14 - Errore

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T/N's POV


Erano ormai alcune settimane che io e Isaac vivevamo in quella villa abbandonata lontani da occhi indiscreti e mi accorsi di non essere mai stata così felice come in quel periodo. Nonostante fossero anni che vagassimo in lungo e in largo sfuggendo al mondo esterno, non mi ero mai abituata a quella condizione di fuga continua e potei finalmente respirare un po' di normalità; oserei dire che quello fu il periodo più bello di tutta la mia vita.

Da quando il nostro rapporto aveva preso tutt'altra sfumatura, mi sentivo molto più rilassata e in pace con l'universo sapendo che finalmente avevo modo di godere appieno la compagnia di Isaac senza imbarazzi o parole non dette a dividerci.

Quella sembrava essere una giornata come tutte le altre ed io ed il ragazzo ci apprestavamo a stendere le nostre coperte ed i nostri abiti al sole godendo di quella giornata di fine primavera particolarmente calda che annunciava l'imminente arrivo dell'estate. L'area intorno alla villa era circondata in alcuni punti da una rete metallica ormai rovinata e parecchio arrugginita, ma eravamo riusciti a rimediare un filo di ferro tra quei rottami che non presentava alcuna usura e lo avevamo usato per fissare la porta d'ingresso ai suoi cardini in modo da evitare l'ingresso agli animali e ne era avanzato abbastanza da permetterci di tenderlo tra due alberi garantendoci un posto in cui stendere il nostro bucato senza doverlo per forza lasciare ad asciugare sui massi vicino al fiume. 

Da quando ci eravamo fermati in quel nascondiglio, Isaac non si era più allontanato durante la notte per dare sfogo ai suoi macabri desideri e speravo che finalmente fosse tutto risolto da quel punto di vista, o almeno in parte. Eravamo riusciti a catturare dei piccoli animali durante quelle settimane ed era stato Isaac in persona ad occuparsi della loro macellazione dato che non era proprio nelle mie corde riuscire a scuoiare delle povere bestiole nonostante fossero fondamentali per il nostro sostentamento. Non ero mai arrivata al punto di avere abbastanza fame per fare qualcosa di simile e lui lo comprendeva fin troppo bene non forzandomi mai nel compiere quel gesto tanto lontano dal mio modo di essere. Anzi, le poche volte che mi ero offerta per farlo al posto suo me lo aveva fortemente negato ordinandomi di non prendere mai un coltello in vita mia se non per difendermi; era come se volessi tenermi ben lontana dalla sensazione di affondare una lama nella carne di un qualunque essere vivente, e non potevo che ringraziarlo per questo. 

"Che hai da sorridere come un ebete?" chiese Isaac con aria annoiata piegando la testa nella mia direzione.

"Uhm? Ah, nulla di che." risposi facendo scivolare la mano sulla coperta stesa sprigionante un buon profumo di pulito. "Pensavo al fatto che sono davvero felice di essere qui con te."

"Che palle...Smettila con queste smancerie, non me la conti giusta."

"Beh, se sorrido è comunque per un buon motivo, no?"

"Direi...Direi di sì."

"Vuoi che andiamo avanti con la lettura oggi?" chiesi iniziando a muovermi verso l'ingresso della casa riferendomi ad un piccolo libro che avevamo trovato in un cumulo di oggetti nell'angolo di una delle stanze e che avevamo iniziato a leggere insieme.

"Pff..." sbuffò. "Va bene."

"Ottimo, andiamo di sopra! Non vedo l'ora di vedere come va avanti!"

"Sei sempre la solita." disse passando velocemente una mano tra i miei capelli scompigliandomeli e superandomi salendo le scale.

"Ma ti piaccio anche per questo, no?" mormorai con espressione maliziosa lanciandogli un veloce occhiolino.

"SMETTILA!" sbottò accelerando il passo, e se non fosse stato per le ustioni sulla sua pelle lasciata scoperta dalle bende ero certa che l'avrei visto arrossire.

Grace and Rain - Zack (Isaac Foster) x ReaderDove le storie prendono vita. Scoprilo ora