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GIOVEDÌ 20:35.

"Noto che il kebab ti è piaciuto parecchio" mi dice Aron prendendomi in giro mentre mi porge un fazzoletto di carta per pulirmi le labbra, probabilmente sporche dalla foga con cui ho divorato il panino.
"Si vede eh?" gli rispondo, sicuramente arrossita. Lui annuisce e mi osserva meticolosamente mentre mi pulisco.
"Mh sei ancora un po' sporca"
"Dove?" e lo guardo interrogativa in attesa di indicazioni più precise da seguire per pulirmi meglio.
Lui però non parla, anzi, si avvicina a me sul muretto dove siamo seduti a cavalcioni: mi avvolge la guancia con una mano mentre col pollice delicatamente strofina all'angolo delle mie labbra.
"Credo proprio che non si toglierà se continuo così"
Faccio spallucce come a dire che non importa: "Tranquillo faccio i-"
Lo sento avvicinarmi al suo viso, guardami fisso gli occhi e poi le labbra, sorridendomi: in un attimo lo sento baciarmi il punto esatto in cui poco fa cercava di pulirmi col dito. È pericolosamente vicino alla mia bocca.
"Fatto"
Gli sorrido, ancora scossa dal gesto improvviso: devo riabituarmi al suo modo di fare così inaspettato e sorprendente.
"Facciamo una passeggiata?" propongo poco dopo, per smorzare l'atmosfera intensa che si è creata.

ORE 21:23.

"Non ci credo che l'hai fatto davvero!" mi dice ad alta voce Aron, gesticolando con le braccia e sorridendomi incredulo.
"È davvero così assurdo il fatto che io abbia rimesso nel suo laghetto una povera paperella smarrita?" gli dico fermandomi sul posto e incrociando le braccia al petto.
Dopo essersi accorto del fatto che non sto più camminando al suo fianco anche lui si ferma e indietreggia raggiungendomi.
Mi sposta una ciocca di capelli dietro l'orecchio, poi mi bacia il lobo e la mandibola.
"Questo è il momento in cui mi gioco la scommessa fatta in macchina, lo sai?"
Alle sue parole mi pietrifico. Faccio per allontanarmi ridendo nervosamente ma lui mi attira nuovamente a se cingendomi la schiena.
È prominente su di me, i nostri toraci si sfiorano e non riesco a reggere lo sguardo di lui sul mio viso.
Le sue dita sfiorano i contorni del mio viso, passando dalla fronte, al sopracciglio, allo zigomo, al mento.
"Ho il cuore a tremila Sava, credo proprio che non c'entri nessun aritmia. Devi essere tu"
Non posso non arrossire e sorridere alle sue parole. Lo trovo diverso, chissà cosa gli è passato nella mente in questi giorni lontani dopo quanto successo a casa di Rafael.
"Dovremmo parlare di quello che c'è stato prima che partissi..." gli dico con un filo di voce, le sue mani ancora sul mio viso.
Lo vedo sospirare e sorridermi: "Stai temporeggiando l'inevitabile e va bene...sediamoci lì" mi indica una panchina alle mie spalle.
Abbiamo raggiunto una zona del parco molto carina e suggestiva, piena zeppa di alberi in fiore e panchine colorate, per di più c'è una vista su Madrid strepitosa.
Ci sediamo vicini, tentenno un po' ma poi decido di poggiare le mia gambe sulle sue e di avvicinarmi leggermente. Lui mi sorride, credo che questa cosa gli sia piaciuta. Mentre le sue mani mi accarezzano le gambe scoperte dal vestito io penso a come introdurre il discorso ma, non so se per mia fortuna oppure no, lui mi precede.
"Mi hai baciato dieci giorni fa"
"Ti ho baciato dieci giorni fa, sì"
"Perché?"
"Perché mi andava"
"Se vuoi parlare di quanto successo dovresti cominciare effettivamente a spiccicare qualcosa di più di tre parole"

Mi guarda sorridendomi dolce ma anche un po' furbo, ormai comincio a riconoscere le sue espressioni.
"Ti ho baciato perché lo volevo, perché non mi sei indifferente, perché si era creata una bella atmosfera e perché c'erano stati già troppi momenti inconcludenti tra noi e mi ero scocciata"
"Lo sai come si possono racchiudere in due parole tutte quelle che hai detto ora?"
"Sentiamo"
"Ti piaccio"

Sbarro gli occhi, è strano sentir uscire dalle sue labbra queste parole. Tante volte mi sono frullate in mente e tante volta ci ho pensato ma mai l'ho ammesso così chiaramente e mai gliel'ho sentito dire.
"Che sfacciato che è però, a dirselo da solo"
Rido, perché non so bene cos'altro dire e poi ricordo che, infondo, non sono solo io ad averlo baciato ma è anche lui che ha ampiamente ricambiato per cui decido di spostare il fulcro del discorso su di lui.
"Ma parliamo di te invece, è ora. Mi sembra che non ti sei scostato quando ti ho baciato, anzi, hai detto che l'avresti fatto molto tempo prima"  gli dico alzandomi di scatto, questa conversazione mi mette agitazione ed ho bisogno di stare in piedi. Anche lui fa lo stesso.
Lo vedo avvicinarsi nuovamente a me, passo dopo passo mentre io indietreggio: ancora mi fa strano la naturalezza con cui approccia, il fatto che non abbia più tentennamenti nel toccarmi o sfiorarmi. Mi afferra la vita e mi attira a sé, impedendomi di allontanarmi ancora.
Scruta il mio viso attentamente, accennando un sorriso e tracciando nuovamente i miei contorni: "Forse non ci siamo intesi Andrea" e mi bacia la fronte "io non ho problemi ad ammettere che di te mi piace ogni centimetro. Mi piacciono da morire i tuoi occhi così verdi, mi piace il tuo viso visto da ogni angolazione possibile ed immaginabile. Mi piacciono i tuoi capelli ribelli che devo ammettere surclassano miei" e mi bacia il naso "Mi piacciono le tue mani, specialmente quando mi toccano. E poi credo sia scontato dire che del tuo corpo ammiro ogni millimetro quadrato"
Inutile dire che rimango a bocca aperta dopo questo exploit intenso e sincero. Non credevo gli frullasse tutto ciò per la testa riguardo me, non credevo di piacergli così. Non nego che la cosa mi lusinga e che, seppur non abbia usato le stesse parole, io ricambi in pieno tutto quello che ha detto.
"Non so bene che cosa dire" ho un filo di voce e guardo un punto casuale alle spalle di Aron, non potrei mai incrociare il suo sguardo ora come ora.
"Io so cosa fare invece"
Stavolta è lui a baciarmi, è lui ad attirare il mio viso verso il suo con le sue mani  ed io non posso fare altro che sfiorare la sua schiena con le dita delicatamente e quasi incredula. È un bacio diverso dal primo che ci siamo dati, ha più passione, più desiderio: sento le sue mani spostarsi dal mio viso alla mia schiena, lo vedo tentennare sullo spostarsi più in basso ma non lo fa. Sorrido nella mia mente per questo gesto. Le mia dita accarezzano il suo petto mentre il bacio è ancora intenso.
Siamo fronte contro fronte, ci sfioriamo la punta del naso mentre ci guardiamo dritti negli occhi: "Questa era la mia scommessa comunque"
Rido, sa sempre come alleggerire i momenti così particolari: "Grazie per l'informazione"

Nadie dijo que fuera fácil  (Nessuno ha detto che è facile).Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora