Capitolo 6 - Opportunità

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Erano passate quarantotto ore da quel bacio e quel distacco così brutale e triste. Non avendo nessun contatto ero stato solamente una persona di passaggio e nient’altro. Un uomo conosciuto così, senza nessun motivo. Un uomo che l’aveva quasi scopata in una cucina di un ristorante e che per un breve e piccolo istante aveva fatto di lei, quasi la sua sottomessa. 

“Ma cosa mi è passato per la testa? “ 

Le due notti ormai passate, mi rigiravo  nel letto sognando sempre più, il lato di totale sottomissione. Immaginandomi in tutte le posizioni più sporche e perverse.  In modi possibili ed immaginabili in cui si possa piegare una donna. 

Lei mi destabilizza. Mi rende pazzo e folle, ed io mi sento così fottutamente bene quando provo tutto questo. Forse, avevo bisogno di sentirmi così o forse mi sono fissato sul quel corpo. Delicato e morbido, come un soffice soufflè. Un corpo che desidero fare mio e scoprire con tutti i miei sensi. 

Il ristorante, come ogni sera, è del tutto pieno. Ma la mia testa non ragiona e non comunica come dovrebbe. Ormai sono rassegnato se non trovo un modo per trovarla impazzisco. Ho bisogno di chiarirmi e tornare alla normalità. Al quel controllo che non mi fa perdere le staffe. 

<< Chef! Si può sapere cos’ha? >> Pedro richiama la mia attenzione e mi volto verso di lui per poter dare una risposta.  Ma di fatto non ce la faccio. Non voglio che veda questo mio lato. Ormai da giorni è inevitabile non notarlo e lui lavorando a stretto contatto con me, lo sa. Da più di due anni, sa quando qualcosa non quadra. E lo percepisce. Ed io, forse, non sono così astuto nel nasconderlo. Senza dire niente continuo a tagliare le carote e rimango con i miei perversi pensieri ad oscurare quello che mi accade attorno. Ma Pedro riprende: << Si tratta di quella ragazza. Vero? >> A quel punto le mie mani veloci a tagliare si fermano a metà e non posso sfuggire a quella domanda diretta. Non posso più nascondermi. 

<< Mmmh.. Già! >> Sbuffo. 

<< Si vede che provi qualcosa di forte. Perché non la chiami? >> 

<< E come, Pedro? >> 

<< Beh, il numero ce l’hai, no? >> 

<< Proprio no. Non abbiamo avuto la possibilità di fare i fidanzatini. >> Pedro scoppia a ridere e si volta verso di me aggiungendo: << I fidanzatini no. Ma il registro delle prenotazioni si. >> Dice facendo l’occhiolino.

<< Che idiota! Il registro. Sei un grande Pedro. >> 

<< A lavoro Chef? >> 

<<A lavoro!>> Rispondo felice e soddisfatto. 

A fine serata avevamo incassato più di cento coperti. E la soddisfazione  dentro di me si gonfiava ulteriormente. Il mio lavoro mi aveva reso orgoglioso e nonostante tutto, qualcosa di più banale mi aveva reso felice. Il numero era finalmente tra mie mani e appena sveglio domani mattina l’avrei chiamata. Entusiasta finisco di sistemare la cucina e assieme ai ragazzi mi incammino verso l’uscita. Liv racconta aneddoti di uscite scabrose con alcuni ragazzi e tutti noi, ridiamo per le risposte che rifila ad ognuno di quei poveretti. È veramente una peperina e furba.  Nonostante Allie fosse fissa nei miei pensieri, non potei immaginare che potesse essere un ottima e gratificante sottomessa. Rido a quel pensiero e spengo le luci dal generatore principale. Liv mi chiama nel mentre e si avvicina: << Ehm... Chef! >>

<< Si. Che succede? >> 

<< La ragazza all’ingresso non è… >> Non fa in tempo a concludere la frase, che subito mi volto e lei era: lì. 

Aspetta tremante con le braccia conserte. E subito penso: “Chissà da quanto ci fosse? Chissà se fosse lì per me?” 

Con il cuore colmo di gioia la raggiungo fuori.  Alza lo sguardo su di me e subito le sue guance,  arrossiscono. Fu come al nostro primo incontro: Desiderio, passione e ardore di averci l’un l’altro. Almeno così, era per me. 

<< Allie… Cosa ci fai qui? >> 

<< Possiamo parlare? >> 

<< Certo. È tutto apposto? >> 

<< S-si. >> In quella risposta incerta noto tremarla. Stava congelando e chissà da quanto, aspettasse il mio arrivo. Prendo la giacca di pelle che avevo addosso e la poso sulle sue esili spalle. Le metto un braccio sopra di esse e l'attiro a me. Non m’importava cosa potessero pensare gli altri, volevo solo scaldarla.  Vederla così indifesa e inerme mi aveva irritato.

<< Andiamo! >> Affermo asciutto e diretto. 

<< Dove? >> Chiede perplessa. 

<< Al caldo. >> Mi volto e noto che non era molto alta. Così piccola e delicata. Sorrido e continuo a  guardarla ammaliato.   Restiamo in silenzio. Uno accanto all'altro, accompagnati soltanto dal suono del traffico e delle persone passanti. In quel momento non percepivo imbarazzo, la semplice tranquillità nell' essere al suo fianco, mi calmava. Camminando abbracciati, mi sentivo protetto. Una bolla solo nostra. È così bello poterla sentire vicina a me. Finalmente.  Stavo bene con me stesso. Ad ogni nostro passo, in una delle strade più famose di Londra, "King’s Road"; mi sentivo di nuovo come il ragazzino, che molto tempo fa, era innamorato di Meg. Però, questa volta al mio fianco, avevo qualcuno di diverso. Una persona del tutto diversa e che forse, poteva essere esattamente come me. Una persona che proprio lo sono io, cercava soltanto di liberarsi da qualcosa di più grande di lei. Beh, in questo caso di "noi".

"Il dolore del proprio passato. Era la nostra nemesi, ed ancora non sapevamo cosa sarebbe potuto accadere. "

Rieccomi... Cosa succederà a Lucas? Riuscirà a sottomettere la piccola Allie? ❤️😘

 Cosa succederà a Lucas? Riuscirà a sottomettere la piccola Allie? ❤️😘

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Dimmi di sì - Sei la donna della mia vitaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora