Capitolo 13 - Fragole e Champagne

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Indosso un tailleur grigio perla e alla velocità della luce esco dall'appartamento. La metro come al solito è alquanto affollata e la gente spintona come fossimo ad un concerto rock. Mi sistemo il bavero della camicia e cerco un posto dove potermi sedere. Tra cinque fermate dovrò scendere, ma voglio vedere se Lucas mi avesse già scritto qualcosa. La gente spinge pur di non farmi passare, ma alla fine mi siedo accanto ad un ragazzo con lo stile metal. Porta enormi cuffie e in evidenza sul collo compaiono enormi tatuaggi colorati. Sul polso un bracciale borchiato e con un enorme teschio sta ad evidenziare ancor di più il suo possibile carattere. Forse vuole far paura o forse gli piace il genere: sesso, droga e rock e roll. È così appariscente ma lo capisco. Mi ricorda gli anni del college. Avevo la fissazione ad indossare tutto rosa. Le camicette tutte esclusivamente con i riccioli alle maniche. Sembravo una suora di clausura. Xavi mi prendeva costantemente in giro per questo, e forse è stato anche uno dei motivi se ne lui ne nessun'altro aveva la pazza e folle idea di provarci con me. Poi è arrivato Robert. Ad una delle tante feste dove le sbronze erano all'ordine del giorno, quella sera a cercare il mio outfit fu proprio Xavi. Ricordo ancora che arrivammo alla festa e poco prima di entrare qualcuno mi urtò. Normalmente sono molto tranquilla e resto sempre sulla difensiva, ma la mia collera arrivo alle stelle perché con nonchalance mi mise le mani sui fianchi facendomi ondeggiare. Mi voltai di scatto e il viso del ragazzo da felice e scherzoso diventò bordò per il totale imbarazzo. Gli altri suoi compari iniziarono a ridere e Xavi come suo solito fece altrettanto. Per di più esordì: "Il primo palpeggiamento della serata?" Lo fulminai ed entrai impettita. La musica all'interno era assordante, così per calmare i nervi andai a cercarmi una birra. Arrivai davanti al tavolo delle bibite e ne presi una. Con la birra in mano uscii in giardino e un gruppo di ragazzi parlavano tranquillamente in cerchio. Rammento che trovai un angolo nel vasto prato dove potessi rilassarmi e vagare con i miei soli pensieri, ma durò poco il ragazzo di prima trovò subito il mio nascondiglio. << Eccoti! >> Enfatizzò. Mi voltai di poco e lo guardai cagnesca. << Cosa vuoi? >> Dissi incazzata. << Conoscerti. >> In quella risposta rimasi un poco stupita e forse ammetto che pensai che forse potesse esserci speranza. Da quel giorno, iniziammo a frequentarci per poi alla fine innamorarci. Robert inizialmente non era come oggi appare. Era semplicemente un giovane ragazzo incompreso con mille dubbi. Ma prendere le redini della società di famiglia lo ha cambiato drasticamente e con lui anche io. Prima della mia fermata prendo il cellulare e sono le otto e cinquantacinque: <<Cazzo! >> Impreco. Il ragazzo di fianco a me non si accorge di niente, ma una vecchia signora mi guarda malissimo e scuote la testa. È tardissimo. Robert sarà furioso.

Questa mattina aveva un appuntamento con alcuni soci francesi per esporre le nuove idee di mercato ed io, sono ancora bloccata in metro. Sblocco il telefono e noto che il messaggio di Lucas non è tardato ad arrivare. Decido di guardarlo appena potrò, così da tenere una piccola ricompensa e gioia per le urla che dovrò subire. Provo a chiamare la sua segretaria Nadine, ma senza risposta. Provo Robert e dopo il terzo squillo risponde. << Ti sei persa? >>

<< No, ho soltanto avuto un imprevisto in metro. >>

<< Prendo tempo tu, muoviti per favore. >> Sospira e conoscendolo starà già sorseggiando il suo terzo whisky della giornata.

<< Dieci minuti e sono lì. >>

<< Ti aspettiamo. >> Riattacca. La voce della metro annuncia l'arrivo. Cammino e corro più in fretta possibile cercando di non sudare come un corridore in una delle sue maratone. Arrivo dieci minuti dopo, con un fiatone tale, che quasi vorrei cadere a terra. Il cuore batte furioso e cerco di calmarmi quei pochi secondi che mi separano. Alle nove e due minuti faccio il mio ingresso e chiudo la porta dietro di me.

<< È fatta! Vogliono investire con noi, per quattro anni e finanziare ogni cosa gli si proponga. Certo, nei limiti però, non male. >> Sospira e sorridere felice. Ricambio e cerco di allontanarmi prima possibile. Faccio per uscire ma riprende: << Chi è lui? >> Mi volto e non posso non nascondere l'espressione di stupore. Cerco un modo per poter rispondere e calmo il mio cuore che è nuovamente in subbuglio. << Scusa? >>

Dimmi di sì - Sei la donna della mia vitaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora