21 anni che vivo nella stessa vecchia palazzina costruita negli anni '90 e non mi sono mai ritrovata a scendere questi scalini con tanta eccitazione, ansia e nostalgia come adesso.
''Se non sei sicura sei ancora in tempo per ripensarci'' sento dire a mia madre mentre carico le ultime borse nel retro dell'auto, ignoro le sue parole e la abbraccio: ''Starò bene. Stai tranquilla, ci sentiremo tutti i giorni e starò attenta'' le dico tra i capelli.
La vedo annuire ma leggo nei suoi occhi il timore e la paura di chi sta lasciando andare via la propria figlia per un anno, in una nazione diversa a studiare recitazione.
Salgo in auto e rivolgo un ultimo sguardo a mia madre e al vicolo che per tutti questi anni ha fatto da sfondo alla mia vita, tiro un lungo respiro e chiudo lo sportello: ''Possiamo andare papà''.
All'aeroporto di Fiumicino c'è sempre così tanta gente che quasi risento la voce di mia mamma che mi dice di ripensarci, ma prima di concludere il pensiero vedo in lontananza Eleonora, mia grande amica dall'età di 12 anni e che mi accompagnerà in questa spericolata avventura.
Saluto sua madre e mio padre, che mi da le ultime raccomandazione e mi prega di farmi sentire così da non dover far preoccupare la mamma e andiamo al gate. Siamo entrambe emozionatissime, scalpitiamo per questa nuova avventura ma ovviamente c'è un risvolto negativo in questa nuova cosa, io lascio qui una storia in bilico già da tempo e che ha finito per spezzarsi definitivamente con questa mia partenza ed Eleonora lascia qui la madre rimasta vedova anni fa e ormai sola.
''Andrea stanno facendo imbarcare, non ci starai ripensando? '' mi dice la mia amica soffocando una risata perché entrambe sappiamo qual è la mia risposta: '' Madrid preparate!''.
Mentre la Ele dorme da quando abbiamo preso posto in aereo, io invece ad occhi chiusi e con le cuffiette ripenso a quanto sia fortunata di poter fare questo incredibile viaggio, di poter esaudire un desiderio che mi accompagna da 8 anni e che ho coronato grazie a tanto sforzo e comprensione anche da parte dei miei genitori. Questo era il compromesso raggiunto con loro: frequentare il liceo Scientifico con serietà e poter studiare teatro tre volte a settimana nel pomeriggio. È stata un'impresa, è stata dura vedere uscire i miei amici di sabato mentre io restavo a casa per potermi avvantaggiare i compiti della settimana e avere più tempo per studiare i copioni. Ma guardando indietro a quegli anni non posso che esserne orgogliosa e soddisfatta perché mi hanno portato a questo esatto momento che sognavo da quella che mi sembra essere un'eternità. Era agosto quando l'Accademia di recitazione di Madrid, il più grande e prestigioso campus della città, aveva risposto positivamente alla mia domanda per una borsa di studio di un anno. Tutto poi è successo velocemente: accaparrarsi i biglietti il prima possibile, organizzare le valigie e la permanenza lì, richiedere una stanza e cercare di capitare con Eleonora che avrebbe studiato scenografia. Salutare la mia famiglia, i miei amici e poi lui, Riccardo, il mio complice per più di tre anni e amico di sempre che negli ultimi mesi era diventato ormai unicamente un amico. Qualcosa si era rotto da tempo, la fine del liceo e la rottura della solita routine ci aveva colti alla sprovvista, e poi la sua scelta di studiare a Milano, la mia partenza per Madrid ci hanno portato a scegliere di separare le nostre strade, con tanta tristezza ma anche consapevolezza che fosse la cosa giusta.
Ed ora eccomi qui, seduta accanto ad un finestrino che mi lascia intravedere mare, grattacieli e nuvole, e non potrei essere più contenta ed emozionata. Giro lo sguardo e mi rendo conto che Eleonora è sveglia, ha anche lei le cuffiette e sta guardando qualcosa al cellulare: ''Che roba guardi?'' chiedo incuriosita, '' Stiamo per arrivare in Spagna e quindi ho iniziato Élite, ma per imparare la lingua sia chiaro eh!'' mi dice con sguardo divertito e immediatamente ricordo tutti i lunghi monologhi intavolati da quando ha iniziato a vedere questa nuova serie tv, di cui so ben poco in quanto non l'ho mai vista poiché non è il mio genere e anche perché di spagnolo so qualcosina dopo aver frequentato un corso al liceo che dava crediti per la maturità.
Scendiamo dall'aereo dopo quella che sembra una vita nonostante in realtà ci siano volute solo un paio d'ore, cerchiamo un taxi fuori dall'aeroporto e indichiamo l'indirizzo del campus dove si trova anche la residenza per gli studenti provenienti da fuori.
Riconosco la struttura dal finestrino quando inizio a intravedere altissimi edifici, grandi distese di verde e una quantità di ragazzi e ragazze nei dintorni, con macchine fotografiche, costumi e telecamere: è il mio paradiso, finalmente.
Ci avviamo nella direzione dell'accademia, consegniamo i nostri moduli di accettazione e la signora dietro la scrivania ci indica un ragazzo che ci avrebbe fatto fare un giro delle strutture e ci avrebbe accompagnato nella nostra stanza.
''Piacere io sono Andreas, vi faccio fare un giro veloce del campus e vi mostro dove dormirete nel tempo infernale che passerete qui!'' ci dice facendoci ridere, ed allora mi sorge spontanea la domanda ''Infernale? Come mai?'' ''Beh tutto sembra una favola qui, ma aspetta di iniziare a seguire i corsi, di realizzare i progetti, spostarsi da un'aula all'altra che appositamente scelgono lontane tra loro milioni di km così che sarai sempre in ritardo anche se ti svegli esattamente quando ti metti a letto, per non parlare dei docenti scorbutici e uhm...vediamo che altro c'è? Ah certo, come dimenticarlo, lo spettacolo in teatro di fine corso!'' finisce di dire dopo un lasso di tempo senza prendere fiato che pensavo fosse mortale per chiunque.
Ridiamo tutti sonoramente e ammetto che l'idea di uno spettacolo mi incuriosisce e non ne sapevo assolutamente nulla, per il resto un po' di paura questo Andreas me l'ha messa.
Il campus è bellissimo, pieno di laboratori interessanti e corsi innovativi. Anche il residence è confortevole, peccato per i bagni comuni a tutte le donne in cui la privacy sarà zero, ma ci farò l'abitudine.
Andreas ci lascia di fronte la nostra camera e ci dice che la stessa sera ci sarebbe stata nel giardino una piccola serata con la musica per dare io via al nuovo corso. Eleonora ed io promettiamo che avremmo tenuto in considerazione l'idea di andare e poi lo salutiamo.
Esauste sistemiamo alla meglio le nostre cose e, guardandoci in faccia, scoppiamo a ridere ancora incredule del posto e dell'esperienza che ci aspetta.
CIAO A TUTTI RAGAZZI! INIZIO LA STORIA CON UN CAPITOLO DI PREPARAZIONE E INTRODUZIONE. FORSE ALCUNI SI RICORDERANNO DEL MIO ACCOUNT POICHE' TEMPO FA SCRISSI UNA STORIA SU ANDREAS DI AMICI CHE NON HO CONCLUSO A CAUSA DI VARIE COSE CHE SUCCESSERO ED ANCHE PERCHE' PERSI INSPIRAZIONE. MAGARI UN GIORNO LA RIPRENDERO', PER ORA GODETEVI QUESTO NUOVO VIAGGIO.
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Nadie dijo que fuera fácil (Nessuno ha detto che è facile).
AléatoireQuando l'ultima delle cose che avevi immaginato diventa un pensiero costante, un desiderio impellente, non puoi fare altro che assecondare questa sensazione. Ricorda una cosa però: nessuno ha detto che sarebbe stato facile. Vorrei che leggendo le mi...