R.M.F.P.S.I.

Sono alto, ho un fisico asciutto e palestrato. La mia carnagione è chiara, ma stando al sole mi abbronzo facilmente.

Bruno, con i capelli scalati che si allungano verso il viso, le orecchie spuntano tra essi allungandosi leggermente verso l'alto.

Le sopracciglia sono sottili e lunghe, gli occhi dal taglio all'ingiù color nocciola con sfumature verde militare, lievi rughe di espressione, ciglia corte.

Il naso è aquilino, la mascella squadrata con una lieve barba e, secondo mia moglie, ho le labbra sottili ma sexy. 

Mi definisce un uomo che dà l'impressione di sicurezza, anche se nelle iridi c'è solo dolcezza e consapevolezza e che si nota quanto sono attaccato a lei. Le emano una sensazione di protezione. Io aggiungerei anche un bel "magari fosse così".

Insomma sono un bel tipetto. Conosco Davide da quando sono nato - credo avesse sei anni come mio fratello - le nostre mamme sono amiche conosciutesi nella clinica dove nacquero Alex e Dave.

Vado molto d'accordo con entrambi, nonostante la diversa età. Ne abbiamo combinate insieme di cose e anche guai, ma loro sono sempre pronti a proteggermi. Ci rispettiamo e vogliamo molto bene, siamo come tre fratelli.

Ho passato tre anni in Canada ed è lì che ci siamo conosciuti io e mia moglie Sarah, reduce da una storia d'amore violenta. Odio gli uomini prepotenti con le donne, quelli che le picchiano o che usano violenza mentale ed emotiva su di loro.
Mi viene una sorta di malessere solo a guardarli in faccia.
Vedere mentre godono nel procurare alle loro povere vittime tutto quel dolore.
Dissi alla mia piccola che dovevamo andarcene da lì e così tornai in Italia dalla mia famiglia e dai miei amici.

In Canada ebbi dei bei momenti come il mio secondo compleanno lì. Il regalo di mia moglie? Mi portò al concerto di Celine Dion la mia cantante preferita al Forum de Montréal e lì la donna mi invitò sul palco a cantare con lei, la canzone che più amo al mondo, 'Water from the Moon'.
Riuscite a immaginare cosa ho sentito in quel momento? Io ero al massimo della felicità.

Tornammo in Italia un anno dopo, a settembre.
Partecipammo alla festa e alla soddisfazione del mio amico per la sua importante scoperta su non so cosa dei buchi neri.
Riallacciai i rapporti con mio fratello che non approvò la mia voglia di trasferirmi lontano da casa.
Con i miei invece il rapporto è peggiorato, mi nascondono tuttora le cose.
Vogliono sempre proteggermi come fossi un bambino.
A me non serve questo.

Quando Dave perse suo figlio, gli stetti vicino più che potei.
Poi mi propose di diventare soci e io diedi subito il mio assenso.

Sono fiducioso in lui, mi ha dimostrato parecchie volte che se si mette qualcosa in testa, la raggiunge.
Per me resta un esempio da imitare.
Cerco sempre d'immedesimarmi in lui e capire come affronterebbe una determinata situazione e così finora sono andato avanti.
Naturalmente ho le mie idee e una mia opinione su tutto, ma preferisco farmi guidare da lui anche se indirettamente.

Non posso né voglio immaginare cosa abbiano provato lui ed Elisabetta in quel periodo, se penso di perdere mio figlio - soprattutto in quel modo così brutto e violento - mi viene da piangere e mi deprimo.

Mi chiedo come abbiano fatto a riprendersi.
Soprattutto il povero Dave che - oltre la perdita di Giovanni e i sensi di colpa per essergli sopravvissuto - si è ritrovato a sopportare anche il dubbio di dover restare immobilizzato su una carrozzella.
Per non contare le già numerose operazioni subite e che dovrà ancora affrontare.

A Spasso Nel Tempo - Progetto PLINIUS (IN REVISIONE)(#ilsaporeditecontest)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora