Capitolo 10 - Conoscenza e non solo...

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Nella stanza si possono sentire solo i sospiri profondi di due persone che stanno riprendendo fiato, dopo un sesso pazzesco. Le accarezzo languido la pancia e i seni.

"Perché è così bella?" Così tanto, da farmi impazzire ogni volta.

Guardo l'orologio alla parete del mio soggiorno: << Cazzo! Cazzo! >> Impreco. Poi, nervoso ed esasperato mi passo una mano tra i folti capelli.

<< Cosa succede? >> Chiede Allie.

<< Niente. Devo prendere i bambini dalla mia ex moglie. >> Dico preoccupato.

<< Scusami... È colpa mia. Tolgo subito il disturbo. >> Si copre con la mia maglietta e corre dritta in camera da letto. Sembra una scolaretta che scappa dopo essere stata appena sgridata. È così innocente e carina al tempo stesso, tutt'altra persona, dalla meravigliosa donna che supplicava sul bancone. Cerco di scacciare quel pensiero aspro dolce e la seguo.

<< Allie... Non devi. >> Rispondo, tranquillo. Appoggiato allo stipite con le braccia conserte, seguo con gli occhi ogni suo movimento. La guardo ammaliato come fosse di nuovo la nostra prima volta. Questi sentimenti forti e contrastanti mi rendono pazzo e folle. Mi avvicino un poco, cercando un contatto ulteriore. Il mio viso, adesso, cerca di assumere un aria un po' più calma e così mi siedo al bordo del letto e calmo la mia ira.

" Sicuramente starà pensando: Moglie + Figli = Devo togliermi di mezzo."

<< Figurati. Tanto devo andare a lavoro. Inoltre, devo passare da casa e cambiarmi. Alle otto e trenta devo entrare in ufficio. Quindi, nessun problema. >> Mi rivolge un lieve sorriso e poi finisce di sistemarsi.

Osservo quella donna, ancora una volta. Ormai stregato e incantato. Mentre cerca i suoi indumenti sparsi un po' ovunque, mi torna alla mente l'attimo in cui la leccavo e la possedevo in cucina. " Oddio... Cosa mi stai facendo? "

La desidero nuovamente. La voglio. La bramo. Tutto questo, è dipeso fortemente e soltanto dal mio ego. Per il mio puro e folle piacere, che scorre dentro di me. In quei piccoli e grandi miei piaceri, Allie ne fa parte oramai. In quelli più perversi, io la schiavizzo a me, portandomela nel mio mondo più oscuro; di cui la mia mente ed essa ne sono ormai testimoni. L'inferno mischiato al paradiso, risiede nella mia anima e tutto questo mi procura una immensa gioia ed un ulteriore piacere.

Prendo i miei pantaloni, raccogliendoli dal pavimento, ed estraggo il telefono dalla tasca. Lo sblocco e mi siedo accanto a lei.

<< Segnami, il tuo numero. >> Alza lo sguardo e mi fissa per un breve istante, poi senza obiettare fa come le viene detto. Digita e me lo restituisce subito dopo.

<< Ti scrivo in mattinata. Ok? >> Le dico. << D'accordo. >> Sorride. È così dannatamente bella. Nemmeno riesce a rendersene conto. Ricambio e poi l'attiro a me e la bacio.

<< Grazie mille, per la serata. >>

<< A te, per la splendida colazione. >>

<< Sono un idiota. >> Sbruffo e penso che da quando è entrata nel mio appartamento ieri sera, ad Allie non le ho offerto niente, nemmeno da bere. Ho solo pensato a me, e al mio puro piacere di averla. L'ho scopata e mi sono impossessato e appropriato del suo corpo senza neanche essere gentile. "Come padrone di casa, faccio alquanto pena."

<< Devi mangiare e bere. >> Le dico. Lei scoppia fragorosamente a ridere e subito enfatizza: << Qualcuno preferiva fare altro. O per meglio dire, mangiare me. >> Rido alla sua affermazione. Così la lascio finire di preparasi e chiamo Meg. Mentre torno in cucina, decido cosa posso preparale. Opto per dei semplici pancake e un po' di uova strapazzate.

Dimmi di sì - Sei la donna della mia vitaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora