8. Mezzosangue

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Eyleen, lo stomaco ancora in subbuglio per la fame mattutina e il senso di colpa che sembrava ghermirla come una seconda pelle, era pronta a giurare che mai, in vita sua, avrebbe incontrato un gruppo meno omogeneo di quello che si trovava di fronte.

Una volta svegliata, nella più completa solitudine, non sapendo neanche che ora fosse, decise di raggiungere il luogo da dove schiamazzi, da lei percepiti come ovattati, provenivano. Superando di tanto in tanto porte in legno inglobate in una costante semi-oscurità li sentiva sempre più forti.

Terminò per ritrovarsi in una piccola sala da pranzo, scura e trasandata, dove, un gruppo formato da otto persone circa, pareva alla bionda una di quelle squadre sportive formate cinque minuti prima della partita all'Accademia, mettendo insieme le prime persone trovate. Ricordi che le sembravano appartenere ad una vita vecchia di secoli.

Gregor Bowl, anche nominato Sir Gregor dai suoi studenti per il suo modo austero, sedeva a capo tavola in un bancone in legno troppo breve per far posto a tutte quelle persone nello stesso istante. Subito alla sua destra c'era Maxine Riess, vestita dal suo solito assetto da combattimento, mentre, con un coltellino da caccia, era intenta a tagliare un toast sul piatto di fronte.
Alla sinistra dell'uomo, vestito di tutto punto perfino la mattina presto, presumibilmente, c'era un volto sconosciuto a Eyleen: apparteneva a un ragazzo sulla trentina, piacente alla vista e con un sorriso affabile. Aveva occhi color nocciola in un viso lentigginoso circondato da folti capelli color mogano che gli ricadevano in morbidi riccioli fino alle orecchie.

– Io sono Killian Ruth – disse non appena Eyleen, silenziosamente, prese posto nell'unico spazio libero sul tavolo, accanto a una donna che non l'aveva degnata nemmeno di uno sguardo. Killian le tese una mano fasciata da un guanto in pelle nera, spingendosi sopra il bancone per raggiungerla, facendo tintinnare bicchieri e piatti urtati. La bionda gliela strinse con titubanza.

– Eyleen, Eyleen Glacier – sussurrò di rimando afferrando un toast, con l'altra mano, che Maxine intanto le porgeva.

– Non c'è bisogno di presentarsi, so perfettamente chi sei Eyl! – la ragazza sollevò un sopracciglio. Eyl? – Tutti non fanno che parlare di te da alcuni giorni, di quanto tu sia importante e cose così, a me interessa solo che tu stia bene! E sappi che per me è stato orribile non poter venire a salvarti di persona, io lo volevo davvero! Ma Maxine e Gregor me lo hanno impedito perché una delle forze portanti doveva rimanere qui a proteggere la Base... e poi quel Riordan voleva andare lui, capito? Siete amici, è il tuo ragazzo? O si atteggia solamente da cavaliere errante?

– Killian basta così! – lo rimproverò Maxine con un cipiglio nervoso. L'uomo che rispondeva al nome di Killian strinse le labbra e sorrise strizzando gli occhi lasciando che delle rughette d'espressione gli si formassero ai lati degli occhi.

Eyleen, ubriacata da quel fiume di parole che l'aveva investita frontalmente appena svegliata, non sapeva esattamente come rispondere; prima di tutto, perché quell'uomo sembrava sapere così tanto di lei? Perché la chiamava con il suo nomignolo d'infanzia?

– Perdonami, Eyleen – riprese l'uomo, passandosi una mano callosa, impreziosita da numerosi anelli colorati, sulla zazzera di capelli scuri. Indossava un singolo guanto. – è che ho promesso a Louis che ti avrei dato un'occhiata e mi sento un po' in colpa per non esserci riuscito... Onestamente non mi aspettavo entrassi immediatamente all'Accademia, eri solo una bambina, ed io un ragazzo super controllato dai propri genitori. Sono un po' un fallimento come padrino vero? – sospirò allungando il braccio verso un barattolo di confettura rosata.

Le labbra di Eyleen si spalancarono per la sorpresa nel momento in cui ricordi che credeva aver perduto per sempre le riaffiorarono intatti nella parte anteriore delle palpebre.

One Winged QueenDove le storie prendono vita. Scoprilo ora