1- Pioggia

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T/N's POV


Compresi che era ormai mezzanotte quando udii il pendolo annunciare l'ora dal piano inferiore mentre io, seduta in un angolo tra lo sporco della stanza, osservavo la pioggia cadere oltre la finestra. Non sapevo quantificare quanti giorni erano passati dal mio arrivo in quella casa, ma i pasti che mi erano stati dati dai due proprietari di quella specie di orfanotrofio si potevano contare sulle dita di una mano. Il pensiero che più mi offuscava la mente era riguardo a quanto avessi fame, ma non potevo fare più di tanto purtroppo; entrare anche di nascosto in cucina era assolutamente fuori discussione.

Avevo anche tentato più volte la fuga, ovviamente senza successo e ci avevo guadagnato solo violente percosse da quelli che avrei dovuto chiamare nuovi genitori. Dicevano che i miei zii stavano tentando di tenermi lontana da casa pagando loro una somma fissa ogni mese, cosa che i parenti dei ragazzi che erano finiti in quel posto prima di me non avevano fatto. Mi chiedevo perchè i miei familiari non avessero dato ordine ai due direttori dell'orfanotrofio di uccidermi direttamente e non riuscivo mai a trovare una risposta soddisfacente.

Persa come ero nei miei pensieri, per poco non mi accorsi della porta di ingresso che veniva aperta e richiusa violentemente seguito da un chiacchiericcio di quelli che riconobbi come la coppia che gestiva l'orfanotrofio, ma udii benissimo oltre ai loro altri passi molto più leggeri.

Iniziarono a salire le scale che conducevano alla soffitta impolverata dove mi trovavo e rimasi immobile al mio posto voltando unicamente lo sguardo nella loro direzione.

Un bambino, che ad occhio e croce aveva la mia stessa età, venne spintonato dall'uomo e cadde rovinosamente a terra. La prima cosa che mi colpì fu il suo corpo: l'interezza della sua pelle era coperta di bende e venni subito incuriosita da questo elemento più che particolare.

"Fate i bravi, voi due. Non voglio sentire un fiato." disse l'uomo con tono seccato prima di scendere nuovamente le scale e sparire al piano inferiore.

Cadde il silenzio e riuscii ad udire dei leggerissimi singhiozzi provenire dal corpo del ragazzino ancora tremante riverso sul pavimento freddo. Mi avvicinai a lui lentamente non volendo spaventarlo e per quegli interminabili secondi parve non accorgersi di me. Gli sfiorai la spalla ed il bambino si ritrasse scattando seduto ed avvicinando la schiena al muro mentre un forte terrore gli segnava il volto.

"Ehy..." dissi cercando di usare il tono più rassicurante possibile. "Va tutto bene. Non voglio farti del male. Come ti chiami?"

I suoi occhi scesero lungo tutto il mio corpo, probabilmente per assicurarsi che quello che avevo appena detto fosse vero, poi con mio enorme piacere notai che con il passare dei secondi il suo respiro si stava man mano regolarizzando.

"I-Isaac...Mi chiamo Isaac." disse asciugandosi gli occhi con il dorso della mano.

"Io sono T/N. Mi dispiace davvero molto che tu sia finito qui."

Il bambino non rispose e pensai che fosse meglio lasciargli il suo spazio, così mi rimisi a sedere al mio posto e tornai ad osservare oltre la finestra.

Passarono svariati minuti mentre saltuariamente buttavo l'occhio verso Isaac per vedere come stesse e notai che sul suo viso prendeva forma un'espressione sempre più seria, come se avesse preso consapevolezza di quello che stava succedendo e della sua impotenza al riguardo.

Entrambi trasalimmo quando udimmo chiaramente la porta del piano inferiore aprirsi ed il bambino scattò in piedi allontanandosi dalle scale e posizionandosi al mio fianco.

Non udimmo parola, solo un tonfo dovuto a qualcosa che cadeva a terra dall'altra parte della stanza e la porta chiudersi nuovamente.

Sapevo cosa voleva dire quel suono e mi avvicinai alla zona dove si era sentito il rumore per controllare. Un pezzo di pane poggiava sulle assi del pavimento e lo raccolsi avvicinandomi al ragazzo.

Grace and Rain - Zack (Isaac Foster) x ReaderDove le storie prendono vita. Scoprilo ora