Capitolo 12 ~insieme~

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Ottobre passò molto velocemente cedendo spazio a Novembre, che quell'anno fu più freddo del solito.
I ragazzi erano tutti riuniti in Sala Grande per la cena, El era seduta accanto a Cathlin, Kaila e Priscilla che, come loro solito, spettegolavano su i ragazzi.
Elizabeth alzò lo sguardo verso Tom, nonostante fosse passato un mese non riusciva a togliersi le sue parole dalla testa, e lo guardò con delusione, aspettando una sua qualsiasi reazione.
Il ragazzo drizzò la testa, che era elegantemente  piegata sul piatto, ed incrociò gli occhi della ragazza, così profondi, così tristi, la sua espressione era quasi identica a quando lui le aveva sputato addosso quello che pareva veleno più che un insieme di parole che, anche se poche, avevano ferito profondamente El.
Speravo avesse lasciato perdere
Pensò Tom.
La ragazza non riusciva più  a mantenere gli occhi su di lui, aveva bisogno di stringerlo a se, aveva bisogno del suo affetto, così distolse immediatamente lo sguardo, per non lasciarsi ingannare da certe tentazioni.
<El tutto bene? Ultimamente mi sembri molto giù di morale> la voce dolce di Kaila parve risvegliarla da quell'incubo che erano i suoi pensieri.
<si io, stavo solamente pensando> disse la riccia.
<pensavi a Riddle vero?> aggiunse Cathlin mentre la guardava con aria provocatoria.
<Ma cosa diamine stai dicendo??>
Le guance della ragazza cominciarono a scaldarsi e a dipingersi di un rosso velato.
<su andiamo mi vuoi davvero far credere che tra voi due non ci sia nulla?> disse Priscilla in aggiunta alla frase dell'amica.
Quelle parole parvero ferire El, che si incupì, come se avesse visto un cadavere.
<no tra di noi non c'è niente, scusatemi> concluse lei alzandosi e uscendo dalla stanza, seguita dagli inutili richiami delle amiche.
Fuori pioveva a dirotto, pareva come se tutto il mondo avesse capito il suo stato d'animo e lo stesse assecondando.
Arrivò ai dormitori e, senza indugiare, si mise nel letto, sperando di riuscire a scacciare via tutti i pensieri negativi che le ronzavano in testa.
***

Le luci dell'alba irruppero nel dormitorio delle ragazze corvonero, costringendole a svegliarsi, nonostante fosse Sabato.
<Buongiorno El, mi dici cosa ti è preso ieri sera?> Priscilla si buttò con un balzo sul letto dell'amica, lasciandola, in un primo momento, spiazzata.
<Buongiorno Pri, scusa per ieri, non ero dell'umore giusto per parlare di Tom>
<Ah quindi ora lo chiami per nome eh?> disse la William con una risatina, seguita da una gomitata sulla spalla dell'amica.
<Si, cioè no, non più> El era tornata con la stessa espressione malinconica della sera prima.
<mi dici cosa è successo tra di voi? Ti prometto che non ne farò parola con nessuno.>
La riccia, non riuscendo più a trattenersi, raccontò per filo e per segno, cosa la turbava, cercando di impedire alle lacrime di scendere.
<Quel bastardo, idiota, maleducato, presuntuoso> Priscilla fece una lista che sembrò infinita di aggettivi dispregiativi per descrivere Tom.
<andiamo Pri non esagerare>
<NON ESAGERARE?, ti rendi conto di come ti ha trattata??>
<avrebbe potuto dirmi di peggio> sospirò la riccia tentando di calmare l'amica.
<ci avrebbe solo dovuto provare, bah fa niente andiamo a fare colazione> finì di dire Priscilla prima di vestirsi e scendere di sotto, seguita a ruota dall'amica.

<ci avrebbe solo dovuto provare, bah fa niente andiamo a fare colazione> finì di dire Priscilla prima di vestirsi e scendere di sotto, seguita a ruota dall'amica

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Dopo la colazione, le due ragazze si misero a gironzolare per i corridoi chiacchierando,
fino a che qualcuno non le fece bloccare davanti all'aula di pozioni.
<EHI EL> una voce maschile chiamò la ragazza citata, che si girò di scatto.
<Paul> disse lei sorridendo.
<senti beh, ti ricordi quando siamo usciti insieme?> disse lui un po impacciato
<si me lo ricordo> la sua voce era sempre calma e dolce.
<beh ti andrebbe di uscire di nuovo in questi giorni?> le chiese tutto d'un fiato.
La ragazza non riuscì a trattenere un sorriso.
<ma certo che mi farebbe piacere>
<Grandioso!> disse Kolv abbracciandola.
La scena passò inosservata a molti studenti, tutti tranne Riddle, che, appena uscito dall'aula di pozioni dopo una chiacchierata con Lumacorno, li osservava;
Non li guardava con gelosia o ira, ma il suo sguardo  parve malinconico, come se si fosse pentito di averla lasciata andare.
Tom aspettò che El fosse da sola per spiegargli meglio la situazione.
Forse in questo modo smetterò una volta per tutte di distrarmi.
La ragazza stava tranquillamente salendo le scale, intenta a tornare in dormitorio, quando sentì dei passi dietro di lei.

<Anderson aspetta>Quella voce, quella maledetta voce penò la ragazza

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<Anderson aspetta>
Quella voce, quella maledetta voce penò la ragazza.
<cosa vuoi Riddle? Mi vuoi insultare ancora?> disse lei girandosi e guardandolo freddamente negli occhi.
<penso che tu voglia delle spiegazioni> Tom aveva un tono di voce piatto e fermo, così come la sua espressione.
<mi pare il minimo> Elizabeth, a differenza del ragazzo, era colma d'ira, non sopportava di dover far finta di niente e parlare con lui come se non fosse successo mai nulla.
Tom le spiegò per filo e per segno come mai lui l'avesse allontanata, ovviamente tralasciando il contenuto dei suoi piani, ma non escludendo le sensazioni che lei gli faceva provare ogni volta.
Subito dopo aver parlato abbassò lo sguardo, evitando ulteriore imbarazzo.
<posso sapere che cosa sono questi piani?> il tono della ragazza non era più come prima, era tornato pacato come al solito.
<No> si limitò a dire lui, consapevole che la storia non si sarebbe conclusa lì.
<almeno dimmi perché no?> disse El, quel tono pacato, lo sguardo triste e malinconico, Tom non poteva non dirle la verità.
<se te lo dicessi, probabilmente mi odieresti>
<ti sbagli, non ti odierei mai> con una mano El gli accarezzò il viso.
Lui le prese la mano e gliela spostò
<non lo diresti se sapessi tutta la verità>
<allora non dirmela, però ti prego Tom, non ti allontanare da me, non mi importa cosa fai, non mi importa saperlo, ho solo bisogno che tu mi stia vicino.>
Quelle parole lo fecero sentire... Speciale.
Non si era mai sentito così amato, non lo era effettivamente mai stato;
E adesso quella ragazza, dai ricci indomabili, gli stava esplicitamente dicendo che teneva a lui.
<Ti prego...> continuò El.
<sei sicura di quello che stai
dicendo?> Tom adesso aveva paura, paura che quelle parole fossero false, paura di perderla.
Quelle paure divennero solamente lontane preoccupazioni, quando lei gli avvolse le braccia intorno al collo e  unì le loro labbra in un dolce bacio.
Era diverso dall'altra volta però, non cercavano risposte,Avevano già sufficienti certezze.

Spazio autrice
Ehilà, pensavate che riuscissi a fare un capitolo in cuoi questi due non si parlavano eh? E invece no hihi
Spero come al solito che il capitolo vi piaccia e ditemi se trovate errori.
In ogni caso ci tengo a precisare che le immagini che trovo le prendo tutte da pintrest, e l'immagine di Priscilla in realtà è solo la foto di una qualsiasi ragazza corvonero (non so chi sia per questo l'ho usata).
Comunque buona serata a tutti, e fatemi sapere se vi va che continui a scrivere :).

𝓲 𝓬𝓪𝓷'𝓽 𝓮𝓼𝓬𝓪𝓹𝓮 𝓯𝓻𝓸𝓶 𝔂𝓸𝓾Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora