16. Occhi inquisitori

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Circa tre anni prima, quando Eyleen ancora frequentava l'accademia, aveva deciso di partecipare al tornei dei duelli con la spada che aveva indetto la professoressa Riess.

Quella amava sottolineare quanto fosse necessario non solo saper maneggiare adeguatamente la lama, ma soprattutto capire come contrastare un opponente mobile altrettanto armato.

Eyleen, col senno di poi, si chiedeva perché mai durante le lezioni si spendesse comunque così poco tempo a parlare dei Daimones e della situazione in cui riversava il mondo esterno.

Quell'anno, all'Accademia, la giovanissima Eyleen Glacier, ancora ben lontana dal diploma, era riuscita quasi a qualificarsi per i quarti di finale. Sventura aveva voluto che il suo ultimo duello in gara fosse stato contro Riordan Sonne. A quei tempi erano pressoché alti uguali e non avevano mai speso molto tempo nel tentativo di conoscersi l'un l'altra, eppure il ragazzino già alzava la voce quando Eyleen gli passava accanto provocando risatine infantili nei compagni e un senso di fastidiosa rabbia da parte della bionda.

Maxine Riess, al destarsi del sole, nel cortile interno, proprio sull'erba fresca bagnata di rugiada, aveva dato quel giorno a ognuno dei due opponenti una spada in legno dal filo smussato.

I due ragazzini si erano stretti la mano, solamente per seguire la prassi, prima di balzare entrambi all'indietro quasi come se avessero poggiato il palmo su un tizzone ardente.

Quelli si erano squadrati qualche minuto, indecisi su chi si sarebbe sporto per primo. Eyleen, spazientita da un'attesa che si faceva sempre più snervante, saltò in avanti e si lanciò con un fendente diretto. Riordan schivò placidamente piantandosi sulle piante dei piedi scalzi sull'erba e piegando la schiena all'indietro.

Il moro rispose allora con un colpo all'altezza dello stomaco che la ragazza riuscì a parare per un soffio e per poco non le sfuggì di mano l'arma tanta era la forza che Riordan aveva messo sul braccio.

Leen strinse le labbra e provò a rimettere distanza dall'opponente alla ricerca di un qualsiasi stratagemma che l'avrebbe portata alla vittoria. Si era impegnata tanto negli anni, se lo meritava di vincere! Eppure i muscoli di Riordan erano più forti dei suoi, non era giusto! Sono perché era un ragazzo!

Accecata dalla volontà di primeggiare a tutti i costi, la Civetta delle Nevi aveva afferrato il gladio a mo' di coltellaccio e si era scagliato sul ragazzo che fu preso alla sprovvista. Riordan sgranò gli occhi quando vide il braccio di Eyleen a pochi centimetri dal suo petto.

Il ragazzo incespicò all'indietro e prima di cadere si piegò verso il basso facendo presa sul pavimento con le mani aperte. Allungò la gamba e colpì la caviglia di Eyleen. Quella capitombolò a terra facendo cadere l'arma a qualche metro da sé.

Prima che Leen fosse in grado anche solo di capire per quale assurdo motivo si trovasse pancia all'aria, Riordan era già sopra di lei; l'aveva inchiodata a terra con le ginocchia e le aveva bloccato il collo con il braccio. Con la mano libera teneva in alto la spada che puntava esattamente al centro del suo viso.

La ragazza posò lo sguardo sugli occhi color oro e sulle labbra gonfie e rovinate dalle pellicine. Desiderò dargli un pugno ma la voce di Maxine la fece desistere.

I due, a fine scontro, si ridiedero la mano. Eyleen gliela strinse più forte che poté, per quanto fosse ammaccata, nella muta promessa che un giorno gliela avrebbe fatta pagare.

Fu quello il giorno in cui Eyleen imparò che la rabbia non era consigliera.

Più tardi, quella stessa sera, Lucee le aveva detto che lei l'aveva osservava mentre si allontanava da sola verso l'interno dell'edificio. Aveva tenuto per tutta la camminata le spalle scese e tremanti sotto la maglia pregna di sudore.

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